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giovedì 2 aprile 2009

Aprile 2009 3°a settimana

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"quando l'irresponsabilità si ammanta da follia"

qui l'articolo de le Monde



Pablo Ruiz Picasso

Ho la fortuna di avere per lingua madre lo spagnolo,poi l'italiano ed infine per amore ricambiato il francese,ebbene ho una serie di documentari biografici,storici sulla vita di pablo Picasso,ultimamente mi ha sorpreso per dettaglio e cognizione di causa un documentario spagnolo,per la prima volta anche perchè loro non rinunciano mai al machismo (...)si entra ben in profondità della vita famigliare di P.,le sue donne,i conflitti,l'Harem,le separazioni,i figli e i loro drammi e persino quanto il maestro temesse per se,per la sua arte,la morte;cio dopo aver perso un gran numero di amici e persone care,da Casagemas sino a Matisse...la riflessione scaturita da questo e altri fatti documentali che lo riguardano verte attorno all'incontestabile fatto che il PADRE di tutti noi (...)ci lascia orfani e tuttavia,noi,siamo milioni a camminare nel suo solco segno questo di quanto sia viva la sua figura ancora oggi a quasi 50 anni dalla sua scomparsa (1975?).Alcune mezze calzette al contrario non possono vantare un tale seguito pure se fanno un baccano d'inferno con ricchi cori d'accompagnamento....E perchè è viva la sua figura? Perchè la sua vita era l'arte e la sua arte era indiscindibile dalla sua vita,dai suoi amori,dalle sue passioni,dal suo Eros,dalla sua lotta.Indiscindibile dalla sua parola,dal suo sogno,dal suo desiderio.Qualcuno sà citarmi un contemporaneo con una vita appena appena felice e celebrata nella sua arte? Lui ci guarda rabbioso e incontenibile dalla prigione-memoria in cui lo abbiamo racchiuso.Con sua voglia d'annientare il mondo dei conformismi e delle accademie istituzionalizate.Tutto sommato un vecchietto grandiosamente terrorizante.

Beatiful Agonyqui / ici

ATMOSFERE in RAZZISMO

La strage di Erba in un quadro qui il diaporama

Qui la storia.............................................................................................
di Chiara Gatti
Dipinge con l´abilità di un fiammingo del Quattrocento e la vena caustica di un artista impegnato degli anni Settanta. E lo fa per inchiodare sulla tela fatti di cronaca che evita tuttavia di descrivere nel dettaglio preferendo catturare l´atmosfera che gli ruota intorno.Annalisa Pirovano, trent´anni, milanese d´adozione, diplomata a Brera in scenografia, è proprio brava. Perché s´è inventata un modo di dipingere che si nutre di antico e presente senza scimmiottare però i toni autoreferenziali di molta figurazione trucida contemporanea, di cui le è rimasto attaccato solo un debito troppo evidente verso la fotografia. Per il resto la lucidità con cui analizza temi all´ordine del giorno fa rabbrividire.

Come nel caso dei dipinti presentati in questa sua prima personale, curata da Mimmo di Marzio alla Galleria Obraz, ispirati al tragico evento di cronaca nera avvenuto nella sua città d´origine, Erba. I vicini non fanno rumore è il titolo inquietante di una serie di grandi quadri a olio in bianco e nero, con interni d´abitazioni apparentemente tranquilli, feriti dalla luce lattiginosa (invasione mediatica) di un televisore sempre acceso. Un incubo. Il silenzio, il senso d´attesa, le figure ipnotizzate come soprammobili di un arredamento in stile, con le mattonelle ben lucidate e le poltrone su cui non ti stupiresti di trovare la plastica per preservarle dalla polvere, sono tutti elementi di una messa in scena che Annalisa, forte della sua formazione da scenografa, orchestra alla grande.

Ad aumentare l´ansia, le inquadrature ardite, le zoomate, le riprese stile telecamera nella casa del Grande Fratello. Protagonisti: personaggi, comparse, amici che posano come in un backstage e interpretano figure dentro uno schermo, in trance davanti a un altro schermo, raggelati nell´attimo prima di un momento di ordinaria follia. Da non perdere la grande anamorfosi che, a parte il tema lugubre della ragazza alle prese con una striscia di coca, sfoggia una natura morta in primo piano degna dell´(iper)realismo di Vermeer.

