Berlusconi canterà lunedì 19 luglio con Charles Aznavour, nientemeno che dalle terrazze del Duomo di Milano, entrambi benedetti e sorvegliati dalla vicinissima presenza della Madonnina. Il lancio dell’inedito e clamoroso duetto campeggia a caratteri cubitali sulla prima pagina de Il Giornale di venerdì 16 luglio, per un giorno promoter dell’unica vera icona pop nazionale. La voce è un po’ più di una chiacchiera ma non ha ancora dignità di notizia: di sicuro è l’auspicio del quotidiano di famiglia, che sogna lo chansonnier italiano in coppia con l’originale francese.
Basta con le tensioni di governo, gli scandali, le liti di maggioranza, gli ammutinamenti di minoranza, i tagli, le pensioni, le manovre, i distinguo, le note di Palazzo Chigi, l’opposizione… Per il premier più intonato d’Occidente deve essere un tormento quotidiano rinunciare alle carezze della musica per gli schiaffi della politica. Berlusconi live on stage restituirebbe il sorriso a sè stesso e agli italiani che non smettono di adorarlo.
Tutti conoscono la passione per la canzone francese del premier “canterino”. Un passato da chansonier sulle navi-crociera (il fido Confalonieri al piano), una naturale vocazione allo show-biz, Berlusconi coronerebbe il sogno di una vita. Accompagnare il suo mito Aznavour. Che per la verità un piccolo risentimento lo coltiva: per Berlusconi il numero uno sarebbe stato Charles Trenet. Però, riguardo alla sua statura politica, Aznavoice (come lo chiamano affettuosamente al Giornale) è più conciliante: “Tutti lo criticano, ma se la gente lo vota, vuol dire che gli crede”.
Comunque un bel passo in avanti rispetto ai duetti con Apicella, bravo, per carità, ma non esattamente una star internazionale. Unica controindicazione: gli sfigati della sua corte non lo chiameranno più Cesare.
Nerone è l’appellativo più pertinente. Speriamo non dia fuoco a Milano.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)