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venerdì 1 aprile 2011

Stefania Prestigiacomo, nuda mai... ha fatto le orsoline ! Pero pero...






Fonte-Ho rivisto Stefania Prestigiacomo ad Annozero… Molto tirata, labbra turgide (botox??). Non ricordo bene cosa dicesse ma interveniva sempre; ah due cose però le ricordo 1) che Dellutri gode della sua stima
2) che vuole andare a Rogoreto a verificare di persona la situazione dei palazzi con l’amianto. Ahhahahaahaha.. scusate mi viene da ridere, penso al terremoto del 1990 a Siracusa, penso alla Prestigiacomo che segue la processione di S. Lucia con devozione insieme agli altri fedeli.


REWIND<<
Il 13 dicembre del 1990 all’una e venticinque un potente sisma colpisce la provincia di Siracusa. La gente scappa per strada in pigiama (non ricordo una notte più divertente e paurosa di quella) ma illesa. Si grida al miracolo “a santuzza ni fici a razia” perché il 13 dicembre è il giorno in cui si celebra la festa di S. Lucia patrona della città. I tributi e i contributi relativi al 1990 91 e 92 vengono momentaneamente bloccati per aiutare la zona colpita. La Prestigiacomo nel 2001 riesce a far risparmiare all’azienda di famiglia un bel po’ di soldi tramite una legge ad hoc che condonava questi tre anni di tributi (solo il 10% del dovuto). Capisco ora perché non manca mai alla processione della santa… “ci fici a razia du voti” (trad.: le ha fatto la grazia per ben due volte).
Ecco due articoli dell’espresso del 2001
articolo tratto da l’Espresso del 2001 di Stefano Livadiotti
Caro collega, porto alla tua attenzione una situazione estremamente urgente, in via informale già segnalata al tuo ufficio legislativo, che riguarda gli abitanti delle province di Siracusa, Ragusa e Catania interessate dal sisma del dicembre 1990. Si tratta dell’obbligo di versare tributi e contributi relativi al 1990, 1991 e 1992 entro il 30 settembre 2001. È un problema che mi coinvolge particolarmente...ti prego pertanto di provvedere adottando un provvedimento che proroghi i termini...
Numero di protocollo 150 e data del 6 settembre 2001, la missiva è scritta su carta intestata Presidenza del Consiglio dei ministri - Il ministro delle Pari Opportunità. Mittente è la siciliana Stefania Prestigiacomo. Destinatario, un suo compagno di partito, il forzista Giuseppe Vegas, sottosegretario al ministero dell’Economia e Finanze.
Vegas non perde tempo. Dev’essere che, in barba all’emergenza conti pubblici, dieci anni di proroghe nel pagamento delle tasse gli sembrano pochi. Sta di fatto che 22 giorni dopo il premier Silvio Berlusconi e i ministri Roberto Maroni e Giulio Tremonti (cioè il capo di Vegas) mettono le loro firme sotto il decreto numero 355. Tra un articolo sul lavoro a tempo parziale e un altro sui sistemi di liquidazione delle pensioni, spuntano quattro provvidenziali righe: la scadenza è prorogata al 28 dicembre 2001. Fatto, avrebbe detto Berlusconi un tempo.
Al ministero dell’Economia non sono però tipi da lasciare le cose a metà. Così, le vittime del sisma siciliano (nel frattempo beneficiate da due ulteriori rinvii) sono tornate loro in mente nei giorni scorsi, quando Vegas ha seguito per conto del governo l’iter della legge finanziaria. Quel che è certo, l’articolo 9 del maxi emendamento (quello dei condoni un tempo aborriti e oggi riabilitati dal ministro Tremonti) contiene un comma, il 17, che è un vero e proprio capolavoro. Primo: le vittime del sisma sono ammesse al condono per tributi e contributi del 1990, 1991 e 1992 con il semplice pagamento del 10 per cento di quanto dovuto. Secondo: se la cifra eccede i 5 mila euro, allora si possono rateizzare i versamenti. Terzo: gli interessi decorrono solo dal 17 marzo 2003. Ciliegina sulla torta: in base a una logica stringente, il mancato rispetto delle scadenze non fa venire meno il condono.
Il ministro Prestigiacomo sarà contento. Due volte. Intanto perché il collegio di Siracusa è quello che, eleggendola, le ha consentito di fregiarsi del titolo di miss Parlamento. Ma non solo. Secondo quanto risulta a “L’espresso”, il titolare delle Pari Opportunità in questa faccenda ha degli interessi personali. “Subito dopo essere stata eletta mi sono dimessa da tutte le cariche”, aveva garantito nell’agosto 1994, puntualizzando: “Non solo ho lasciato la presidenza dei giovani industriali siracusani, ma anche i ruoli di responsabilità nelle aziende di mio padre”. Il ministro che si vanta di leggere “Diabolik” gioca con le parole. In quelle che definisce aziende paterne c’è dentro pure lei. E con quote azionarie più importanti del genitore.
Stefania Prestigiacomo è titolare del 21,5 per cento della Fincoe srl di Casalecchio sul Reno (stessa quota detiene la sorella Maria Pia, mentre il padre Giuseppe possiede il 9,7 per cento: i tre insieme hanno la maggioranza assoluta dell’azienda). La Fincoe è un po’ la holding di famiglia. E se il suo indirizzo porta nel bolognese, gli interessi sono in Sicilia. La società ha in portafoglio il 99 per cento della Coemi spa, che sta a Priolo Gargallo, e cioè a Siracusa. Non basta. La Coemi controlla a sua volta (al 59,1 per cento) la Vetroresina Engineering Development (Ved), che sempre a Priolo sta. E non è ancora finita, perché un altro 22,5 per cento della Ved è di proprietà del Gruppo Sarplast spa (di nuovo Priolo), di cui Giuseppe Prestigiacomo ha il 6,29 per cento (l’azienda è fallita nel 1997 e, a causa di un’inquietante serie di incidenti e malattie dei dipendenti, dal 2000 è al centro di un’indagine della Procura di Siracusa: il fascicolo parla di lesioni colpose).
Nell’”attenzionare” la faccenda, come ama dire lei in un sinistro italiano, il ministro non si preoccupa dunque solo degli elettori di Siracusa, Ragusa e Catania, come sarebbe stato più che legittimo. Ma anche del portafoglio suo e dei suoi cari. Le voci (incontrollabili) che si possono raccogliere nei corridoi di via XX settembre indicano in oltre sei miliardi di vecchie lire le pendenze con il fisco accumulate nel triennio in questione dalle aziende siciliane della premiata ditta Prestigiacomo.
Il maxi emendamento fa risparmiare un bel po’ di soldi alla famiglia di un ministro che nel partito del premier milita fin dall’inizio. Ma nella sua formulazione originale poteva risolvergli anche un’altra grana. Il comma 17 contiene un esplicito richiamo al numero 10, quello che prevedeva l’esclusione della punibilità per i reati tributari e per quelli commessi per eseguirli e occultarli. Quel guastafeste di Carlo Azeglio Ciampi s’è messo di traverso e ha fatto saltare la mini-amnistia. Un vero peccato per Giuseppe Prestigiacomo: dopo il crack, la Sarplast è finita al centro di un’indagine per bancarotta.
Il ministro per le Pari Opportunità non si è venuto a trovare per caso in una deprecabile situazione di conflitto d’interesse. Peggio, perché ha sollecitato l’attenzione dei colleghi di governo su una vicenda nella quale è coinvolta in prima persona. In un paese normale la Prestigiacomo non si dimetterebbe. Non gliene darebbero il tempo: nei suoi confronti scatterebbe subito il cartellino rosso. “Io mi occupo solo di problemi collettivi”, aveva incautamente declamato lei nel 1994. E aveva aggiunto: “I problemi dei singoli non devono più riguardare un deputato della seconda Repubblica”. Figuriamoci un ministro.
articolo tratto da l’Espresso del 25 ottobre 2001 di Marco Lillo
LA FABBRICA DELLE MALATTIE

