Lo sconcerto e la perplessità dei presenti d'altronde danno ad intendere il sospetto di una manovra mirante ad affermare nel personaggio l'esistenza di una supposta sensibilità umana (...)
pubblicata da ROBA DA PDL
ROMA — Il ministro della Giustizia ha scelto il salotto di Porta a Porta per spiazzare anche chi lo ha sempre visto come l'icona perfetta dell'uomo tutto d'un pezzo e davanti a milioni di telespettatori ha confessato che 12 anni fa è stato oggetto di una tentata violenza sessuale da parte di una signora di cui non ha fatto il nome. In studio, c'era anche Anna Serafini, dirigente dei Ds e moglie del segretario Piero Fassino: «Solidarizzo con Castelli perché da uomo si è trovato a subire una violenza che è frutto di un modello maschile generalmente rivolto contro le donne».
Dunque, il leghista Roberto Castelli, un ministro che vuole trasmettere un'immagine di sé poco incline ai sentimenti, ha svelato un frammento segreto della sua vita privatissima davanti a milioni di telespettatori. Lo ha fatto, così, con semplicità: «Anche gli uomini possono essere oggetto di violenza da parte delle donne. Nel '93 (quando ancora non era senatore, ndr) una donna si è avventata su di me, mi ha strappato la camicia ma io, che ero più forte, sono riuscito ad allontanarla. Quindi posso capire il senso di frustrazione...». Tutto qui.
In studio, a quel punto, è calato un gelo imbarazzato che ha spiazzato anche lo staff del ministro presente tra il pubblico e gli ospiti chiamati da Bruno Vespa a discutere di violenza sulle donne. Da Paolo Cento dei Verdi a Mariella Burani Procaccini di Forza Italia, da Barbara Palombelli a Maria Teresa Ruta: sono rimasti tutti un po' basiti davanti a una confidenza così intima di un un uomo pubblico. Invece Anna Serafini, responsabile Infanzia dei Ds, che ha avuto un moto di affettuosa solidarietà nei confronti del ministro della Cdl: «Il tema è molto delicato e se il ministro dice di aver subito questo tipo di violenza è giusto che abbia una piena attestazione di solidarietà. E lo dico perché ne sono convinta».
Castelli, comunque, ha lasciato cadere l'argomento e anche i presenti nel grande studio di via Teulada non hanno insistito chiedendo particolari su quell'episodio di 12 anni fa. Poi, a registrazione della puntata conclusa, Anna Serafini ha accettato di spiegare al Corriere della Sera perché le è sembrato naturale, quasi, ovvio, prendere pubblicamente posizione favorevole a un uomo.
Ha dunque spiegato la Serafini: «Quando la cultura dei rapporti è di sopraffazione va denunciata sempre e comunque. Anche quando questa cultura della sopraffazione può coinvolgere alcune frange di donne: ecco perché, in questo caso, avverto un sentimento di solidarietà...». Castelli, parlando del suo caso, aveva detto davanti alle telecamere che per l'uomo la violenza subita è comunque diversa perché fisicamente è più forte. Ma anche davanti a questa considerazione la Serafini mantiene ferma la sua solidarietà: «La violenza sessuale non è mai una cosa che ha a che fare solo con una questione fisica. Piuttosto ha a che fare con la volontà di sopraffazione di una persona perché tende a negare l'autonomia dell'altro. Per questo anche se colpisce un uomo bisogna essere solidali».
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