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lunedì 3 gennaio 2011

DA BERLUSCONI A FINI POLITICA E GOSSIP TRA LE LENZUOLA "SE LA SONO CERCATA !"

Candida Morvillo, direttore responsabile del settimanale Novella 2000, non ha dubbi: ”Che si chiami Rachele o Lucia non cambia niente. Questa escort di Reggio Emilia credo proprio che Gianfranco Fini non lo abbia mai neppure visto, cerca solo pubblicità. Forse qualcuno l’ha istruita a dovere, ma lei cerca solo di farsi pubblicità. Per diventare famosa. Ormai ho un certo fiuto: sono molte le donne di tutti i tipi che mi propongono le storie più incredibili e imbarazzanti per ministri e politici vari purché bene in vista”.
Novella 2000 è la testata patinata nota anche come la madre di tutti i giornali di gossip fin da quando si chiamava solo Novella, senza il 2000 e le parole di Morvillo spengono la miccia della bomba o bombetta piazzata a mo’ di botto di fine anno sotto lo scranno più alto della Camera, ma fanno capire che di micce accese ce n’è per tutti.
Direttore, prima o poi una bomba esploderà davvero? E cosa spinge tante donne a volerle raccontare le loro imprese ribalde con ministri e politici di grosso calibro?
Cominciamo dalla seconda domanda. Di donne, e non solo escort, pronte a vuotare il sacco sui loro affari di sesso soprattutto con ministri ne ricevo a iosa, si può dire che fuori del mio ufficio c’è la fila. Quando chiedo loro perché lo fanno, la risposta è sempre la stessa: “Perché voglio diventare famosa”.
Beh, ma non è una bella fama…
I tempi della “dama bianca”, finita nei guai anche giudiziari perché era l’amante di Fausto Coppi, sono finiti da un bel pezzo. Oggi queste donne vogliono diventare famose per fare quattrini e tentare di avere un lavoro ben retribuito. C’è chi vuole partecipare al Grande Fratello e chi vuole diventare Velina o Letteronza o Meteorina, chi vuole diventare modella e chi attrice, più della tv che del cinema. Senza contare che dare interviste di un certo genere e su certi personaggi può essere molto remunerativo. Si tratta di donne quanto meno disinvolte, che dell’essere famose hanno un’idea magari tutta loro, ma in ogni caso piovuta non da Marte né nata in qualche bassofondo, bensì partorita alla luce del sole dai tempi in cui viviamo. Per essere più precisi, è il frutto dell’incredibile combinato disposto della politica e dello spettacolo, che dà pubblico esempio della mollezza di costumi e delle morale, oltre che spesso anche del malcostume in tutti i sensi.
Un attimo di fiato e poi prosegue…
E qui c’è la risposta alla prima domanda: forse qualche bomba a carattere sessuale esploderà, ma non lascerà sul terreno né morti né feriti. La gente si è assuefatta a tutto. Anzi, quando si tratta di storie o storiacce di sesso ci si dà di gomito e si fa pure l’occhiolino. Voglio dire: siamo partiti dal botto di Veronica Lario che denunciava pubblicamente le frequentazioni di minorenni da parte di suo marito, che non è propriamente un tizio qualunque, bensì il capo del governo, e siamo arrivati al bunga bunga, sempre dello stesso capo del governo, mica del barista qui sotto. E che è successo? Niente. Per una storia di sesso negli Stati Uniti, il Paese più ricco e potente del mondo, il più carico di responsabilità planetarie, è finito sotto impeachment il presidente in persona, Bill Clinton, che ha rischiato di essere cacciato dalla Casa Bianca. Da noi non è successo nulla, eppure non si è trattato di una sola avventura come invece nel caso di Clinton, ma di una intera serie di episodi. Devo stare a ricordare le escort gentilmente offerte da “Giampi” Tarantini? [In realtà Clinton finì sotto impeachment perché, sotto giuramento, negò la storia con Monica Lewinsky nel corso di un'altra inchiesta su di lui per una vicenda torbida e mai chiarita che comprese anche un misterioso suicidio].
Qualcosa però è successo: le notizie politiche e certe inchieste si trovano spesso sui giornali di gossip, mentre i maggiori quotidiani e settimanali spesso sono sguarniti di notizie e infarciti invece di gossip o di polemiche basate su poco o nulla, ma gonfiate come le bistecche zeppe di ormoni.