Il gruppo chimico che il ministro possiede con la famiglia è sotto inchiesta.
Dopo la bancarotta fraudolenta, spuntano strani disturbi.



Combatterò le ineguaglianze sociali, i problemi dei più deboli, degli invalidi.... Il ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, ha le idee molto chiare.
Per realizzarle non deve andare lontano.
sarebbe sufficiente che poggiasse lo sguardo sui casi umani della sua azienda, la Ved di Siracusa.
Per esempio su tre operai che hanno avuto figli con malformazioni congenite.
O su quelli che non hanno mai fumato una sigaretta e che dopo dieci anni di stabilimento si ritrovano la polvere nei polmoni.
Coincidenze. E' la risposta degli operai che si sono sentiti opporre dal padre del ministro, Giuseppe Prestigiacomo, fondatore ed amministratore dell'impero della vetroresina. ma avolte le coincidenze sono sospette.
Nella fabbrica della famiglia Prestigiacomo si lavora in condizioni di sicurezza che sono oggetto di una inchiesta della Procura di Siracusa.
il sotituto Maurizio Musco procede per lesioni contro papà Prestigiacomo e altri dirigenti. due dipendenti hanno denunciato la società dopo aver fatto delle analisi ai polmoni. tre mesi fa la Polizia è entrata in ditta riscontrando una seri di violazioni.
Gli operai si feriscono gravemente e muoiono con frequenza inquietante. La settimana scorsa è morto un dipendente di una delle aziende del gruppo cadendo da un traliccio mentre lavorava. pochi mesi prima un altro era rimasto gravemente ferito alla Ved. ma la vicenda più inquietante, finora passata sotto silenzio, è quella delle malformazioni congenite dei bambini.

