Quando le norme fanno a cazzotti con il buonsenso. Chi espone la bandiera dello Stato italiano, deve pagare la tassa sulla pubblicità. Lo prevede il decreto legislativo 507 del 1998. Non si scappa. Il caso succede a Desio dove, il titolare di un bell’albergo decide di esporre il vessillo nazionale e la bandiera blu dell’Unione Europea. La concessionaria che si occupa di riscuotere la tassa per conto dell’amministrazione comunale è inflessibile: bisogna pagare. Salato. Per le due bandiere l’importo annuale fa 280 euro. «Ho chiesto informazioni ai funzionari che incassano la tassa – racconta Gianni Caslini proprietario insieme ai figli dell’hotel – e mi hanno confermato che non avevo vie di scampo. Non credevo alle mie orecchie. Parlano tanto dei valori nazionali e poi ecco che mi arriva la sorpresa». Quindi? «Non per una questione di soldi ma per una di principio ho deciso di toglierle. Le ho piegate e messe in una scatola». Gaslini è indignato. La concessionaria non cede: «Ci siamo limitati ad applicare una normativa di legge». E se la nazionale di calcio vince i Mondiali e per festeggiare si espone un tricolore sul davanzale della finestra, si deve pagare? « In questi casi direi che si può essere esonerati come per il 25 aprile e il Primo maggio». Bontà loro.
domenica 5 dicembre 2010
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Ma che c...o hanno sciolto nell'acquedotto di quella località?
RispondiEliminaAllucinogeni ad effetto prolungato?
Sempre che non sia coglioneria generica.