Se vai in edicola vedi che il ministro – ripeto: il ministro – Stefania Prestigiacomo ha scelto il settimanale “Chi”, che si occupa appunto di gossip, per fare i suoi annunci politici polemici. Forse ha seguito l’esempio di Barbara Berlusconi, che la sua sfuriata contro Mara Carfagna, altro ministro e altra bella donna, non è certo andata neppure lei a farla a un grande giornale di informazione, contrariamente a Veronica Lario quando non ne potè più dell’andazzo fin troppo disinvolto del marito, Silvio Berlusconi. Sì, è vero, c’è un certo scambio dei ruoli tra la stampa che si usa chiamare di informazione e quella di pettegolezzi.
Quando è iniziato questo scambio dei ruoli? E cosa lo ha provocato?
A provocarlo è stata di sicuro la televisione, o meglio l’eccesso di televisione, però insieme con la politica spettacolo. Che alla lunga invertendo i termini ha finito col diventare spettacolo politica. Aggiungiamoci il dilagare di belle ragazze in tv, nella pubblicità  e nel made in Italy della moda. Quando personaggi come Clemente Mastella e addirittura Antonio Di Pietro, entrambi di caratura ministeriale, ma almeno a parole assai diversi nei comportamenti, per essere ripresi in televisione e rendersi simpatici ci tengono a farsi vedere al Bagaglino, fino a prendere le torte in faccia pur di compiacere il pubblico di palato grosso, di cosa vogliamo poi meravigliarci? La svolta credo ci sia stata quando Silvio Sircana, uomo dello staff dell’allora capo del governo Romano Prodi, è stato fotografato mentre si rivolgeva a un transessuale. Magari gli stava solo chiedendo una informazione, però la foto fu usata per scatenare un putiferio, uno scandalo sessuale, per poter dare così addosso a Prodi.
Altra breve pausa e poi…
Da allora il pettegolezzo, il gossip specie a carattere sessuale, non è stato più usato solo per divertirsi un po’ alle spalle di qualche malcapitato, magari mettendolo anche alla berlina in modo salace, ma è diventato una clava da usare politicamente. Siamo cioè passati dal pettegolezzo allo sputtanamento, scusatemi il termine. Ecco perché il gossip a volte se la fa da padrone nei cosiddetti giornali di informazione. Quando si arriva al caso Boffo, il direttore dell’Avvenire massacrato a quel modo, si ha la prova che s’è perso il senso della misura, anzi si è persa del tutto la tramontana. E quando su Piero Marrazzo, governatore del Lazio con la passione dell’andare a transessuali, si scatena il mercanteggiamento dei filmini in alto loco e in certe redazioni di giornali, per poter montare un caso Boffo elevato al cubo, allora siamo dove siamo. 

Cioè alla frutta. Dovuta anche al cortocircuito politica-mass media provocato dal ruolo politico di chi è padrone di tv e giornali, e quindi in grado in fatto di notizie pilotate di chiedere e ottenere corsie preferenziali.
A  pensarci bene, il primo a immettere il pettegolezzo nella grande stampa è stato Paolo Mieli quando è diventato direttore del Corriere della Sera la prima volta. Non a caso prende il nome da lui il mielismo, mix di politica e pettegolezzo.
Altri tempi, comunque. Il mielismo non è mai arrivato allo sputtanamento, non ha mai brandito come clave lenzuola, mutande o foto compromettenti. Anche Bettino Craxi aveva le sue amanti certo, le sue liason con Anija Pieroni o Moana Pozzi non erano faccende segrete, ma non s’è mai sognato di portarsele al governo o comunque in parlamento e neppure “solo” nel partito. Anche la stampa sua nemica s’è guardata bene dal sollevare certi scandali, pur potendo certamente farlo. All’hotel Raphael la folla che gli lanciava le monetine non contestava Craxi per le faccende di sesso, ma per le bustarelle e le tangenti elevate a sistema. Idem per Gianni De Michelis, che di amiche intime non ne ha certo avute poche ed è arrivato a scrivere un libro guida per le discoteche. Viceversa, le loro donne non si sono mai presentate in piazza o in tv o in un giornale per gridare ai quattro venti le love story e diventare famose in questo modo. Forse possiamo dire che il mielismo alla lunga è diventato la porta di passaggio del peggio che è venuto dopo.