Tutto comincia nel 1993, qunado Sebastiano Guzzardi, un operaio di 36 anni, scopre che suo figlio ha una malformazione congenita dell'uretere che fa tornare i veleni del suo corpo al rene, danneggiandolo. Dopo due operazioni è tornato alla normalità.
Ora ha sette anni e conduce una vita serena, anche se il rene è danneggiato e deve essere sogggetto a controlli frequenti. Il suo caso non è isolato.
Tre anni dopo, un collega di Guzzardi, si ritrova nella medesima situazione: suo figlio nasce con una malformazione all'uretere. anche lui ha la febbre e il reflusso urinario. Anche lui è operato a Vicenza. Il tarlo che ronza nella testa dei due papà diviene un rombo un anno dopo. nello stesso reparto della fabbrica, un caposquadra li chiama in disparte e confida:<<>>. un incubo. Non passa un anno e un altro operaio ha una bambina che gli nasce con la febbre e i problemi alle vie urinarie.
A questo punto, Sebastiano Guzzardi pensa che la misura sia colma.

Cerca una risposta ai suoi dubbi dal padrone, Giuseppe Prestigaicomo, e dalla Asl, ma niente. solo la Cgil lo aiuta e lo fa eleggere rappresentante sindacale in azienda. sempre la Cgil avvia una campagna per migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica, ma la famiglia Prestigiacomo non apprezza. Il 14 maggio la Ved spedisce a Sebastiano una lettera minacciosa:<<>>.

Eppure la richiesta di comprare gli aspiratori per tutelare i polmoni dei dipendenti non era campata in aria. Dopo le indagini della procura, pochi giorni fa , gli aspiratori sono stati installati. eppre le sostanze usate per produrre la vetroresina potrebbero avere un legame con le malattie.
Alcuni operai ricordano ad esempio che in fabbrica in passato si usva una sostanza chimica denominata dimetil anilina. La faccenda è delicata, e per capirlo basta sentire una delle massime esperte del settore, la dottoressa Fiorella Belpoggi, ricercatrice della Fondazione Ramazzini di Bologna:<<>>. Uno studio che la famiglia Prestigiacomo ha evitato di fare. Sembra che si voglia rimuovere il problema.
L'azienda è arrivata anegare una settimana di ferie, trasformata in cassa integrazione, a un lavoratore che chiedeva di stare vicino al figlio durante l'intervento. Un altro operaio ha avuto due figli nati con alcune dita delle mani attaccate. L'operaio chiese un prestito da trattenere in busta paga per la seconda operazione, ma gli fu opposto un rifiuto. solo grazie a una colletta dei colleghi il bambino è stato operato.
E Stefania Prestigiacomo? Sebastiano Guzzardi, oltre a essere un suo dipendente, è anche cugino di secondo grado. Ma appena la mise a parte del suo dubbio, l'attuale ministro cambiò tono:<<>>. Nessuno ha certezze in questo campo. ma proprio per questo le istituzioni sanitarie dovrebbero verificare. eppure nessuno si muove. i Prestigiacomo a Siracusa sono abituati a non rendere conto. gli stabilimenti incriminati in precedenza erano in dotazione alla Sarplast, l'azienda di famiglia fallita nel 1997 perchè oltre a non pagare i creditori non seguiva gli ordini del giudice. Al cerac è seguita una indagine per bancarotta fraudolenta. secondo i giudici "la società ha compiuto atti diretti a frodare le ragioni dei creditori ed ha occultato l'attivo". Il procuratore capo di Siracusa ha scoperto decine di miliardi finiti alle controllate estere o usati per pagamenti preferenziali alle banche amiche, e ha iscritto nel registro degli indagati una ventina di amministratori. Eppure i Prestigiacomo continuano a lavorare negli stessi locali, con gli stessi macchinari e gli stessi operai, avendo cambiato solo la struttura societaria.

E Stefania? (Più precisamente "E Olivia Stefania?", aggiungiamo noi) Quali responsabilità ha? In qualità di socio di maggioranza relativa alla holding di famiglia ( 21,5%) è il principale beneficiario della bancarotta ipotizzata dai magistrati, ma non è perseguibile perchè non ha incarichi esecutivi. qunato alle condizioni sanitarie, anche qui non esiste una sua responsabilità diretta. Prima di lasciare l'azienda era un dirigente senza rappresentanza: <<>> ha raccontato al "Sole 24 Ore".

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