MAX BECKMAN

una scoperta di Sonia Richelma d'Elia per noi


Dozza

Affresco di Sebastian Matta

La cittadina degli affreschi
di Rossella Cerulli
Nel corso degli anni, oltre 200 artisti hanno decorato le vie del borgo con le loro opere pittoriche, dando vita a una manifestazione d’arte moderna molto particolare: la Biennale del Muro dipinto. Un museo all’aria aperta in simbiosi con gli abitanti. I Viaggi
NON SI SCAPPA: da mezzogiorno alle tre all'Antica Osteria del Borgo ci si ritrova tutti a giocare a carte, a “matazza”. Ogni giorno, accanitamente, tra un bicchiere di Albana e i profumi della cucina. Accanto, in un locale annesso sotto i lunghi portici, una signora tira molti chili di sfoglia, per le tagliatelle del pranzo che verrà. Non è più Emilia ma non è ancora Romagna: Dozza, borgo medievale di 200 anime, a metà strada tra Bologna e Imola, vive così, distesa in pacata tranquillità. Con il tabaccaio e la merceria che aprono ad orari bislacchi. E le signore sulle sedie di paglia fuori in strada a godersi un raggio di sole.

Però se giri l'angolo, a Dozza, ti imbatti in un Corto Maltese che ti strizza l'occhio. E più in là in un dirigibile sognante, decollato per chissà quali destinazioni. Sotto un porticato, invece, un po' nascosta, in una signora in rosso, intenta a combattere con il vento che le solleva l'abito. E in molti altri personaggi, che da anni ormai qui nel borgo hanno preso la residenza. Tutto merito della fantasia.

Di chi? Dei duecento artisti che dal 1960 si sono succeduti nelle vie del paese, dando vita ad una biennale d'arte moderna molto particolare: quella del Muro dipinto. Correva infatti l'anno 1960 quando il comune acquistò dalla famiglia Campeggi-Malvezzi la strepitosa Rocca che domina il borgo. Come valorizzare il paese, si chiesero gli amministratori dell'epoca, dopo siffatta acquisizione? Semplice: invitando pittori, affermati e non, ad affrescare le mura del centro storico in una tre giorni plen air settembrina, durante la quale fosse possibile ammirare gli artisti al lavoro, scoprirne tecniche e manualità ed entrare in sinergia con loro.

Magari offrendogli da bere tra una pausa e l'altra di lavorazione. Ed entrando (a volte)persino nel merito dell'opera. “Cus el ste quel a que?” Cos'è questa roba qui, si poteva sentire esclamare da una finestra. E l'artista, dopo uno scambio di idee con la padrona di casa, ritoccava. Fu così che Aligi Sassu, Bruno Saetti e Domenico Purificato (che nel '73 utilizzò decine di albumi d'uovo per fissare il suo “Donne alle finestra e suonatore”) e molti altri lasciarono il loro tratto indelebile per le vie di Dozza. Contribuendo a creare un museo all'aria aperta in totale simbiosi con suoi abitanti.


Dopo 18 edizioni, 50 anni e 90 opere sparse lungo le mura, nel paese palpita oggi una doppia anima. La prima medievale, perfetta nel lungo fuso duecentesco che si dirama sul selciato dal Rivellino d'entrata fino alla Rocca, fortificata all'inverosimile da Caterina Sforza contro gli attacchi di Cesare Borgia negli ultimi anni del XV secolo. La seconda artistica, contemporanea, che ti accoglie con cieli azzurri e nuvole bianche sul portale dell'orologio, per poi snodarsi con finti balconi e finti spettatori dipinti sopra i portici di via XX Settembre. E diffondersi, in una continua sorpresa, per tutto il paese. Ma il contrasto non c'è: e l'effetto finale è originalmente armonico. “I dozzesi sanno che i Muri Dipinti ormai caratterizzano il luogo”, racconta il sindaco Antonio Borghi, “e amano le opere come se ci fossero sempre state. Né qualcuno si sognerebbe mai di danneggiarle.

In ogni caso gli artisti devono rispettare la location nella quale lavorano, presentando in anteprima un bozzetto dell'opera. Peccato che in Italia i pittori che fanno affreschi siano ormai solo poche decine”. Rispetto agli anni '60 il concetto di pittura murale è completamente cambiato, spostandosi verso forme d'arte più spinte, più concettuali, che mal si conciliano con l'estemporaneità della creazione sui muri, magari all'aperto, in mezzo alla gente, lontano dal silenzio del proprio atelier. E difatti in paese si borbotta che il rapporto con gli pittori non è più quello di un tempo e che sono veramente in pochi quelli ormai disposti a confrontarsi. Ecco dunque, in vista della Biennale del 2009, l'intenzione della Fondazione Dozza Città d'arte: proporsi come futura capitale dell'affresco. E invitare a lavorare sotto la Rocca quei pochi artisti che ancora operano con questa tecnica originale

"La Madonna và ad una festa con Gesu"

