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giovedì 29 luglio 2010

Disoccupato, invalido e senza casa: «vivo in auto ma ora me la tolgono»













L'uomo è un ex camionista in cassa integrazione. Gli è rimasta solo la vettura ma è stata confiscata per multe non pagate                       

di Sergio Zanellato
TREVISO (29 luglio) - La sua casa è una vecchia Mercedes che non funziona più. L’auto è inchiodata lì, in un angolo di un parcheggio, sotto il grattacielo di via Pisa.

La bolsa Mercedes è di color rosso bordeaux come la rabbia e la disperazione di Roberto C., 53 anni, trevigianissimo, nativo di Caerano San Marco, residente suo malgrado in questa casa su quattro ruote e perseguitato dalla vita. Roberto da solo ha più malattie dell’enciclopedia medica. Quando si muove si fa accompagnare da una borsa 24 ore in cui conserva, bene ordinati, distinti per magagne, tutti gli incartamenti sanitari.

E, come se non bastasse, in questi giorni, per l’arcinoto detto popolare che piove sempre sul bagnato, la polizia locale di Treviso gli ha intimato di "consegnare il veicolo perchè confiscato" entro dieci giorni. E a proprie spese trasferirlo, "in condizioni di sicurezza", nella sede di una ditta di soccorsi stradali. L’intimazione segue l’ordinanza di confisca della Prefettura perchè non ha pagato alcune multe.
Per Roberto è dell’altro giorno il ricovero di 7 ore al pronto soccorso del Ca’ Foncello: aveva tutti i sintomi dell’infarto o, a scelta, dell’ictus. A fine giornata, fortunatamente, il cessato allarme.

Lui chiede allo Stato una pensione. Per anni ha fatto il camionista. Poi la crisi economica lo ha appiedato e la sua azienda di Quinto l’ha messo alla porta. A fine agosto gli scadrà la cassa integrazione che gli fornisce l’unico, magro, reddito che gli permette di sopravvivere. Ha dato così il via all’iter per la richiesta di invalidità.
Fatta la visita davanti all’apposita commissione alla "Madonnina" è stato invitato ad integrare la domanda con nuovi certificati medici. Fatto. E adesso Roberto aspetta che lo richiamino e gli riconoscano la sua incapacità di lavorare, di risalire al volante dei camion. E di avere diritto all’assegno pensionistico. C’è però il rischio, visto che ancora cammina, che non gli riconoscano l’invalidità al 100% ed il conseguente diritto alla pensione.

Vive in Mercedes da un anno, quando ha scoperto che il premuroso amico che gli aveva offerto ospitalità dopo aver abbandonato l’ospitalità pubblica, aveva degli interessi morbosi nei suoi confronti. Non ha famiglia. I suoi cari, nel Montebellunese, sono morti tutti per infarto. Anche lui deve fare i conti con numerose e preoccupanti magagne cardiache. Dal punto di vista clinico-sanitario non si fa mancare nulla. L’Inps dal canto suo gli ha respinto la pensione di mantenimento, visto che ancora respira, rifiutandogli poche centinaia di euro, ma per lui indispensabili per vivere dignitosamente.

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