Non vorrei essere troppo pignolo, ma Palmiro Togliatti, il segretario del Partito comunista italiano dell’epoca, che non propugnava certo una morale lasca, ha messo gli occhi su Nilde Jotti quando l’ha vista in ascensore in Parlamento, iniziando subito una relazione nonostante lui fosse già sposato e lei molto più giovane di lui.
Nilde Jotti però in quell’ascensore e in Parlamento ci si trovava perché era già stata eletta deputato, prima di conoscere Togliatti, e se non ricordo male aveva anche fatto la partigiana partecipando alla Resistenza, non al bunga bunga. La sua carriera politica non l’ha fatta neppure in seguito come amante di Togliatti e non s’è mai permessa di farsi pubblicità con certi mezzi. 
 Non ho mai capito come mai Umberto Bossi, che ha contribuito alla volgarità e al sessismo generale con la sua maniacale insistenza sulla Lega che “ce l’ha duro”, abbia deciso di portare alla Camera, e di farne la presidente, una giovane come Irene Pivetti, la cui breve stagione politica certifica che non aveva lo spessore necessario. Ma a proposito di presidenti della Camera quello attuale, Gianfranco Fini, non può certo lamentarsi se è finito nel tritacarne del gossip.
Perché?
Perché quando gli ha fatto comodo, e/o ha fatto comodo alla sua attuale compagna Elisabetta Tulliani, si sono lasciati fotografare nell’estate del 2008 in costume da bagno, avvinghiati su una barca, lui con una mano tra le cosce anzi tra le chiappe di lei e lei con una mano sulla patta di lui, in evidente turgore erettivo. Io su Novella 2000 del 3 luglio di quell’anno ho pubblicato un servizio fotografico e una inchiesta annunciati in copertina col titolo “Fini show al mare”. All’intero il pezzo era intitolato “Fini, la Tulliani e la svolta di Ansedonia”. Eh sì, è stata proprio una svolta… Diventata un boomerang. 
 Avevo già capito da tempo che i politici al gossip ci tenevano per farsi pubblicità e che non sospettavano sarebbe diventato il loro tallone d’Achille.
A proposito della foto con la mano di lei sulla patta turgida di lui ricordo che Alessandra Mussolini…
Stavo per dirlo io! La Mussolini al Senato ci tenne a salutare pubblicamente Fini con un sonoro e ammirato, oserei dire quasi littorio, “Presidente, complimenti per il “bambolotto”!”. Dove per “bambolotto” intendeva chiaramente il rigonfio della patta che faceva bella mostra di sé nelle foto di Novella 2000. Quando si arriva a questi punti… Che squallore.  Sono comportamenti squalificanti per qualunque persona, se poi si tratta di politici e parlamentari siamo nella melma. La macchina del fango se la sono fabbricata loro. Non so se le foto di Pier Ferdinando Casini nudo pubblicate su Eva nel ’95 siano o no scatti consenzienti, però se Vittorio Sgarbi già nel ’93 s’è fatto fotografare nudo per la copertina de L’Espresso, sia pure con le mani a mo’ di foglia di fico, è perché lo ha voluto lui. S’è messo pure in posa. Per uno sciupafemmine dichiarato come lui, fors’anche un modo per farsi, come dire?, un po’ di pubblicità fisico corporea. Dai oggi e dai domani, il gossip cui tanto tenevano i politici è diventato, ripeto, il loro tallone d’Achille.
A proposito di Achille, ricordo che Achille Occhetto si fece fotografare nella casa al mare di Capalbio mentre baciava sua moglie, Aureliana Alberici, ed erano scatti firmati Elisabetta Catalano, mica da un fotografo qualunque, destinati ovviamente alla stampa. I comunisti rimasero shockati e Montanelli scrisse che Aureliana con un morigerato bacio pubblico sulla spiaggia di Capalbio al marito Achille “ha cambiato il costume di quella religione laica che è il comunismo”.
Intanto erano marito e moglie, non amanti, e poi Occhetto non voleva farsi pubblicità, tanto meno la sua schiva consorte, voleva solo dare un pizzico di modernità al partito comunista, che anche in fatto di sesso e relazioni personali era certamente più moralista che libertario. Ma che fossero ben altri tempi lo dimostra il fatto che Occhetto non ebbe il coraggio di rivendicare quel piccolo gesto, preferì giustificarsi affermando che era scatti rubati. Come se la Catalano fosse una Zappadu qualsiasi.
