
1- UN PAESE SOTTOSOPRA: UNA MELA CHE SA DI FICA, UN PREMIER CHE SA DI CAZZO - 2- PERCHé BERLUSCONI NON DA ORDINE A CANALE5 DI RIMETTERE IN ONDA "LA SAI L’ULTIMA?" - 3- I SUOI ATTI DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SEMPRE PIù UNO SHOW DI BARZELLETTE SCONCE - 4- LONTANA DA NOI LA VOGLIA DI FAR I MORALISTI: SOLO CHE UN LUOGO ISTITUZIONALE, CIOè CHE RAPPRESENTA I CITTADINI, NON MERITA DI ESSERE TRASFORMATO IN UN BAR-SPORT -
1- QUANDO IL CAVALIERE FA CABARET: IL BLOB
http://tv.repubblica.it/copertina/quando-il-cavaliere-fa-cabaret-il-blob/65424?video=&ref=HRER1-1
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Una collezione delle "migliori" barzellette del premier: la storiella  sugli ebrei, la 'bestemmia' su Rosy Bindi, i carabinieri. Ogni  occasione è buona: a colloquio con i fan, conversando con un gruppo di  militari, nei dibattiti pubblici, in conferenze stampa ufficiali con i  capi di Stato. E, naturalmente, in tv.
 2- BARZELLETTA HARD E PAROLACCE: SHOW DEL PREMIER CON I SINDACI PDL
BERLUSCONI SENZA FRENI A PALAZZO GRAZIOLI IN UN INCONTRO CON UN GRUPPO DI AMMINISTRATORI CAMPANI. TRA GLI OSPITI UNA DONNA. IL PREMIER LE CHIEDE SCUSA CON UNA CAREZZA SULLA GUANCIA
Goffredo De Marchis per repubblica.it
BERLUSCONI SENZA FRENI A PALAZZO GRAZIOLI IN UN INCONTRO CON UN GRUPPO DI AMMINISTRATORI CAMPANI. TRA GLI OSPITI UNA DONNA. IL PREMIER LE CHIEDE SCUSA CON UNA CAREZZA SULLA GUANCIA
Goffredo De Marchis per repubblica.it
Impermeabile al nervosismo del Quirinale, al caos del Parlamento, al  logorìo della maggioranza, alla guerra in Libia, ai processi milanesi,  l'istrione colpisce ancora. Il presidente del Consiglio riceve in veste  ufficiale i sindaci delle province di Napoli, Salerno e Caserta che  chiedono lo stop agli abbattimenti delle case abusive. E agli  amministratori con la fascia tricolore si rivolge parlando come i  protagonisti di "Porci con le ali". Racconta una nuova barzelletta.  Sporca naturalmente.
 Interno giorno, ieri. Siamo nella sala di Palazzo Grazioli dedicata  alle riunioni del "parlamentino" Pdl. Un emiciclo in miniatura che evoca  la sostituzione delle vere aule parlamentari. Berlusconi incontra una  delegazione di sindaci campani. Promette un decreto per fermare le  ruspe, riporta l'agenzia di stampa. Nel comunicato però manca la parte  migliore. Alla fine della riunione il Cavaliere non resiste alla  tentazione, vuole chiudere in bellezza.
È uno show di quasi quattro minuti. Seduto alla scrivania, piazzata  quasi al centro della stanza, da mega capo di fantozziana memoria,  circondato da colonne marmoree, la prende veramente alla lontana ma non  si risparmia nulla. Il dialetto napoletano, omaggio ai natali degli  ospiti, la voce in falsetto per distinguere i personaggi, il coup de  theatre quando si alza in piedi e piazza la battuta finale. Alle spalle  ha la copia dell'Allegoria del buon governo di Ambrogio Lorenzetti, di  fronte i sindaci schierati e composti.
 La trama: un signore si reca all'ufficio brevetti. Qui Berlusconi  imita un gruppo di sfaccendati uscieri napoletani che indicano  all'inventore "'o cesso". Ma il protagonista ha davvero un prodotto  inimitabile. Arriva allo sportello giusto dove trova altri annoiati  dipendenti. Che lo sottovalutano, lo prendono in giro, perdono un po' di  tempo. "Qual è la sua invenzione?". "Una mela", risponde con la vocina  chioccia il Berlusconi-Archimede, suscitando le risate dei primi  cittadini.
 Si può brevettare una mela? Altri secondi preziosi vengono usati per  raccontare le beffe degli impiegati, il loro darsi di gomito. "Ma questa  è una mela speciale", insiste il signore parlando in falsetto. Speciale  perché? "Perché sa di fica". Pausa scenica, tempi comici da  autodidatta. Siamo vicini al dunque. Un uomo dell'ufficio brevetti  afferra la mela e la assaggia. Berlusconi mima il morso mentre con la  destra tiene un frutto immaginario. Fa l'espressione schifata, poi la  faccia di chi protesta: "Ma sa di culo".
 Berlusconi cambia ruolo, torna l'inventore. Si alza finalmente in  piedi perché narrare una barzelletta seduti è veramente strambo. Allunga  il braccio, ruota la mano che impugna la mela, arriva al finale usando  il voi come si fa a Napoli: "E giratela". I sindaci ridono, Berlusconi  in piedi allaccia la giacca, vede che tra tanti maschi c'è anche una  prima cittadina e l'avvicina. Si capisce che si scusa per la virata  maschilista, s'intuisce che ottiene il perdono e le dà un carezza sulla  guancia. Fuori luogo per quattro minuti, galante per un secondo.




Le barzellette sono "l'umorismo dei poveri" (di spirito, direi)... quindi, rappresentano bene il livello culturale del paese...
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