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EUROPA DE CHE? - HANS MAGNUS ENZENSBERGER (L'INTELLETTUALE DI RIFERIMENTO DEI 68INI TEDESCHI) HA PUBBLICATO UN PAMPHLET IN CUI PICCONA L’EURO-CONTINENTE (SEMBRA DI LEGGERE IDA MAGLI) - “UN MOSTRO DALL’INDOLE AUTORITARIA” - “IL TRATTATO DI LISBONA SCRITTO COL FILO SPINATO PER DISTRUGGERE OGNI SENSO CIVICO" - SI QUESTIONA SULLA “CURVATURA DEI CETRIOLI, LA LUNGHEZZA DEI PRESERVATIVI, I COLORI DEI FAGIOLI” - "ALLA BCE NON VIENE IN MENTE CHE I CITTADINI POSSANO DECIDERE SE RILEVARE O NO I BOT ITALIANI?”…
Stefano Vastano per "L'Espresso"
Un violento pamphlet di Hans Magnus Enzensberger suscita polemiche in
Germania. La tesi: la burocrazia di Bruxelles è un mostro che sta
instaurando un regime autoritario. E qui lo scrittore spiega le sue
ragioni
1 - MALEDETTA EUROPA
Poco prima del crollo del Muro di Berlino, quando pensava al Vecchio
Continente, a Hans Magnus Enzensberger veniva un melanconico sospiro:
"Ach, Europa!". S'intitolava così un saggio, del 1988, del grande
intellettuale di Monaco, un libro in cui lo scrittore e poeta, la penna
più caustica della Repubblica Federale, registrava i primi segni "d'uno
strisciante malessere europeo". Sono passati più di due decenni da
allora. L'Europa s'è data una serie di trattati (Maastricht, Lisbona),
patti (di Stabilità) e fondi, ma la diagnosi di Enzensberger è
peggiorata: "Assomiglia a una persona moribonda che non sa di esserlo".
Per dirlo, il poeta ha dato alle stampe "Sanftes Monster Brüssel"
(Bruxelles: un mostro soft), un violento pamphlet di 70 pagine che in
Germania ha suscitato un effetto simile a quello che ha avuto in Francia
"Indignatevi!" di Stéphane Hessel. A differenza del 93enne francese
però, l'81enne Enzensberger non se la prende con le malefatte del
capitalismo. La sua è una protesta "contro la politica autoritaria e
autoreferenziale dei burocrati di Bruxelles o dei banchieri centrali di
Francoforte", spiega all'"Espresso".
E precisa: "Sono andato a trovarli questi nuovi padroni d'Europa nei
loro anonimi grattacieli". Il risultato? Un'esperienza da consigliare
agli antropologi: meglio di un viaggio nei Tropici. Perché tra gli
sherpa poliglotti e impiegati impeccabili ("Gente perbene, mica canaglie
e terroristi") è nata una nuova specie umana: tutta dedita al Potere.
Spiega
Enzensberger: "Sono persone il cui scopo nella vita è spegnere nei
cittadini ogni senso civico, ogni traccia di autonomia". Sono portatori
di un virus che sta trasformando l'Europa in "un Mostro". Se non altro
perché la pretesa di quella gente è "plasmare nei più piccoli
particolari la nostra vita". Ed è esattamente ciò che hanno sempre fatto
i regimi autoritari (di destra come di sinistra). Peggio: i burocrati
puntano "alla omogeneizzazione culturale del Vecchio Continente". E
nelle sedi di Bruxelles, Strasburgo o Francoforte a questo fine "lavora
un esercito di 40 mila impiegati".
