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venerdì 8 aprile 2011

L’ITALIA DELLE (E)VELINE E DELLE TROTE

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Nella Prima Repubblica per capire la politica dovevi aver letto I quaderni dal carcere di Gramsci, nella Seconda a volte basta sfogliare Diva e Donna.
evelina manna
Evelina Manna
In copertina fiammeggia Evelina Manna: “Dopo Veronica Silvio ha amato solo me”. Ogni sei mesi, all’incirca, l’attrice romana racconta, con qualche variazione e aggiunta, la sua favola con il premier: “Io ero innamoratissima. Tra noi c’era un’atmosfera da sacrestia, musica classica e intimità. Lo accompagnavo nelle campagne elettorali e lui tornava dai comizi con le tasche piene di bigliettini e slip. Una persona di grande fragilità e purezza” racconta stavolta a Giancarlo Dotto. Senonché quel giglio di Berlusconi, proprio durante la love-story con Evelina, fu intercettato con Saccà mentre gli chiedeva di farla lavorare in Rai, gli serviva, pare, per convincere un parlamentare di centrosinistra a passare con lui: “Questa Evelina Manna può essere .. perchè mi è stata richiesta da qualcuno … con cui sto trattando…”. Sacca scattò come un centometrista, e la Manna (“sono una mariana credente”) ora chiede di non essere messa “nel calderone delle solite mignotte”. Si erano conosciuti a mezzo stampa. Nell’autunno del 2005,  intervistata da Capital, lei disse che Berlusconi era il suo uomo ideale, insieme a John Kennedy e al Che. Non potendo farsi vivi gli altri due fu il Cavaliere a chiamarla. Lei aveva 32 anni, lui 68.
 “U figghiu di Bossi!” Questo grido ha svegliato l’altro giorno la città di Favara. Ed ecco, a pagina 38, il reportage sulla prima volta di Renzo Bossi in Sicilia (non era mai sceso sotto Roma, non aveva mai preso un traghetto). Come Claudio Bisio in Benvenuti al Sud anche il Trota s’è messo in viaggio con il giubbotto antiproiettile: temeva un sequestro di persona. Una volta sull’isola gli pareva di essere Johnny Stecchino: si è fatto fotografare con la coppola, soprattutto ha scoperto con sommo stupore di avere un cugino, Tano Schifano, che quando l’ha visto l’ha abbracciato con teatrale entusiasmo: “Cinquecento Bossi ci vorrebbero in Sicilia!”. I compaesani non hanno gradito: “Dillo a tuo patre che al Sud si sta bene: noi siamo gente di cuore”. Tano ha capito subito l’antifona: “Oggi non si parla di politica, tutti a casa a mia a pranzo…”.  Bossino è tornato al Nord arricchito di cassate e paste di mandorle: “Quando siamo partiti avevo dei pregiudizi, per come fin da piccolo mi sono stati raccontati certi aspetti del Meridione. Invece la gente è stata affettuosa. Mi piacerebbe propormi come interlocutore fra la Lega e il Sud sul federalismo”. La questione meridionale può dirsi risolta.
 A pagina 139, infine, l’intervista a Hoara Borselli, la neo-consulente del ministero della Difesa per l’Unità d’Italia. Il titolo dice tutto: “Per La Russa lavorerei anche gratis!”. E del Rubygate cosa pensa? “Se una ragazza pensa di usare delle scorciatoie per fare carriera è responsabile delle proprie scelte”. Ma la prostituzione minorile non è un’ipotesi di reato pesante? “Appunto, è solo un’ipotesi” scandisce Hoara. E domani è un’altra ruffianeria.

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