Lettera di un cittadino qualunque a Silvio Berlusconi [grandiosa, da leggere assolutamente]
CondividiCari amici
ho ricevuto, non so da chi, la seguente lettera.
E' un po' lunga, ma riassume bene tutti i motivi che mi fanno sentire a
disagio nell'accettare che che il nostro paese sia guidato e
rappresentato dal signor Berlusconi.
Un saluto a tutti.
Signor Presidente,
Lei si è chiesto ed ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori:"perchè
mi odiano?"
Io sono un signor nessuno, uno dei sessanta milioni di italiani senza
volto e senza nome, buoni solo per comparire come unità statistiche nelle
rilevazioni demografiche. Comunque, visto che lei ha fatto una domanda,
per quello che conta il mio parere, vorrei risponderle. Io sono tra
quelli che la odiano, nel senso che non la amano.
Intendiamoci: trovo l'odio un sentimento disdicevole. Ho ricevuto
un'educazione cristiana, sebbene l'abbia rinnegata; però certi valori mi
sono rimasti dentro. Nella mia vita ho cercato di essere sempre dalla
parte dei deboli e di trovare mille attenuanti per chi ha sbagliato.
Eppure nei suoi confronti provo un "non amore" irrefrenabile.
Stia tranquillo: sono un uomo di pace: faccio fatica anche ad ammazzare
le mosche;perciò il mio odio non si tradurrà in altro che in un desolato
isolamento. Scuoto la testa e da lei traggo insegnamento, per me e per i
miei figli, di quanto non sia esempio da imitare.
Lei non conosce me, ma io conosco lei, dai tempi in cui ella era un
oscuro costruttore edile quando, sindaco Carlo Sangalli (ora Presidente
della Camera di Commercio di Milano) fondò l'Edilnord e iniziò a
costruire a Brugherio. Ricordo le sue liti con la civica amministrazione
di quella città per gli abusi edilizi e come, già allora, avesse il vezzo
di ottenere con la prepotenza quello che non avrebbe potuto ottenere
secondo la legge. Poi l'ho seguita nella sua avventura con
Telealtomilanese e ancora con l'avvio delle Sue reti televisive. Ricordo
la legge Mammì, ricordo Craxi (che ho conosciuto di persona) e gli
indebiti favori che ella ha ricevuto e ricambiato con sostanziose
tangenti.
La conosco, Signor Presidente: abito a cento metri in linea d'aria dagli
studi di Mediaset ed a un Chilometro da Milano Due, che ella ha
costruito. Non parlo per "sentito dire" ma perchè ho testimonianza
diretta di quello che Ella è.
Devo dire che la Sua, non fosse una figura moralmente indecente, sarebbe
da ammirare per la genialità: non ha sbagliato nulla. E' partito con una
piccola impresa, a debiti e con finanziamenti di cui lei non ha mai bene
rendicontato ed ha costruito un impero, con fredda logica e con assoluta
lungimiranza. Lei dice che è entrato in politica nel 1994; non è vero.
Lei ha preparato il terreno molto, molto prima. Lo ha fatto comprando il
Milan, con le sue televisioni.
Più che merci lei ha comprato coscienze.
Lei ha compreso molto bene cosa sia il marketing e quali siano le
tecniche di vendita. Non fa mai nulla che non abbia un riscontro positivo
nei sondaggi.
Per lei non ha valore morale quello che fa: ella non è il "Principe"; ha
un disegno preciso, che coincide col suo interesse personale. Però ha
capito molto bene che, per avere consenso, deve azionare delle "leve",
che corrispondono ai processi di immedesimazione di emulazione.
Lei ha trasformato un perdente in un vincitore, un debole in un forte, un
povero in un ricco; e questo è il suo autentico miracolo. Tutto nella
finzione, ovviamente.
Però, e anche questo è un Suo "merito". Lei ha saputo rendere labile il
confine tra realtà e finzione. Lei è "nudo", come quel famoso Re; eppure
lo stuolo di cortigiani e di folle osannanti che la seguono sono pronti a
giurare che ella sia bello, invincibile, munifico.
Dal Principe di Machiavelli ha sicuramente imparato una cosa: il fine
giustifica i mezzi; ecco perchè non è mai andato per il sottile. Per lei
Lo Stato è un'azienda, la cultura un optional, la povertà un
"inconveniente" come arditamente l'ha definita.