Neppure le foto di Zappadu che svelavano i riti berlusconiani nella Costa Smeralda di villa Certosa hanno suscitato troppo scandalo. Tanto meno allarme per la possibile ricattabilità di un capo di governo molto disinvolto.

Vero. E dire che sia l’opposizione che i partiti di governo avrebbero dovuto riflettere anche sul fatto che i carabinieri montavano la guardia per frotte di gaudenti. Invece poi si è arrivati a Lele Mora che porta belle ragazze a casa di Berlusconi ad Arcore senza che qualcuno faccia almeno uno straccio di controllo al cancello di ingresso. In Italia il problema non è il gossip, forse neppure l’uso politico del gossip.
Qual è allora il problema?
E’ la realtà, che ha surclassato il gossip. Guarda quello che è venuto fuori con Marrazzo, senza contare tutto ciò che è rimasto nell’ombra. E sul bunga bunga mi hanno intervistato il Time e l’Herald Tribune. Ma ti rendi conto? Mi spiace dover dire queste cose, magari passo per antiberlusconiana o antifiniana quando invece io sono solo una giornalista senza anti e senza pro, ma la realtà è quello che è. Mica posso far finta di niente o che la realtà sia un’altra.
Mi pare però che, come nel caso della “svolta di Ansedonia”, Novella 2000 abbia fiutato il vento in anticipo. Non a caso lei, direttore, sette anni fa ha pubblicato con Rizzoli un libro dal contenuto e dal titolo profetico: “La Repubblica delle veline”. E non si riferiva alle versioni ufficiali, chiamate in gergo “veline”, né al quotidiano Repubblica.
Sì, anche questo è vero. Nel numero del 14 maggio del 2009 ho dedicato non poche pagine alle molte “bellezze che hanno reso furiosa Veronica”, come si legge in copertina, prima che perdesse la pazienza per la minorenne Noemi. Il problema è che non si trattava solo di belle ragazze che avevano fatto uscire dai gangheri la moglie del capo del governo, ma anche di una frotta di balde giovani che il capo del governo aveva apprezzato al punto da rifilarle alla scuola politica dei ministri Franco Frattini e Renato Brunetta perché fossero messe in grado di venire candidate alle elezioni senza sfigurare ed essere elette. E’ quello che Veronica Lario ha definito “ciarpame senza pudore”, e che suo marito definiva invece “ragazze uscite dell’università”.

Da quali università erano uscite?
Passiamo alla prossima domanda.
 Si è prima sussurrato a lungo e poi si è anche scritto di una relazione tra Umberto Bossi e Luisa Corna, bella e brava cantante. La Lega forse ce l’ha duro, ma ho letto che Bossi ha dovuto far ricorso a una pillola di Viagra di troppo ed è finito così al tappeto, colpito dall’ictus. Le risulta che per evitare lo scandalo sono stati ritardati i soccorsi in attesa che arrivassero i fedelissimi per portare il senatùr prima a casa e poi in ospedale? In che albergo è successo il fattaccio?
Albergo? Ma non era una macchina? No, cioè, volevo dire: non ne so nulla. Anche qui, passiamo per cortesia alla prossima domanda.
Bene. Tra tutte le donne che hanno circondato e che circondano Berlusconi, chi salverebbe?
Di sicuro la Santanché. E’ una che ha iniziato col dichiarare in pubblico, non molto signorilmente, “Berlusconi vuole portarmi a letto, ma io non gliela do” e ora, a quanto pare senza pagare il dazio, è tra le persone che lui più ascolta. Geniale, no? Poi Mara Carfagna. Possiamo dire tutto quello che vogliamo, come ha fatto per esempio Barbara Berlusconi, e io non ho capito cosa abbia fatto come ministro delle Pari opportunità, però da quando è diventata ministro almeno ha saputo darsi un contegno, adeguato al ruolo. Brava, no? Mariastella Gelmini è certamente in gamba anche lei. Della sua riforma non so a sufficienza per potermi esprimere, però lei è andata a laurearsi nella Calabria degli esami facili facili ed è riuscita a diventare ministro della Pubblica istruzione. Altro miracolo all’italiana.
Sì, ma politicamente? Voglio dire: come cura dell’interesse generale degli italiani?
Eh? Ma di che parliamo!? Non penseremo certo che abbiano in mente questo!


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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)