Nella foto il Girolamo Savonarola

Il risentimento degli sfigati di mezzo mondo (gli emarginati malinconici dall'EROS dall' Edonismo contemporaneo )si concentra su una personalità Madonna,creativa,disincantata,ironica,trasgressiva e gioiosa, vive la sua vita con il gusto della provocazione e cio non puo che irritare i "piagnoni" del dolorismo purificatore,moralista del XXI secolo, cosi abili a coinvolgere nel momento critico i media piu populisti (...)

http://wpcontent.answers.com/wikipedia/commons/thumb/1/1b/GirolamoSavonarola.jpg/250px-GirolamoSavonarola.jpg

Ecco il testo dell'articolo apparso su "Blitz"

La notte scorsa Madonna, non ha deluso le aspettative quando è stata avvistata dai paparazzi a New York.

Madonna si era vestita come una scolaretta per recarsi alla festa ebraica denominata Purim al Centro della Kabbalah di New York. Qui la regina del pop è stata raggiunta dal suo nuovo boy , Jesus Luz, modello brasiliano di soli 22 anni.

Gonnelina con calze a rete e sopra camicia, cravatta nera e gilet gessato . E ciliegina sulla torta una parrucca che la munisce di un caschetto bruno stile Valentina.

Jesus, era invece, mascherato da Joker ed era accompagnato dalla leader della fondazione Baby Buggy Jessica Seinfeld, vestita da odalisca. Per quanto originale non sarà troppo giocare a fare la liceale a 50 anni?

NUDI DI DONNA A ORVIETO FOTOGRAFIA 2009

Sonia Richelma d'Elia e Picasso

"La pisseuse" di Picasso è uno dei quadri che scaturiscono dall'universo intimo e privato del vissuto di Picasso,per la verità una gran parte della sua pittura e dell'arte moderna in generale (....) affonda nel vissuto personale dell'Artista;come è vero che pochissimi "dotti" hanno intuito la portata della sua lezione(...) a parte il fatto che se ne strafregava di dare delle lezioni attento com'era all'interelazione stretta che aveva con una ristretta cerchia di amici e intimi fra cui Matisse ed il suo personale Edonismo (...) Il senso di questa come di altre opere è nella sua famosa citazione (la cito a memoria,come mi viene) "...ci ho messo trentanni a imparare a dipingere come i bambini...." a significare al di là dell'apparenza provocatoria,inoconoclasta e antiaccademica della frase che è l'inconscio,il profondo che si esprime in libertà nei bambini (ad esempio quando disegnano la radiografia,cioè la madre incinta con il piccolo in bella evidenza,E si sà che crescendo oltre che invecchiare si diventa inibiti.... .Ancora piu in là stà il senso piu profondo della creazione di Picasso,ognuno dovrebbe con la sua sensibilità e il suo personale alfabeto espressivo poter creare delle opere d'arte appena appena sollecitando il proprio intimo ad esprimersi,a cimentarsi sulla superficie di qualcosa che è : portare alla luce la vera realtà dell'essere umano,la sua bellezza e la sua universalità...questo canone espressivo affonda nel paleolitico ed è un universo simbolico che tutti possiedono (grandezza della natura madre).Antiaccademico e libero sino all'estremo Picasso. La sua è una lezione di una modernità straordinaria e insuperabile,con lui l'arte chiude il suo piu grande ciclo e vince la sua piu grande battaglia : portare l'arte giu dagli altari in cui è feticcio,status etc ad una pratica comune dell'umanità,l'arte dunque come sovrano strumento di comunicazione tra gli esseri umani per scegliersi e amarsi e non meno importante...scoprirsi!

Venendo nuovamente alla "pisseuse" non ci sarebbe da sorprendersi del fatto che è incappato nelle sue scorribande erotiche,nelle sue avventure con una immagine femminile dedita a questa pratica oppure che abbia voluto prendersi gioco di una amica usa correre alla toilette ogni volta che metteva piede in atelier (me la ricordo ancora),potrebbe anche essere l'opera un inno originale alla natura in termini acquosi,l'acqua è un simbolo di fertilità (...)o in ultima analisi,azzardo apprezzava la pratica che gli inglesi chiamano "squirts" o squirting (nella sua accezione piu larga anche in termini di metafora),altre ipotesi sono possibili...ma quello che voglio dire è anche che Sonia Richelma d'Elia dovrebbe al contrario di Picasso che parlava il meno possibile della sua opera darci delle tracce autobiografiche che ci aiutino ad una piu ampia percezione della sua opera, apprezabilissima e stupenda per la sua carica di libertà antiaccademica.Personalmente intuisco il senso di non pochi particolari del suo lavoro e le citazioni, ne sono lusingato (...) ma per il grosso del pubblico non iniziato in profondità una piccola modesta guida alla visione urge...e da ultimo è pur vero che S.R.E è cosi disincantata nella sua naturalezza selvaggia,primitiva da ignorare la ricchezza del suo profondo,dell'universo simbolico che scaturisce in questi acquarelli.Insomma accontentiamoci della Luna.