Enzensberger, come una volta i dissidenti dell'Est, sa che è il linguaggio e non le idee la chiave che consente di capire la realtà, ma anche (dalla parte del potere) di manipolarla. Ecco dunque l'insalata di acronimi, degni dei defunti regimi comunisti che di questo orrore linguistico erano grandi produttori, inventati dalla burocrazia europea: Fac, Ecofin, Envi, Comp, Gag, Gac, Raa. E poi ci sono le norme. Si va dalla "curvatura massima (dieci millimetri su dieci centimetri)" dei cetrioli, alla lunghezza dei preservativi ("Non meno di cento millimetri"), per arrivare alle 36 regole per stabilire i colori di fagioli, cavoli e meloni.
NICOLAS E ANGELA COMMISSARIANO EUROPA banche europa stress test
Enzensberger, come una volta i dissidenti dell'Est, sa che è il linguaggio e non le idee la chiave che consente di capire la realtà, ma anche (dalla parte del potere) di manipolarla. Ecco dunque l'insalata di acronimi, degni dei defunti regimi comunisti che di questo orrore linguistico erano grandi produttori, inventati dalla burocrazia europea: Fac, Ecofin, Envi, Comp, Gag, Gac, Raa. E poi ci sono le norme. Si va dalla "curvatura massima (dieci millimetri su dieci centimetri)" dei cetrioli, alla lunghezza dei preservativi ("Non meno di cento millimetri"), per arrivare alle 36 regole per stabilire i colori di fagioli, cavoli e meloni.
Anche se, secondo lo scrittore, l'acme del linguaggio autoritario lo
raggiungono le 200 pagine del Trattato di Lisbona: "Scritte col filo
spinato per distruggere ogni senso civico nelle istituzioni". Il
linguaggio astruso è uno strumento che il potere usa per escludere la
società civile da partecipazione e condivisione. Ciliegina sulla torta:
per pagare questa nuova specie umana se ne va ogni anno il 10 per cento
del budget dell'Unione europea (dagli 8 agli 11 miliardi di euro).
È diventato di destra e reazionario l'intellettuale di riferimento
dei sessantottini tedeschi, Enzensberger? Un illuminista che ha passato
la vita a scrivere "interviste impossibili" con Voltaire e Diderot, si
mette ora a soffiare sulla brace populista dell'euroscetticismo? Lui
obietta indignato: "Se critichi i risvolti autoritari della Ue eccoti
bandito, in compagnia di Le Pen".
L'incapacità d'accettare critiche al sistema, dice è "la conferma che
il pensiero a senso unico è tossico, distruttivo. È un veleno che il
Mostro sta iniettando nelle vene d'Europa". Enzensberger (come un altro
grande intellettuale tedesco del passato, lui sì reazionario, Ernst
Jünger) ha un debole per gli insetti. Ecco perché guarda al "Mostro"
come a una farfalla rara: osservandolo da tutti i lati.
"Sono venuto al mondo nel 1929", ricorda: "Sono cresciuto tra le
macerie della Germania Anno Zero", prosegue: "Mai vista tanta pace in
Europa. E c'è la libertà di viaggiare", ammette, "senza dogane e
frontiere". Eppure, non era questa la Ue il sogno in cui la sinistra
tedesca, dai tempi di Willy Brandt, ha creduto. Per afferrare cosa
Enzensberger intenda quando lamenta "un'Europa sempre più omogeneizzata e
uniforme", basta pensare, dice, a quel che, dal 2013, i cittadini
dovranno fare per effettuare un versamento. Da quella data per ogni
transazione bisognerà specificare l'Iban: in Italia, 27 cifre, "a
Malta", si scandalizza Enzensberge (che è un matematico), "31 cifre".
E il massimo di "overstretching" del potere viene toccato quando si
tratta della nostra salute e dei nostri soldi. "Ai manager della banca
centrale di Francoforte", afferma, "non viene in mente che i cittadini
possano decidere se rilevare o no i titoli di Stato italiani". Per
quanto lo riguarda, lui non li acquisterebbe "né i Bot, tantomeno azioni
Mediaset del vostro premier". E allora "con quale legittimità", chiede,
"i capi della Bce pompano miliardi sui mercati? Il fatto è che "solo a
sentire la parola "referendum" i burocrati di Bruxelles rischiano di
prendere un ictus", dice.