Lei ha capito bene, come il Mefistofele che "la moneta cattiva scaccia
quella buona" e, più ancora, che se getta a terra una manciata di monete
la gente si accapiglierà per raccoglierle.
> Lei, da perfetto populista si appella al popolo perchè ratifichi le sue
scelte. Ma cos'è il popolo, chi è il popolo? E' forse un monolite che,
unum corde, prende decisioni all'unisono? No, lei lo sa benissimo, perchè
è contornato da statistici, che il popolo non esiste se non come somma di
tante unità che compongono l'insieme.
Lei sa che si compone e si scompone in continuazione e perciò ha bisogno
di suggestioni in cui riconoscersi. Il popolo è:
* quello che pochi giorni prima gridava " Osanna al figlio di David" e ,
poco dopo urlava a Pilato: "Libera Barabba".
* quello che sotto il balcone di Palazzo Venezia urlava in delirio per il
Duce che annunciava la dichiarazione di guerra alla Francia e poi, dopo
vent'anni sputacchiava il cadavere del duce nella polvere, prima che
fosse appeso a un distributore di benzina.
* quello che al nord odia i "terroni" e al sud odia i "polentoni";
* quello che si divide negli stadi, che si divide su tutto, che perde le
staffe quando è in coda, quello che cerca di non pagare le tasse e,
potendo, porta i denari all'estero.
Lei ha saputo trarre il peggio da questo popolo e ha fatto leva sui suoi
peggiori istinti. Ha contribuito grandemente ad affossare la nostra
cultura a fare di questo paese, una volta perla della civiltà, patria
della pittura, della scultura, della musica, un paese a rimorchio della
peggiore cultura altrui.
Le soap opera, i programmi violenti e dozzinali che le sue televisioni
somministrano al popolo, hanno contribuito grandemente a distruggere quel
patrimonio di saperi che hanno fatto dell'Italia uno dei paesi più
ammirati nella storia della civiltà.
*Lei ci ha lasciato il cafonal, l'idea che bisogna a tutti costi
primeggiare, essere vincenti.
*Ha convinto i poveri e gli stolti che la fortuna può "baciare tutti" e
che i cieli siano sempre azzurri: basta solo essere ottimisti.
* Ha definito la politica un teatrino, cancellando, con questo giudizio,
secoli di civiltà ereditati dall'ellenismo, dal continuo interrogarsi
dell'uomo sulla società, sui suoi poteri e limiti in rapporto ai diritti
dell'individuo.
* Si è preso burla della civiltà giuridica, ha definito i giudici
"persone mentalmente disturbate". Ha spiegato a milioni di italiani che è
meglio "avere" che "essere".
* Ha insegnato che non serve rispettare le regole; anzi: se queste non
corrispondono ai tuoi personali disegni fai in modo di cambiarle.
* La Casa di tutti l'ha trasformata nella casa dei vincitori, a qualsiasi
costo e a qualsiasi prezzo, anche quello della indecenza.
* Ha insegnato agli italiani che la corruzione, il rampantismo, lo
sgomitare per farsi largo sono la via giusta per affermarsi e che il
diritto e la ragione sono solo armi per i deboli. Vae victis.
Ecco perchè non la amo signor Presidente, perchè lei è l'opposto di tutti
quei valori in cui credo, che sono l'onestà, la sussidiarietà, la
solidarietà, l'altruismo, la compassione, la valorizzazione dei saperi,
delle bellezze naturali e artistiche di questo grande e meraviglioso
paese. Non credo nel demonio Signor Presidente, ma se esistesse avrebbe
il suo volto. Detto questo provo pena per lei che è stato colpito nel
fisico da un atto sconsiderato.
Io, da perfetta nullità, ho solo un'arma per poterLa colpire: il voto.
Purtroppo subirò il suo potere, indifeso come sono d'innanzi alla sua
forza devastatrice. Ma me lo consenta: di quello che lei fa, non c'è
nulla di fatto in nome mio.
Con disistima
Lettera firmata
ho ricevuto, non so da chi, la seguente lettera.
E' un po' lunga, ma riassume bene tutti i motivi che mi fanno sentire a
disagio nell'accettare che che il nostro paese sia guidato e
rappresentato dal signor Berlusconi.
Un saluto a tutti.
Signor Presidente,
Lei si è chiesto ed ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori:"perchè
mi odiano?"
