google6a3fa170c1192d09.html 100cosecosi 100cosecosi: VARAZZE LO SCANDALO DEI BUONI PASTO DIMEZZATI AL CARDIOPATICO PER METTERLO A DIETA !

mercoledì 20 gennaio 2010

VARAZZE LO SCANDALO DEI BUONI PASTO DIMEZZATI AL CARDIOPATICO PER METTERLO A DIETA !

Scandaloso a Varazze: tolti i buoni pasto a chi ne ha bisogno

Varazze | Valeria Rossi | gennaio 13, 2010 alle 12:46 - Stampa articolo 

varazze_panoramica_spiaggia_00
di VALERIA ROSSI – Ci ha contattato il signor Adolfo Cacace di Varazze, raccontandoci una storia  incredibile quanto incresciosa.
Adolfo ha serissimi problemi di salute: ha subito quattro infarti ed è in attesa di trapianto di cuore, cosa che gli ha ovviamente impedito di proseguire nella sua attività lavorativa. Il Comune di Varazze gli era andato incontro offrendogli un assegno di 200 euro mensili (come se al giorno d’oggi si campasse con duecento euro…ma sorvoliamo su questo), che però è stato ritirato quando la sua convivente ha trovato un lavoro. Altra cosa abbastanza strana: le coppie di fatto non hanno alcun diritto, in quanto non sposate, quando devono ricevere qualcosa (eredità, pensioni ecc.)… invece, quando si tratta di portargli via qualcosa, diventano legalissime, quanto e più di quelle sposate.
Ma sorvoliamo ANCHE su questo.
Siccome la convivente di Adolfo guadagna 1000 euro al mese, una volta tolte le consuete spese di affitto, luce, gas eccetera (più le spese sanitarie a cui è sempre costretto un malato, come tutti sanno, nonostante la mutua), a conti fatti, per sopravvivere alla coppia restano 130 euro, ovviamente insufficienti. Alle rimostranze di Adolfo l’assistenza sociale aveva  risposto con la concessione di quattro buoni pasto mensili, da consumare alla Coop, di 52 euro l’uno: in questo modo, nonostante tutto, la coppia riusciva perlomeno a mettere insieme pranzo e cena… almeno fino al giorno in cui Adolfo è andato a fare gli auguri di Natale agli assistenti sociali ed ha scoperto che sotto l’albero lo attendeva un “regalo” quantomai sgradito: i buoni spesa sarebbero stati sospesi col nuovo anno.
Motivazione sconosciuta, anche se tra le righe gli hanno fatto capire che si trattava di un problema di “spese comunali” che esigevano un taglio di spese.
Ma si possono tagliare gli aiuti a chi è malato, non può lavorare e ha bisogno di mangiare per sopravvivere?
Pochi giorni fa Adolfo è andato dagli assistenti sociali e ha scoperto che il “regalino” era arrivato: niente più buoni. Non ci ha più visto e – come ci ha raccontato: “Ho buttato all’aria tutto, perché ho davvero perso la testa. Mi dispiace, ma così non posso andare avanti: non dormo più la notte, oggi a pranzo mangerò un pompelmo perché non posso permettermi altro. Mi hanno offerto la metà dei buoni pasto: 104 euro al mese per mangiare in due. Non ho accettato neppure quelli, perché non è possibile essere presi in giro in questo modo.
Il Comune che sta dissanguando le casse per costruzione di nuovi parcheggi, e in un prossimo futuro per la costruzione del retroporto… e i soldi vengono a prenderli a noi? Tra l’altro non ci sono soltanto io ad usufruire di questi buoni: non so esattamente di quante famiglie stiamo parlando, io ne conosco altre tre, ma mettiamo pure che si arrivi a una ventina: cosa pensa di realizzare, la Giunta, con 1000 euro al mese ottenuti togliendo letteralmente il pane di bocca a chi non è un fannullone, non è uno delinquente, ma è soltanto malato e impossibilitato a lavorare?”
Ce lo domandiamo anche noi, anzi giriamo la domanda al Sindaco di Varazze, che abbiamo conosciuto e che ci era sembrato persona sensibile e attenta ai bisogni dei suoi cittadini.
Speriamo davvero che ci sia una spiegazione diversa da quella che sembra di intuire dalle parole di Adolfo, ma soprattutto ci auguriamo che si possa trovare una rapida soluzione, anche perché non ci sembra giusto che una persona gravemente malata di cuore debba subire un simile stress, che certamente non migliora neppure le sue condizioni di salute.