Poi torna a insistere: "L'Unione europea ha in sé, fin dalla nascita,
i germi di una cultura autoritaria". E il Moloch che governa ormai
mezzo miliardo d'europei "pensa pure d'essere più buono e salutista che
mai". Il sogno è stabilire cosa dobbiamo mangiare e bere, e cosa sia
vietato sulla nostra tavola. Enzensberger è in ottima forma. Ci tiene al
suo vizio del fumo. E a bersi un buon bicchiere. "Ogni antropologo sa",
provoca, "che l'uomo non campa senza droghe. In Italia avete ancora le
drogherie o solo ipermarket?". Il trend di un'Europa "ipersana" sfocia
nel paradosso di miliardi per campagne anti-fumo, norme anti-nicotina
sempre più tassative, "e 650 mila europei che", riassume, "secondo le
statistiche ogni anno il fumo uccide".
Fuori dalla metafora: Enzensberger è sempre rimasto un anarchico:
"Anzi", precisa, "più passa il tempo e più decido di testa mia cosa fare
e cosa no". Tre anni fa ha scritto un libro, "Hammerstein" (Einaudi),
la biografia del primo comandante di Stato maggiore della Wehrmacht di
Hitler. Un ufficiale prussiano, conservatore e integerrimo, che dopo tre
mesi si dimise. "Der Eigensinn" (l'ostinazione) era il vero tema di
quel libro. E lui, Hans Magnus, è il prototipo della "testardaggine".
Un esempio, e sempre nell'ambito del linguaggio? Qualche anno fa ci
fu una riforma dell'ortografia tedesca. Venne eliminata la lettera "ß"
(la doppia s). Lui non ha obbedito: il pamphlet "Monster Brüssel"
pullula di ß. Non si tratta di fare il bastian contrario. "Ma di non
farci usurpare la vita", spiega, "dai vari mostri". E allora che fare?
Quello che Kant suggeriva rispondendo alla questione cosa sia
l'Illuminismo: "Avere il coraggio e il gusto", sintetizza Enzensberger,
"di pensare con la propria testa, e dirlo con la propria lingua". Tra
tutti i veleni, è questo - la mancanza di gusto individuale - il più
nocivo. Il budget per la cultura della Ue, conclude, è la miseria di 54
milioni di euro: 11 centesimi l'anno per ogni cittadino.
"Per fortuna il Mostro è avaro quando si tratta di cultura", sorride:
"Pensi cosa succederebbe se, oltre a prescrivere le misure di cetrioli e
preservativi, a Bruxelles iniziassero a dettarci come ballare, e quali
libri scrivere".
2 - MOLTI COMMISSARI POCA DEMOCRAZIA
2 - MOLTI COMMISSARI POCA DEMOCRAZIA
Nel suo saggio Enzensberger, in nove capitoli, seziona "il Mostro" di
Bruxelles. Si parte dalle cose positive: i pregi della Unione europea,
nonostante tutto. Grazie ad essa abbiamo vissuto "decenni di pace.
Un'intera epoca senza guerra: anomalia di cui il Continente può esser
fiero!". Altro pregio sono le sovvenzioni (con cui iniziano, però, le
"mostruosità" ): "Per la politica agraria vi sono nel budget di
Bruxelles circa 59 miliardi. Al secondo posto con 49 miliardi, ci sono
455 "programmi" per lo sviluppo regionale.