Io sono un signor nessuno, uno dei sessanta milioni di italiani senza
volto e senza nome, buoni solo per comparire come unità statistiche nelle
rilevazioni demografiche. Comunque, visto che lei ha fatto una domanda,
per quello che conta il mio parere, vorrei risponderle. Io sono tra
quelli che la odiano, nel senso che non la amano.
Intendiamoci: trovo l'odio un sentimento disdicevole. Ho ricevuto
un'educazione cristiana, sebbene l'abbia rinnegata; però certi valori mi
sono rimasti dentro. Nella mia vita ho cercato di essere sempre dalla
parte dei deboli e di trovare mille attenuanti per chi ha sbagliato.
Eppure nei suoi confronti provo un "non amore" irrefrenabile.
Stia tranquillo: sono un uomo di pace: faccio fatica anche ad ammazzare
le mosche;perciò il mio odio non si tradurrà in altro che in un desolato
isolamento. Scuoto la testa e da lei traggo insegnamento, per me e per i
miei figli, di quanto non sia esempio da imitare.
Lei non conosce me, ma io conosco lei, dai tempi in cui ella era un
oscuro costruttore edile quando, sindaco Carlo Sangalli (ora Presidente
della Camera di Commercio di Milano) fondò l'Edilnord e iniziò a
costruire a Brugherio. Ricordo le sue liti con la civica amministrazione
di quella città per gli abusi edilizi e come, già allora, avesse il vezzo
di ottenere con la prepotenza quello che non avrebbe potuto ottenere
secondo la legge. Poi l'ho seguita nella sua avventura con
Telealtomilanese e ancora con l'avvio delle Sue reti televisive. Ricordo
la legge Mammì, ricordo Craxi (che ho conosciuto di persona) e gli
indebiti favori che ella ha ricevuto e ricambiato con sostanziose
tangenti.
La conosco, Signor Presidente: abito a cento metri in linea d'aria dagli
studi di Mediaset ed a un Chilometro da Milano Due, che ella ha
costruito. Non parlo per "sentito dire" ma perchè ho testimonianza
diretta di quello che Ella è.
Devo dire che la Sua, non fosse una figura moralmente indecente, sarebbe
da ammirare per la genialità: non ha sbagliato nulla. E' partito con una
piccola impresa, a debiti e con finanziamenti di cui lei non ha mai bene
rendicontato ed ha costruito un impero, con fredda logica e con assoluta
lungimiranza. Lei dice che è entrato in politica nel 1994; non è vero.
Lei ha preparato il terreno molto, molto prima. Lo ha fatto comprando il
Milan, con le sue televisioni.
Più che merci lei ha comprato coscienze.
Lei ha compreso molto bene cosa sia il marketing e quali siano le
tecniche di vendita. Non fa mai nulla che non abbia un riscontro positivo
nei sondaggi.
Per lei non ha valore morale quello che fa: ella non è il "Principe"; ha
un disegno preciso, che coincide col suo interesse personale. Però ha
capito molto bene che, per avere consenso, deve azionare delle "leve",
che corrispondono ai processi di immedesimazione di emulazione.
Lei ha trasformato un perdente in un vincitore, un debole in un forte, un
povero in un ricco; e questo è il suo autentico miracolo. Tutto nella
finzione, ovviamente.
Però, e anche questo è un Suo "merito". Lei ha saputo rendere labile il
confine tra realtà e finzione. Lei è "nudo", come quel famoso Re; eppure
lo stuolo di cortigiani e di folle osannanti che la seguono sono pronti a
giurare che ella sia bello, invincibile, munifico.
Dal Principe di Machiavelli ha sicuramente imparato una cosa: il fine
giustifica i mezzi; ecco perchè non è mai andato per il sottile. Per lei
Lo Stato è un'azienda, la cultura un optional, la povertà un
"inconveniente" come arditamente l'ha definita.
Lei ha capito bene, come il Mefistofele che "la moneta cattiva scaccia
quella buona" e, più ancora, che se getta a terra una manciata di monete
la gente si accapiglierà per raccoglierle.
> Lei, da perfetto populista si appella al popolo perchè ratifichi le sue
scelte. Ma cos'è il popolo, chi è il popolo? E' forse un monolite che,
unum corde, prende decisioni all'unisono? No, lei lo sa benissimo, perchè
è contornato da statistici, che il popolo non esiste se non come somma di
tante unità che compongono l'insieme.