Il sottoscritto in qualità di Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varazze, 
avendo preso visione dell’articolo apparso sul vostro sito dal titolo“scandaloso a Varazze : tolti i buoni pasto a chi ne ha bisogno”, sono stato delegato dal Sindaco a fornire una risposta in merito a quanto affermato nell’articolo stesso, premettendo che l’obbligo alla privacy a favore delle persone che si rivolgono al Comune, impone di non entrare nel merito della situazione descritta.
L’Amministrazione Comunale si avvale del lavoro degli Assistenti  Sociali che ricevono il pubblico due volte alla settimana e, per le persone che si trovano in difficoltà economiche, verificano e attivano le loro risorse personali (ad es. se una persona ha problemi sanitari viene attivato l’iter della domanda di invalidità civile, se ha difficoltà a trovare un lavoro l’A.S. prende contatti con l’agenzia per l’Impiego di Savona), stabilendo con gli interessati un progetto individualizzato.
La valutazione delle difficoltà economiche richiede inoltre la presentazione da parte della persona interessata di una serie di documenti atti a comprovare gli introiti come buste paga, cedolini pensione (comprese quelle di invalidità e di indennità di accompagnamento) e una dichiarazione sottoscritta dall’interessato qualora le entrate non siano documentabili. Viene richiesta inoltre la documentazione attestante le spese sostenute dalla persona (utenze, canone di affitto, ricevute relative a spese sanitarie).
Va precisato che viene sempre tenuto conto del numero effettivo di persone che convivono nello stesso appartamento considerando le entrate di tutti i componenti (siano essi sposati o conviventi). Sulla base della situazione personale e familiare del nucleo, degli introiti e delle spese, viene stabilito un eventuale contributo economico da parte del Comune e la durata dello stesso.
Quanto sopra è previsto dal regolamento comunale, che non stabilisce solo delle procedure, ma soprattutto garantisce l’equità e il pari trattamento a tutti i cittadini.
Posso affermare che il Comune ha sempre cercato di dare risposte ai  cittadini con situazioni di disagio, ma non possiamo ignorare che purtroppo negli ultimi tempi il loro numero è aumentato a fronte di risorse sempre più limitate.
D’altro canto il Comune non può (e non deve) assistere economicamente le persone a vita (a meno che non si tratti di anziani malati e privi di familiari), al Servizio Sociale è affidato il compito di sostenerli nei momenti di difficoltà, ponendosi degli obiettivi che una volta raggiunti presuppongano la chiusura del caso o il ridimensionamento dell’intervento.
Detto questo mi preme portare una riflessione sulle modalità e sul “tono” dell’articolo.
Qual è  , mi chiedo, l’obiettivo che si pone l’autrice a pubblicare un articolo usando frasi pesanti (il titolo le riassume) senza conoscere nulla della persona di cui parla o di quello che è stato fatto per aiutarla?
Mi chiedo se d’ora in poi chiunque possa scrivere al vostro sito lamentando torti o ingiustizie subite e queste verranno immediatamente pubblicate senza un minimo di verifica o riscontro.
Io penso che questa non sia la strada giusta, sia per il rispetto della privacy delle persone ma soprattutto perché non si può discutere pubblicamente delle loro fragilità. La persona infatti può raccontare le proprie difficoltà sottolineando gli aspetti che ritiene più rilevanti , ma il Servizio Sociale non può dare dei riscontri se non direttamente alla persona  e comunque non pubblicamente.
Certamente sono disponibile ad accogliere eventuali segnalazioni e lamentele, ma il mio compito penso sia quello di verificare se è stato fatto il possibile per sostenere la persona/famiglia nel momento della difficoltà, rispettando i regolamenti esistenti.
Nel caso in questione posso affermare che sono stati raggiunti gli obiettivi possibili.
Spero che queste mie riflessioni possano portare ad una collaborazione più costruttiva.      


