Talons aiguilles dans une mosquée :
l'œuvre irrite les musulmans
Tacchi a spillo in una moschea,l'opera d'arte (l'installazione) irrita i mussulmani
Credit photo
Mehdi-Georges Lahlou ha ricostruito fedelmente in una galleria d'arte Belga (Bruxelles) l'interno di una sala di preghiera con la particolarità di un paio di tacchi a spillo rossi sopra il tappetino di preghiera.
Tacchi a spillo in una moschea,l'opera d'arte (l'installazione) irrita i mussulmani
Credit photo
Mehdi-Georges Lahlou ha ricostruito fedelmente in una galleria d'arte Belga (Bruxelles) l'interno di una sala di preghiera con la particolarità di un paio di tacchi a spillo rossi sopra il tappetino di preghiera.
Per giorni la vetrina della galleria d'arte è stata oggetto di sputi,sassate e via dicendo.
Comprensibile l'esigenza di questa installazione di farsi carico della giusta dose di provocazione come è buona norma nell'arte Contemporanea pero è un po troppo facile prendersela sempre con sti poveri mussulmani,insomma è un po come sparare sulla croce rossa,troppo facile tantomeno che garantisce una visibilità immediata all'artista che si azzarda alla provocazione.
nello specifico gli islamici hanno preso i tacchi a spillo come se testimoniassero la presenza tra loro e in un luogo sacro di una prostituta (...)
Vagli a dire che per i cristiani la piu grande amica di Gesu cristo era una prostituta (...) la Maddalena che come noto venne inventata di sana pianta nei Vangeli forse per giustificare certe frequentazioni senili dei padri della chiesa (...)
Vagli a dire che a puttane ed Escort ormai ci vanno tutti dopo la promozione che ne ha fatto nella Mignottocrazia Silvio Berlusconi...
Non intendono ragioni.
In realtà l'artista dice che intendeva evidenziare,testimoniare la presenza di un travestito?!
Capirai la differenza per un mussulmano...in ogni caso l'installazione è stata rimossa dopo qualche giorno e la galleria ha ottenuto un po di pubblicità,amen!
Quando ero in Marocco perso in un soggiorno ozioso ed esotico gli amici marocchini mi dicevano delle Europee che camminavano sui tacchi a spillo facendo letteralmente danzare il culo!
Abituati alla Danza del Ventre scoprivano con perplessità e stupore un'altra parte del corpo oggetto di erotizazione...
Niente di piu erotizante per loro,gli suscitava un turbamento intollerabile,potenza dell'Eros e del desiderio,il toro corre sfrenato con tutta la sua potenza e vigoria nella prateria a capo chino...
Ti piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Articolo originario in francese
"Cocktail ou autoportrait en société" : a priori, le titre n'a rien de polémique. Pourtant, l'installation artistique de Mehdi-Georges Lahlou a dû être retirée plus tôt que prévu de la vitrine où elle était exposée, dans le passage Charles Rogier à Bruxelles.
"L'œuvre a suscité l'indignation des personnes issues de la communauté musulmane", explique Olivier Dejong, gestionnaire de la galerie commerçante. "La vitrine a été la cible de jets de pierres et de crachats à plusieurs reprises, et a même été ébréchée".
L'installation du jeune artiste reconstitue un espace de prière musulmane, composé d'une trentaine de tapis disposés au sol en direction de la Mecque, sur lesquels sont disposées des paires de chaussures masculines. Au milieu, sur un tapis vert, trône une paire de talons aiguilles rouges et brillants.
Une œuvre "incomprise"
Selon Mehdi-Georges Lahlou, son œuvre aurait été mal comprise. "Les membres de la communauté musulmane identifient à première vue ces chaussures à une femme ou une prostituée, qui serait en prière parmi les hommes, ce qui est perçu comme un acte contre l'Islam", a-t-il expliqué.
L'artiste français livre une toute autre interprétation de sa réalisation. "Dans ma pratique, confie-t-il, j'utilise très souvent ce seul stigma féminin pour me travestir et donc questionner ma sexualité. Plus qu'une prostituée, c'est un travesti qui est représenté".
0 commenti:
Posta un commento
"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)