Lei sa che si compone e si scompone in continuazione e perciò ha bisogno
di suggestioni in cui riconoscersi. Il popolo è:
* quello che pochi giorni prima gridava " Osanna al figlio di David" e ,
poco dopo urlava a Pilato: "Libera Barabba".
* quello che sotto il balcone di Palazzo Venezia urlava in delirio per il
Duce che annunciava la dichiarazione di guerra alla Francia e poi, dopo
vent'anni sputacchiava il cadavere del duce nella polvere, prima che
fosse appeso a un distributore di benzina.
* quello che al nord odia i "terroni" e al sud odia i "polentoni";
* quello che si divide negli stadi, che si divide su tutto, che perde le
staffe quando è in coda, quello che cerca di non pagare le tasse e,
potendo, porta i denari all'estero.
Lei ha saputo trarre il peggio da questo popolo e ha fatto leva sui suoi
peggiori istinti. Ha contribuito grandemente ad affossare la nostra
cultura a fare di questo paese, una volta perla della civiltà, patria
della pittura, della scultura, della musica, un paese a rimorchio della
peggiore cultura altrui.
Le soap opera, i programmi violenti e dozzinali che le sue televisioni
somministrano al popolo, hanno contribuito grandemente a distruggere quel
patrimonio di saperi che hanno fatto dell'Italia uno dei paesi più
ammirati nella storia della civiltà.
*Lei ci ha lasciato il cafonal, l'idea che bisogna a tutti costi
primeggiare, essere vincenti.
*Ha convinto i poveri e gli stolti che la fortuna può "baciare tutti" e
che i cieli siano sempre azzurri: basta solo essere ottimisti.
* Ha definito la politica un teatrino, cancellando, con questo giudizio,
secoli di civiltà ereditati dall'ellenismo, dal continuo interrogarsi
dell'uomo sulla società, sui suoi poteri e limiti in rapporto ai diritti
dell'individuo.
* Si è preso burla della civiltà giuridica, ha definito i giudici
"persone mentalmente disturbate". Ha spiegato a milioni di italiani che è
meglio "avere" che "essere".
* Ha insegnato che non serve rispettare le regole; anzi: se queste non
corrispondono ai tuoi personali disegni fai in modo di cambiarle.
* La Casa di tutti l'ha trasformata nella casa dei vincitori, a qualsiasi
costo e a qualsiasi prezzo, anche quello della indecenza.
* Ha insegnato agli italiani che la corruzione, il rampantismo, lo
sgomitare per farsi largo sono la via giusta per affermarsi e che il
diritto e la ragione sono solo armi per i deboli. Vae victis.
Ecco perchè non la amo signor Presidente, perchè lei è l'opposto di tutti
quei valori in cui credo, che sono l'onestà, la sussidiarietà, la
solidarietà, l'altruismo, la compassione, la valorizzazione dei saperi,
delle bellezze naturali e artistiche di questo grande e meraviglioso
paese. Non credo nel demonio Signor Presidente, ma se esistesse avrebbe
il suo volto. Detto questo provo pena per lei che è stato colpito nel
fisico da un atto sconsiderato.
Io, da perfetta nullità, ho solo un'arma per poterLa colpire: il voto.
Purtroppo subirò il suo potere, indifeso come sono d'innanzi alla sua
forza devastatrice. Ma me lo consenta: di quello che lei fa, non c'è
nulla di fatto in nome mio.
Con disistima
Lettera firmata
GRANDE SILVIO! CHIUNQUE NON LO AMI E' UNO CHE NON LO CONOSCE DI FONDO! IO, D'ALTRONDE, LO CONOSCO BENISSIMO ESSENDO STATO SUO GRANDE AMICO AI TEMPI DELL'EDILNORD E ANDAVO A CASA SUA A CALDE' SUL LAGO MAGGIORE! VI ASSICURO E' UNA PERSONA BRAVISSIMA E BUONISSIMA CON I DIFETTI CHE HANNO TUTTI!
RispondiEliminaAppunto,con i difetti che hanno tutti tu compreso meno io,ad esempio io non faccio leggi ad-personam,non sfuggo ai processi e non vado a puttane!
RispondiEliminaquoto MichelAbba.
RispondiEliminann tutti si fidano di piazzisti, affaristi ed arrivisti senza scrupoli ke fanno la bella faccia solo x avere consenso e popolarità.