Varazze, li 19.01.2010

                                                        
                                              l’Assessore ai Servizi Sociali
                                                Antonio Franzone   


Posso affermare che il Comune ha sempre cercato di dare risposte ai  cittadini con situazioni di disagio, ma non possiamo ignorare che purtroppo negli ultimi tempi il loro numero è aumentato a fronte di risorse sempre più limitate.
... dunque risparmiare qualche migliaio di euro su un bilancio di spesa di milioni di euro ad esempio un parcheggio (...) sarebbe una economia a misura d'uomo,rispettosa dei diritti del cittadino primo fra tutti il diritto alla salute ed alle cure? Che...incidentalmente è un diritto inalienabile comprendendo nelle cure l'accesso alla corretta alimentazione,leggasi assunzione di proteine ed altri elementi vitali all'esistenza.
Qui sotto la fotografia del bilancio di Varazze,pare che sia eccellente,strabiliante,senza deficit,oppure sbaglio e leggo male,non so ma a prima vista sono sconcertato!
D’altro canto il Comune non può (e non deve) assistere economicamente le persone a vita (a meno che non si tratti di anziani malati e privi di familiari)
La frase si commenta da sola nel suo ipocrita formalismo,un diritto non è a tempo limitato,il grave stato di necessità di un cardiopatico non è equiparabile allo stato di salute di un cittadino che si rompe una gamba ! Qui non siamo a Napoli ma aVarazze dove le persone in grave stato di necessità sono un peso irrilevante e risibile in termini di quantità! Inoltre il cittadino in questione non è assistito dal giorno della sua nascita,ha lavorato,ha versato dei contributi e pagato le tasse per poter eventualmente un giorno in caso di necessità poter accedere all'usufrutto dei suoi diritti,l'istituzione non puo ignorarli ne discriminarlo per via del fatto che è un antipatico senza peli sulla lingua !
 Quanto sopra è previsto dal regolamento comunale, che non stabilisce solo delle procedure, ma soprattutto garantisce l’equità e il pari trattamento a tutti i cittadini. 
Qui abbiamo un grossolano esercizio retorico,la citazione del regolamento obbligata dall'impiegato burocrate messo a disagio dal cittadino che rivendica quanto gli è dovuto.
La sola sua difesa: il regolamento interpretato naturalmente sempre a scapito del cittadino che protesta,pare che i regolamenti siano stati fatti per creare filtri discrezionali,l'assessore risponde con vaghezza ed evita di citare gli articoli e i paragrafi che obbligano il comune di Varazze a dimezzare i buoni pasto !
Vagamente "non c'è trippa per gatti" dovrebbe saziare la curiosità dei cittadini indignati per la grave discriminazione!

Certamente sono disponibile ad accogliere eventuali segnalazioni e lamentele, ma il mio compito penso sia quello di verificare se è stato fatto il possibile per sostenere la persona/famiglia nel momento della difficoltà, rispettando i regolamenti esistenti.
Infine la ripetizione di un formalismo irritante e insensibile e di un cinismo rivoltante con la cura della sensibilità obbligata alla privacy del cittadino facendo finta di non sapere che fù lo stesso cittadino a sollevare il velo sulla sua storia personale.
L'Assessore conclude la sua lettera definendo il regolamento,la retorica e la vaghezza con cui ci delucida "riflessioni",tanto di cappello !




Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

0 commenti:

Posta un commento

"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)