Secondo la Corte dei Conti però il 36 per cento di questi progetti
non è sovvenzionato in modo corretto". I burocrati di Bruxelles
lamentano di non esser ascoltati dai loro sudditi. Ma il "Mostro" paga
milioni per la sua inconfondibile "Voce del padrone": "Con cinque
milioni di euro all'anno sovvenziona l'emittente Euronews; e con sei
Euranet, la sua sconosciuta stazione radio. Anche il Parlamento europeo
ha un suo canale tv di nome "EuroparlTv", cui vanno altri 10 milioni
sebbene abbia pochi spettatori. Molto di ciò che in quei canali si dice,
ricorda bollettini di Corte: l'autocritica non è la virtù dei nostri
controllori".
I padroni di Bruxelles soffrono poi di una forte "amnesia storica":
come dimostra il fatto di aver chiamato i ministri dell'Ue commissari.
"Commissari del popolo c'erano dal 1917 al 1946 nell'Unione Sovietica;
sorvegliavano nell'Armata Rossa che si rispettasse la linea di Partito. E
nel Reich tedesco, dal 1871 al 1945, a Kommisaren furono affidati
grandi poteri, e dopo l'invasione dell'Urss, dal 1941 al 1944, in
Ucraina si istituirono dei Kommissariat del Reich".
Più grave dell'amnesia, la politica della sanità del Mostro "per
proteggere gli europei, moralmente in pericolo, da se stessi". Già il
modo di vendere "sigarette, libri pornografici e preservativi ricorda
l'assolutismo, le nevrosi sessuali della Chiesa o il mercato-nero
nell'ex Rdt". La dice lunga sulla morale del Mostro che "non abbia
vietato armi da fuoco e motociclette che notoriamente aumentano la
mortalità. In questo punto l'Europa segue gli Stati Uniti in cui a ogni
angolo si può acquistare un mitra, ma non fumare una sigaretta".
Uno dei tic più devastanti del Mostro sono gli acronimi, mai un
potere ha creato più istituzioni con sigle diverse: "Queste istituzioni
crescono sul terreno come cavoli, e non per niente in inglese si
chiamano Brussel sprouts. Piante che obbediscono al principio
autoreferenziale: non appena nate ne riproducono di simili". Difetti che
rimontano al papà del Mostro, che ha instillato "un germe
antidemocratico" nella sua creatura. Chi era? Il manager francese Jean
Monnet, il primo presidente dell'Unione, "uno che pensava francese, non
era nazionalista.
Un pragmatico, mai entrato in nessun partito. E che al contrario dei
suoi eredi, nella Ue non costruiva piramidi politiche per distibuirne i
posti". Famoso però il suo "metodo Monnet": "Prendeva decisioni solo tra
le élites senza mai consultare cittadini e parlamenti. Di referendum
non ne aveva la minima stima, e l'integrazione a cui mirava aveva
caratteri tecnocratici e decisionistici".
Lo slogan del Mostro è "It's the economy, stupid!": "L'intera
integrazione è stata portata avanti senza alcun rispetto per le
diversità economiche, territoriali, etniche e religiose dei suoi membri:
una sordità storica assoluta a cui nessun discorso al Premio Carlo
Magno può porre rimedio". Non c'è Trattato di Maastricht, Patto di
stabilità o Fondo monetario che tenga: il Mostro ha in pancia
"contraddizioni immanenti per comprenderle bastano gli strumenti della
teoria dei sistemi. I quali dicono che per ridurre le complessità d'una
Comunità come la Ue, che a sua volta produce nuove complessità,
bisognerà sopportare nuovi costi che faranno saltare il sistema dai
cardini. Detto un po' a sangue freddo, ma almeno è chiaro!".
Ultima contraddizione del sistema, gli euro-bond: "Appellandosi alla
solidarietà", il presidente dell'Eurogruppo vorrebbe portare sul mercato
eurobonds per coprire il 60 per cento del fabbisogno dei membri più
deboli. La "solidarietà" ha visto tempi migliori: nessuno ricorda che il
concetto deriva da "Solidus", "affidabile, ben fondato". Così si
chiamava anche una preziosa moneta d'oro che l'Imperatore Costantino
introdusse nel IV secolo".
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)