Gian Antonio Orighi per "La Stampa"
I No Papa non demordono. Dopo gli incidenti di mercoledì scorso, alla
vigilia dell'arrivo a Madrid del Papa (cariche della polizia dopo le 23
per sgomberare la Puerta de Sol, 7 arresti e 11 feriti), ieri sera gli
agenti antisommossa sono dovuti nuovamente intervenire con i manganelli
per disperdere la manifestazione di oltre un centinaio di persone che si
erano radunate nella Puerta del Sol. Una decina i feriti. Ma le
iniziative di protesta non si fermano. Ieri e oggi, dalle 17 alle 20,
«Baci popolari» dei gay contro l'«omofobia ecclesiastica», Indignados
contro «il fondamentalismo della Chiesa» al Sol, una settimana di cinema
ateo degli anarchici. Cartelli e striscioni per la città con le scritte
«Pericolo arriva il Papa» o «Madrid senza Papa» con un cittadino che
butta nel cestino la tiara pontificale.
Intanto infuriano le polemiche. I popolari chiedono la dimissione del
ministro degli Interni per aver autorizzato la manifestazione
anticlericale. Il ministro della presidenza, il cattolico per il
socialismo Ramón Jauregui, si difende parlando di «incidenti minori» e
di «diritto di manifestazione». Europa Laica, che ieri ha bevuto il
calice amaro del premier agnostico Zapatero che si è inchinato davanti a
Benedetto XVI, ribatte: «La polizia ha esagerato».
A prima vista può sorprendere l'attivismo dei No Papa. Ma uno è
zoccolo duro che opera da tempo: nello scorso aprile pretendeva di fare a
Madrid una «Processione atea». Gli anticlericali sono come un fiume in
cui affluiscono molti numerosi affluenti, in un Paese ben il 44% dei
giovani, secondo un sondaggio dello statale Cis, dichiara di non credere
nel Dio cattolico: comunisti, laici, atei, femministe, lesbiche e
omosessuali, libertari, Indignados, squatters, antifranchisti. E
cristiani di base. Con una forte presenza nei social network e, come
denunciava l'osservante ed online Hispanidad, fiancheggiati da due
giornali progressisti, Público ed El País, il più autorevole di Spagna,
più la gettonatissima tv privata La Sexta.
Il nocciolo duro, in una Spagna che non dimentica il
collaborazionismo della Chiesa con la dittatura franchista (il cardinale
Gomá definí il golpe del Caudillo «Crociata»), è composto da Izquierda
Unida, il cartello elettorale dei comunisti, terza formazione politica
per voti (962mila alle ultime politiche del 2008). Sono stati loro i
primi a partire su Twitter con MadridsinPapa, criticando il «costo
smisurato» della Gmg (50 milioni), l'appoggio zapaterista dell'evento e
rivendicando «Lo Stato aconfessionale sancito dalla Costituzione».
Questa è la rivendicazione di fondo di tutto il composito Fronte
Laico. Poi i vari affluenti, 150 associazioni, aggiungono la loro
peculiarità. Europa laica stigmatizza «le prevedibili ingerenze del
pontefice romano in temi di Stato che riguardano la convivenza
democratica». Gay e lesbiche, dopo aver incassato nel 2005 le nozze gay
da un Zapatero al capolinea, non si dimenticano le condanne della Chiesa
in difesa della famiglia eterosessuale. Collettivo molto potente (4
milioni gli omosessuali in Spagna) che si vendica come e quando può: la
vetrina della storica libreria «omo» Berkana è ricoperta dal libro «Dio
non esiste».
Gli Indignados fanno atto di presenza, forse anche perché il
cardinale Rouco Varela, presidente dei vescovi spagnoli, predicava che
il loro vero problema non è tanto la disoccupazione (il 20% della
popolazione attiva, il 45% quella giovanile), ma «la loro anima». Per il
radicato Redes Cristianas, il Papa viene in Spagna «come un monarca
assoluto».
l'immagine è mia: metti il link oppure toglila
RispondiEliminachiedo scusa il link c'è: m'aveva fatto cilecca; è mio dovere anzi ringraziare
RispondiEliminaPosto il tuo blog in OKNOtizie,i link sono vuoti,provvedi e correggo ciao
EliminaProvvedo carissimo,grazie
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