in tema di poesia voglio farvi leggere questa del poeta palestinese
Mahmud Darwish:
Ultima sera in terra
"Nell'ultima sera in questa terra ci separiamo dai giorni
dagli arbusti, contiamo le coste che portiamo
e quelle che lasciamo. La'. Nell' ultima sera
diremo addio al nulla, ne' troveremo il tempo della nostra fine
restando ogni cosa in quello stato. Rinnova i nostri sogni il luogo
e gli ospiti. D' un tratto siamo incapaci di fare ironia
poichè il luogo è pronto ad accogliere il nulla.
Qui, nell'ultima sera
colmiamo gli occhi di monti che cingono le nubi. Conquiste e riconquiste
e un tempo antico che a questo tempo nuovo rende le chiavi
delle nostre porte
conquistatori, entrate nelle case, bevete il nostro vino
al ritmo semplice delle muwashshahat
siamo la notte nel suo profondo
e il nulla
alba di un cavaliere giunto nell'ultimo richiamo alla
preghiera
il nostro tè è verde e caldo, bevetelo,
freschi i pistacchi, magiateli,
e i letti verdi del legno di cedro,
cedete al sonno
dopo un lungo assedio, dormite sul piumino dei nostri sogni
le lenzuole sono messe, il profumo alle porte è asperso , e
numerosi specchi
entrate, noi ne usciremo, sino all'ultimo.
E sotto la pelle cercheremo
quel che fu la nostra storia intorno a voi per contrade lontane
e alla fine ci chiederemo:
c'era la Palestina?
Là o laggiù?
sulla terra ... o nella poesia
Ultima sera in terra
"Nell'ultima sera in questa terra ci separiamo dai giorni
dagli arbusti, contiamo le coste che portiamo
e quelle che lasciamo. La'. Nell' ultima sera
diremo addio al nulla, ne' troveremo il tempo della nostra fine
restando ogni cosa in quello stato. Rinnova i nostri sogni il luogo
e gli ospiti. D' un tratto siamo incapaci di fare ironia
poichè il luogo è pronto ad accogliere il nulla.
Qui, nell'ultima sera
colmiamo gli occhi di monti che cingono le nubi. Conquiste e riconquiste
e un tempo antico che a questo tempo nuovo rende le chiavi
delle nostre porte
conquistatori, entrate nelle case, bevete il nostro vino
al ritmo semplice delle muwashshahat
siamo la notte nel suo profondo
e il nulla
alba di un cavaliere giunto nell'ultimo richiamo alla
preghiera
il nostro tè è verde e caldo, bevetelo,
freschi i pistacchi, magiateli,
e i letti verdi del legno di cedro,
cedete al sonno
dopo un lungo assedio, dormite sul piumino dei nostri sogni
le lenzuole sono messe, il profumo alle porte è asperso , e
numerosi specchi
entrate, noi ne usciremo, sino all'ultimo.
E sotto la pelle cercheremo
quel che fu la nostra storia intorno a voi per contrade lontane
e alla fine ci chiederemo:
c'era la Palestina?
Là o laggiù?
sulla terra ... o nella poesia
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Mioddio..
RispondiEliminariusciremo mai a dare 'casa loro' a queste persone strette tra estremisti che rivendicano la terra per giochi di potere?:-((
Grazie...con le lacrime che sgorgano e non si fermano...mai.
Non per niente ho definito Gaza una Stalingrado...
RispondiEliminaLa guerra infinita...davvero spero che la Presidenza Obama non deluda le immense attese del mondo...