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Duecento artisti riuniti in un progetto collettivo per ridare voce e dignità ad altrettante donne brutalmente assassinate a Ciudad Juarez, cittadina messicana al confine con gli Stati Uniti, dove dal 1993 si assiste ad un inspiegabile numero di femminicidi. Da questo impegno è nata la mostra 400 Women, fino al 5 dicembre alla Shoreditch Town Hall di Londra: una galleria di ritratti uguali nelle dimensioni che ricorda il retablo, la pala d'altare della tradizione messicana. L'iniziativa è frutto dell'impegno dell'artista inglese Tamsyn Challenger che, durante un viaggio in Messico, è entrata in contatto con le madri di alcune delle vittime. 'Una in particolare mi ha colpito - racconta lei - si chiama Consuelo Valenzuela, sua figlia Julia è scomparsa nel 2001. Durante il nostro incontro, disperatamente mi ha messo in mano delle cartoline tratte da istantanee di sua figlia, ho guardato quel volto sfuocato e dentro di me ho pensato che volevo restituirle di nuovo quella faccia'. Per cinque anni, con l'aiuto di Amnesty International e attingendo alla collezione fotografica dell'attivista Esther Chavez, la Challenger ha raccolto informazioni sulle vittime, chiedendo a ciascun artista di ritrarne una. Ne è scaturita una sorta di 'dichiarazione politica in arte contro la violenza', sottolinea l'artista inglese che spera - dopo Londra - in nuove destinazioni per la mostra - di Cecilia Scaldaferri
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