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domenica 27 settembre 2009

ARCHIVIO DELLA DISLOCAZIONE


ARCHIVIO DELLA DISLOCAZIONE
L’archivio della dislocazione documenta il trasferimento continuo di sé.

Ad ognuno dei partecipanti al progetto è richiesto di realizzare fotografie di sé nel contesto di panorami più o meno noti, esibendo nella mano la cartolina del proprio luogo di provenienza.
                                                                                                   ES PRODUZIONI 2009 


http://dislocazione.altervista.org/index_files/shapeimage_2.png
L’archivio della dislocazione documenta il trasferimento continuo di sé. Il movimento vero o falso porta in altri luoghi ma, stampata nella propria testa, c’è l’immagine del territorio originario, dell’ἦθος, la dimora da cui proveniamo. Lo spostamento provoca anche nostalgia, mal du pays, heimweh.

Queste immagini provano a coniugare posizioni di arrivo e di partenza, e sono anche testimonianze della dislocazione che è - secondo Foucault  - la contemporanea concezione/forma dello spazio sostituitasi all’idea galileiana dell’estensione.
Spunto essenziale per la fondazione dell’archivio una canzone napoletana - interpretata da merola/d’alessio - intitolata “cient’anne”, dove un padre morente consiglia al proprio figlio emigrante di portare con sé una cartolina di napoli da utilizzare per superare i futuri momenti di sconforto.
Ad ognuno dei partecipanti al progetto è richiesto di realizzare fotografie di sé nel contesto di panorami più o meno noti, esibendo la cartolina del proprio luogo di provenienza.
La cartolina è come una foto segnaletica della mia origine ed il risultato è una sorta di mappatura di un personale itinerario a partire da quel punto.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)