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sabato 12 febbraio 2011

"Mutatis mutandis." Un compendio dell’intimo dal "Verme" fino a Giuliano Ferrara

Una rarissima immagine di Giuliano Ferrara da piccolo...già allora....
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È la ribalta delle mutande. Il can can mediatico, giudiziario e istituzionale consegna l’indumento intimo alla visione globale della politica scosciata. Ed è quasi una fortuna, perché in tempi di cellulari con fotocamera, è quasi certo che il futuro ci consegnerà non più metafore, ma scatti ‘en vivo’ del ventre del potere. Ed è probabile che si tratterà di un ventre bionico, da 6 milioni di dollari, un ibrido tra organico e inorganico. Rimpiangeremo il can can, e le mutande, allora.
Ma per ora torniamo all’indumento intimo. Il 12 febbraio è la volta di Giuliano Ferrara al Teatro Dal Verme di Milano per la manifestazione In mutande ma vivi, contro i puritani del Palasharp (leggi l’articolo).
Per Lettera43.it è l’occasione per un piccolo resumé a volo di gabbiano (guarda la photogallery della storia della mutanda).
La prima fu Caterina de’ Medici

Mutanda in latino significa semplicemente ‘da cambiare’, come Agenda ‘da fare’ e Amanda ‘da amare’. Uomini e donne non hanno indossato mutande sino ai primi del ’900. Nel ’500 Caterina de’ Medici, regina di Francia, lanciò l’uso delle mutande per le gentildonne che andavano a cavallo. Il popolino in breve le soprannonimò “briglie da culo”. La povera Maria Antonietta, quando salì al patibolo, non indossava le mutande. Ancora nel 1905 il gestore di uno zatterone sulla Senna, in cui si davano appuntamento le allegre comitive di parigini per fare merenda e ballare, aveva affisso un cartello: ‘Le signore che non hanno mutande sono pregate durante il ballo di non alzare la gamba più alta della cintura’. Notizie che troviamo nel libro di Luciano Spadanuda, Storia delle mutande (Castelvecchi).
Mutande musicali

E c’è stato un momento in cui le mutande non erano l’oggetto protettivo, ma quello già innominabile. Una canzone degli Anni ’40, la Paloma Blanca faceva così: ‘Lasciò le mute Ande, le mute Ande, sotto la nieve… Oh, quanto freddo aveva la mia paloma, tanto cruele, senza le mute Ande, le mute Ande, sotto la nieve!’.
Altra famosa mutanda musicale è quella di Renzo Arbore, che negli Anni ’80 cantava: ‘Tu vecchia mutanda/larga un po’ di gamba/ che non si usa più/ Una volta sventolavi sul pennone lassù».
Versioni cinematografiche

In principio erano le mutande. Era il titolo del film del 1999, di Anna Negri, tratto dal romanzo di Rossana Campo. Sharon Stone in Basic Instict non indossava le mutande durante un interrogatorio. L’accavallamento (o meglio lo scavallamento) più conturbante della storia del cinema sta tutto in quell’assenza di biancheria intima: deflagrazione ormonale per il pubblico maschile.
Molto meno erotici i mutandoni della nonna indossati da Bridget Jones per uscire con l’uomo dei suoi sogni. La ragazza è indecisa, può scegliere da il modello contenitivo rosa cipria e antistupro oppure un microscopico tanga leopardato. Dando per scontato che la serata sarà mogia, Jones opta per il modello meno conturbante che si rivela oggetto d’attenzioni particolari durante l’incontro intimo. Cult assoluto è Mutande pazze, il film di Roberto D’Agostino, che racconta una vallettopoli ante litteram. Il motto: ‘Non capisco ma mi spoglio’.
Il pop trash, da Schiffer ad Albertini

Negli Anni ’90 la top model Claudia Schiffer era soprannominata “la ragazza con le mutande di lana” dalle colleghe per le abitudini sane e la condotta irreprensibile.
Sono entrati nell’immaginario collettivo i mutandoni lunghi e bianchi di cachemire indossati dal sindaco di Milano Gabriele Albertini nel luglio 1998 durante le giornate della moda. In realtà si trattava di un costume da bagno di Valentino ma per tutti sono gli slipponi del primo cittadino.
MORANDI DESNUDO. Quelli altrettanto lunghi e ingombranti di Gianni Morandi, indossati durante il programma Uno di noi, servivano per ironizzare sul buongusto e sui trucchi per far alzare gli ascolti. La sfida dell’Auditel contro Maria de Filippi non l’avrà vinta, ma con il fisico da maratoneta ha conquistato le casalinghe italiane.
Poi sono arrivate le mutande a luci rosse come gli slip minimali di David Beckham e quelli testosteronici dei calciatori italiani. La scusa è pubblicizzare le mutande con l’elastico alto, il risultato è un trionfo di muscoli scolpiti.
IL LANCIO DI CORONA. Uno dei momenti mutandari più singolari degli ultimi anni è stato il lancio delle mutande di Fabrizio Corona ai fan in delirio sotto il balcone della sua casa a Milano. Così come i perizomi esibiti dalla giunonica Valeria Marini durante il programma che fa naufragare personaggi del mondo dello spettacolo in località inospitali.
Dall’Elefantino a Jim Morrison

Alla fine sono arrivate le mutande di chiffon invocate da Giuliano Ferrara. Al termine della manifestazione fogliante siamo sicuri che non vedremo, come a qualche concerto dei Doors, il pavimento coperto di mutandine femminili.
L’Elefantino è intellettuale di mondo (e teatro, per dirla con Carlo Goldoni) ma non gode dell’sessappiglio di un Jim Morrison. Ma forse, in fondo, mutatis mutandis. (Di B. Giurato e M. Venturini) 


2 commenti:

  1. le donne che occupavano palazzo del pdl speravano una prestazione extra da silvio ,perche a casa nessuno le caga

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  2. Probabilmente l'"Anonimo" che ritiene che "le donne che occupavano palazzo del pdl speravano una prestazione extra da silvio ,perche a casa nessuno le caga", è il classico povero sfigato che il sesso lo fa solo a pagamento perché è lui a non essere "cagato"dalle donne. Quindi incosciamente odia le donne e invidia chi come il Cavaliere piduista può comprarle senza tirare la cinghia come fa lui che per lo più deev accontentarsi di seghe.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)