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martedì 23 novembre 2010

LA BRAMBILLA,LA CARFAGNA E LA GELMINI SOTTO RICATTO IL FANTASMA DELLE PICCOLE LEWINSKY PROMOSSE SUL CAMPO

Le tre ministre e le intercettazioni hard
Rispunta il fantasma dell’estate 2008

di Fabrizio d'Esposito

Ventitré giorni all’Apocalisse. Il primo sexgate e il paragone dipietrista con Clinton.


Da quando, nel tardo pomeriggio di venerdì, è deflagrato il caso Carfagna, un fantasma è tornato ad aleggiare sui due palazzi romani del Sultano, Chigi e Grazioli. Come dimostra l’avvertimento a mezza bocca che si lasciano scappare dall’inner circle del Cavaliere: «Mara? Non le conviene andarsene...». Il fantasma è quello famigerato delle intercettazioni hard della collezione primavera-estate 2008. Procure di Milano e Napoli. Mai uscite, però. Brandelli di conversazioni comparsi qua e là nelle redazioni, compresa la nostra. Il primo vero sexgate del Cavaliere. Quello più dirompente, per certi versi. Tre le presunte protagoniste delle intercettazioni hard sul premier: Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla. Tre ministre. Per Silvio Berlusconi la paura fu tale che cercò di forzare la mano sul bavaglio alle intercettazioni. Nacque così lo spudorato giallo del refuso. Per il consiglio dei ministri era pronto un ordine del giorno con la dicitura «dl intercettazioni». Decreto legge, addirittura. Il Colle si infuriò e intervenne e Berlusconi fu costretto a fare marcia indietro e smentire: «Il sottosegretario Letta mi ha avvertito che nell’ordine del giorno del cdm c’è stato un errore materiale. Ci sarà un disegno di legge e non un decreto legge sulle intercettazioni». Ddl, non dl. Mah.
 
Il terrore di Mara


Il testo delle intercettazioni era talmente piccante e imbarazzante per il premier (e le tre ministre) che nel paese si creò uno spasmodico clima di attesa. Dagospia parlò di «Apocalisse vicina». Al centro della tempesta proprio lei, la Mara che sta scappando a gambe levate dal bunker. I dipietristi ci andarono giù duro. Accusarono Berlusconi di essere un «magnaccia», sic et simpliciter. Le intercettazioni parlavano di sesso orale e Donadi dell’Italia dei Valori fece un paragone con il caso Lewinsky. Con una differenza, però: «Clinton, Monica Lewinsky non l’ha portata al governo». Le conversazioni dell’Apocalisse, in base alla vulgata di Palazzo, sarebbero dovute apparire sull’Espresso. A Viale Mazzini fu predisposto anche un piano di emergenza con vari speciali sulle reti nazionali per dare spazio alle ragioni del premier. Ma non successe nulla. Quei preziosi testi rimasero chiusi in un cassetto. Anzi, in una cassaforte, come sostiene qualcuno. Domanda finale, quindi, dei falchi del Pdl: «Mara è sicura che se va via non uscirà nulla come è successo fino a oggi?». Già.
I fornitori delle Mini


Per rimanere in tema. Ma nel bunker del Cavaliere si continua a fare bunga bunga? Del resto il clima è propizio. Anzi, il mese. Novembre è infatti il mese magico del bunga bunga del Sultano-Drago divoratore di vergini. Le notti magiche di Patrizia D’Addario, matura escort munita di registratore, si collocano nel novembre del 2008, pochi mesi dopo il giallo delle intercettazioni sulle ministre. Patrizia entra nel lettone di Putin per giacere con il premier in contemporanea con un evento storico in America: l’elezione di Obama, la prima volta di un presidente nero. Tre settimane dopo, sul finire di novembre, una trasferta del Cavaliere in Umbria per rilassarsi e fare bunga bunga nel centro benessere di Mességué. Come già accaduto con la D’Addario, anche questa volta a procurare le ragazze è l’imprenditore pugliese Tarantini, che chiama pure l’amico Silvio per chiedergli informazioni sulla strada da fare. Un’epoca grassa di regali e feste. L’epoca delle Mini donate alle invitate delle varie residenze del premier. E che adesso tornano d’attualità grazie allo scoop di Novella 2000, il settimanale Rcs diretta da Candida Morvillo: Nicole Minetti, l’igienista dentale eletta consigliere regionale in Lombardia, nonché tra le protagoniste del Rubygate, ha una Mini sottoposta a fermo amministrativo. In merito: il premier ha due fornitori di Mini, tra Milano e Roma. E quello della capitale è parecchio noto.

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1 commento:

  1. comportamenti indecenti. siamo la barzelletta d`europa !! Martin.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)