Miche Abbatangelo

103 FAMOSI

La foto navigabile qui 103 FAMOSI

VITTORIO SGARBI

Qui qualche "sgarbatissima" notizia dell'opportunista nazionale Vittorio Sgarbi,critico d'Arte prezemolino, rutillante,isterico,il polemista inventore del vuoto a vendere.



Protagonisti venti africani che mangiano e bevono senza piatti e posate
La Beecroft ...

....e il dramma dei migranti
Lunedì 16 marzo l'artista ha presentato in esclusiva assoluta la sua performance VB65Venti immigrati africani, scelti uno per uno direttamente dall'artista per le strade di Milano sono i protagonisti di VB65, la performance che Vanessa Beecroft ha presentato in esclusiva assoluta per il Pac, il Padiglione d'Arte Contemporanea. Venti immigranti africani seduti a una tavola trasparente di dodici metri come a un'ultima cena, con abiti da sera, smoking, vestiti formali neri eleganti, ma a volte fuori misura, strappati, impolverati o vecchi.

Di fronte a un pubblico di invitati mangiano carne e pane nero senza piatti, senza posate, e bevono acqua e vino. I commensali seduti silenziosamente durante la performance. Il pubblico appare come ospite non invitato alla loro cena. Mangiano cibo intero, non tagliato. Il video dell'esibizione sarà proiettato fino al 5 aprile. Il Pac appare come la loro casa in cui noi saremo gli ospiti che non si siedono con loro. Questi uomini sono veri immigrati arrivati dall'Africa a bordo di una barca. «C'è la volontà di porre un gruppo di veri migranti in un luogo d'arte, un museo, dove il pubblico sarà obbligato a guardarli e a rispettarli». Il Pac ospita 16 video di passate esibizioni dell'artista, come la VB48 tenuta a Genova nel 2001 o la VB54 del 2004 all'aeroporto di New York.

COMMENTO: Questa Performance puzza di moralismo pietistico a sfondo religioso tipo : "ama il prossimo tuo come te stesso"( e non per il riferimento "all'ultima cena") anche a cento metri di distanza e non mi stupisce che provenga da un artista americana,per quanto in buonafede e con tutte le buone intenzioni di questo mondo.E passi pure la piccola modesta provocazione che vuole imporre il migrante agli occhi del distratto fronte occidentale cosi affascinato dal suo placido,stantio ombellico.Proporre il migrante in questi termini è fortemente diseducativo a fronte del fatto che la contradizione prima del poblema non è l'uguaglianza...ma la giustizia,la giusta ripartizione della ricchezza del pianeta bla bla bla....etc e parecchio altro da dire ma...vabbè fatevi una idea vostra che vale quanto la mia, confesso che qualche parlo troppo...comunque ho già espresso e pubblicato articoli estremamente vessatori verso le Performance ed il loro autoritarismo già Hitler gran maestro di performance ci si provo a strapazzare le masse "passive" distratte con le sue scenografie roboanti e monumentali in spazi gia allora con un che di vuoto,minimale,museal-feticistico e cosi capaci di intimidire...con quella forte luce che ti mette a nudo e ti fà sentire imperfetto e per questo bisognoso in uno showroom di moda di muoversi all'acquisto che guarisce l'anima! (...)."Guardarli e rispettarli"....da ridere,senza giustizia ed etica il rispetto è una vuota sterile convenzione,una ipocrisia,l'ho detto,una artista moralista (...)

M.Abbatangelo

EROS

Dubai,emirati arabi uniti,qui sopra quando lacensura colpisce con i post-it ,patetica, irragionevole,assurdamente un opera d'arte alla fiera Internazionale d'Arte;Se non è il sottosviluppo economico a partorire il "mostro" dell'idiozia censoria ci pensa il suo opposto : la ricchezza.

ANDY WARHOL A PARIGI

http://www.quovadis.eu/images/agendas/matieres/2008/AndyWarhol/AC_AndyWarhol09_photomontage.jpg

QUI IL DIAPORAMA

PERFORMANCE DI JOHN LENNON E YOKO ONO

LE FANTASTICHE SCULTURE POLAROID!

la nuova arte di Gwon

...cosi geniali,semplici che non c'è nulla da aggiungere....clic qui per vedere il diaporama



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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)