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lunedì 18 ottobre 2010

Il Tg5 ha sfruttato anche i minatori cileni per promuovere il Grande Fratello

Guardavo con commozione e gioia sul Tg5 delle ore 20 il buon esito del salvataggio dei 33 minatori cileni incastrati sottoterra a 600 metri da 70 giorni, quando un confronto a dir poco improprio ha profondamente turbato la mia coscienza. La cronista del Tg5 commentava le immagini del salvataggio e il comportamento a volte gioioso a volte con sfogo di pianto dei minatori alla vista delle loro famiglie.

Ad un certo punto la regia del TG5 ha mostrato un confronto comparativo, definite dalla giornalista “insospettabile parallelismo”, delle immagini registrate all’uscita della miniera dei minatori rimasti nel ventre della terra con poco cibo e molta paura con le immagini dei finalisti all’uscita della Casa del Grande Fratello.

Il paragone tra la tragedia di quei 33 minatori che rischiavano ogni giorno la vita per pochi soldi, con quella di una “pattuglia di perditempo” che da anni propone ai nostri giovani un immagine di vita senz’altro non educativa mi ha francamente offeso come uomo pensante. Non c’è più limite alla decenza; per promuovere la prossima stagione di questo reality, si ricorre ad ogni tipo espediente pubblicitario anche sulle spalle di 33 straordinari minatori.

La mia e la nostra gioia per il lieto epilogo non deve essere comunque turbata da questa mancanza di sensibilità. Ringrazio Dio averci ridonato questi fratelli.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)