«Tanto vale dirlo subito - dice il rapporto - la Padania, come spazio etno-culturale omogeneo, non esiste». Bocciata anche l'idea di una «nazione padana»: per i geografi dell'istituto la sua inesistenza «è ancora più evidente». Tutto il rapporto (intitolato «Il Nord, i Nord»), mette in evidenza «il mosaico delle differenze settentrionali». Il Nord italia «è fatto di sistemi territoriali e urbani di varie dimensioni e vocazioni che testimoniano modi di regolazione socio-politica profondamente diversi, quando non divergenti».
«La Padania di oggi - insistono i geografi, senza paura di dispiacere alla Lega - appare quindi come un'aggregazione piuttosto tardiva di tessere regionali espulse da mosaici precedenti». Insomma, la Padania sarebbe un'area, anzi un «caleidoscopio», dove le differenze interne sono maggiori dei tratti comuni. Come nel caso del Piemonte, che gli studiosi della società geografica vedono nettamente diviso in tre: un'area metropolitana, un nord pedemontano e un sud ancora a dominanza agricola.
Un gruppo di numismatici toscani diffonde l'allarme,sono state ritrovate monete celebrative della "padania" ; dopo accurate ricerche è stato appurato che le monete in questione sono da considerarsi prive di alcun valore:numismatico.
Viene fatto notare che le suddette monete hanno un conio in una lega composta di metalli vili,incapaci del pur minimo tintinnio sia pure quello dello stagno,insomma come dicono a Roma delle sole,delle patacche di latta!
Le autorità competenti hanno diramato un comunicato atto a salvare la popolazione dalle contrafazioni e promettono di perseguire penalmente i responsabili dello spaccio.
Particolare accento viene posto sulla salvaguardia dei minori i quali potrebbero sviluppare fantasie suscettibili di minarne la crescita intellettuale.
E accaduto che ambigui figuri dall'aria losca venissero sorpresi fuori dalle scuole intenti a regale sacchetti delle suddette monete,l'invito ai giovani è pressante: " non accettate monete dagli sconosciuti ! "
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)