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venerdì 29 novembre 2013

AMARCORD: A TAVOLA CON IL CAVALIERE.




Berlusconi è fuori dal Senato. 

Tutt’altro che un “affaire” risolto, nel senso che l'uomo è molto combattivo. 
Non voglio commentare l'evento, e come tanti sono stanco delle polemiche che lo hanno circondato paralizzando la politica italiana per anni.

Mi limito a raccontarvi un aneddoto il cui titolo potrebbe essere: "i ristoranti sono pieni". 
Tanto è che sino all'anno scorso ci toccava prenotare, mentre oggi ci viene steso un bel tappeto rosso cosparso di petali di rosa appena ci affacciamo alla strada. 

Frequento da molti anni degli amici di Como, una famigliola come tante altre in Italia. Lui, il padre, è politicamente ondivago, un po’ di qua e un po’ là, andando a simpatie, ma più spesso seguace delle indicazioni della moglie una accesa militante della Casa delle Libertà, prima, di Forza Italia poi, e via dicendo. 
Una fervente ammiratrice di Berlusconi e del suo mondo, costantemente sintonizzata su Rete4, andando in visibilio all’apparire di Emilio Fede. 
La famiglia svolgeva diverse attività tra le quali, all'epoca, una fiorente agenzia immobiliare gestita dalla figlia, e una boutique alla moda gestita da un'altra figlia. 
Ci si incontrava ogni anno scontrandosi a tavola: io sempre sulle uscite di Silvio, loro sul suo valore imprenditoriale, sui suoi successi, sul suo indiscusso prestigio internazionale (leggevano Libero e il Giornale), etc. 

Madre e figlia non erano minimamente scalfitte nemmeno dallo scandalo della Daddario, seguito a ruota da Ruby, Minetti e le altre olgettine. Per loro il fascino dell'uomo di Arcore giustificava tutto. Lui si stacca dalle scelte della moglie e mi confida, bisbigliando all'orecchio, di aver votato pure per il PD. 
Lei, la moglie, sempre lì come un chiodo piantato nel granito. Non c'è verso di smuoverla e d’altronde, come lei stessa mi riferisce, "chi altro c'è a destra". 
Ineccepibile no? 

La congiuntura, la crisi assale l'agenzia immobiliare, prima, e poi la boutique, la classe media se non già del tutto scomparsa è letteralmente presa dal panico. Non c'è verso, nonostante le abbiano provate tutte pur di rimettere in carreggiata l'agenzia immobiliare. Anzi all'orizzonte si profila una situazione debitoria piuttosto critica, e mi chiedono come sia la situazione in Francia. 
Glisso sulla domanda elegantemente. 
Qui di agenzie immobiliari ce ne sono fin troppe. 
Negli ultimi due anni cosa succede? 
Succede che non si parla più di Berlusconi a tavola. 
Inaudito, una cosa impensabile fino a qualche tempo prima!

Lei la moglie è sempre più rattristata, continua a militare nel partito anche se la sua presenza alle riunioni si dirada; la figlia appena butto lì qualcosa dice: "mamma lascia perdere che non sappiamo nemmeno se si chiamerà ancora Italia !". 
Appena lei accenna a qualcosa, lui (il padre), china il capo con malinconia e rassegnazione. La rassegnazione dei vecchi stanchi. 

Ogni tanto tiro fuori ancora Berlusconi, se non altro ravvivare le nostre conversazioni polemiche, ma loro lasciano cadere le provocazioni (bonarie). Così vaghiamo per inerzia nell'orizzonte italico in cerca di buone notizie. Loro non sanno darmene una che sia una, ed io neppure, sebbene sappiano quanto sia profondamente rallegrato per tutte le meritate disgrazie che affliggono il loro amato Leader. L'ultima volta che ci siamo incontrati mi aspettavo che la moglie accennasse a qualcosa dopo la cacciata dal Senato di Silvio. 
Invece nulla, solo una stanca e spossata rassegnazione: dalle sue labbra scomparsi termini come "comunisti" o "voi di sinistra" o "rivoluzione liberale". Non ho osato chiederle se militava ancora, la mia impressione è che le sia rimasto solo quel mondo, quella socialità caratterizzata dalla "politica" come la intende Silvio. Ora sono orfani, e non ne parliamo più anche perché non è che a me la polemica attizzi molto, dopo l'emergere delle "larghe intese" del governo Letta a conferma che morire democristiani resta possibile, anzi certo. 

Riflessione finale o se volete una mia impressione: non se ne può più! Se ne è parlato troppo, e siamo stanchi, sfiniti (anche io). Sfiniti anche nella passione, invecchiati con un sentimento di frustrazione,di scacco profondo e diffuso. Si può solo litigare, accapigliarsi, anche urlare, ma non incidere sul corso degli eventi politici. 

Quella (la politica), è da un'altra parte, e la fanno forse in un altro paese lontano. 
Se ci fosse un po’ di rabbia in giro sarebbe diverso. Uscirsene oggi con Silvio a tavola sarebbe insultante verso di loro alle prese con un disastro economico finanziario senza via di uscita. 
Tanti sacrifici bruciati in pochi anni, un disastro che intacca l'autostima personale e non di meno una crisi locale, ambientale e destabilizzante che mina alle radici la loro socialità. 
La mia impressione è che non ci sia più energia. Oramai si sono presi tutto, compresa anche quella! 

Per Terra Domani FVG

1 commento:

"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)