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lunedì 2 agosto 2010

LA LETTERA DEL FIGLIO DI UN OPERAIO

Mosca restauro del monumento ai lavoratori del Kolkhoz Worker and Kolkhoz Woman Reinstalled in Moscow clic per visitare il monumento



  Ero tornato da poche ore, l’ho visto, per la prima volta, era alto, bello, forte e odorava di olio e lamiera.

Per anni l’ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica.

L’ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo.

L’ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie.

L’ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli permetteva di farmi frequentare l’università.

L’ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro.

L’ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha detto che era troppo vecchio per le loro esigenze.

Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l’età lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma dimenticare la globalizzazione dei diritti, ho visto direttori di giornali affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire che la modernità richiede di tornare indietro.

Ma mi è mancata l’aria, quando lunedì 26 luglio 2010,  su “ La Stampa” di Torino, ho letto l’editoriale del Prof . Mario Deaglio. Nell’esposizione  del professore, i “diritti dei lavoratori” diventano “componenti non monetarie della retribuzione”, la “difesa del posto di lavoro” doveva essere sostituita da una volatile “garanzia della continuità delle occasioni da lavoro”, ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al minimo, non necessitava più del “tempo libero in cui spendere quei salari”, ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte (teoria ripetuta dal Prof.  Deaglio a Radio 24 tra le 17,30  e la 18,00 di Martedì 27 luglio 2010).

Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l’aria.

Sono salito sull’auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino.

Sono corso a casa dei miei genitori, l’ho visto per l’ennesima volta. Era curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva barcollare, era debole a causa della cardiopatia, era mio padre, operaio al reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo libero con la sua famiglia, quello era gratis.

Odorava di dignità.
      (Luca Mazzucco)
Fonte

7 commenti:

  1. odora di dignità... ti pare poco, di questi tempi?
    continua ad esserne fiero.. e a seguire il suo esempio... non di schiavo, ma di Uomo, in mezzo a tanti quaquaraqua e delinquenti..

    Danila Pelosi GR

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  2. ci stiamo nutrendo di disperazione come i ns/
    genitori , qualcosa dovrà pur cambiare ma quando? Non credo più al sogno di un'Italia migliore perchè i ns/ rappresentanti son tutti co........i.
    Elisa da CATANIA

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  3. Cambiare gli uomini è impossibile, ma far capire il loro sbaglio, si deve tentare. Per fare ciò, si deve sver patito.
    Mimmo da Milano

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  4. Sono stato messo in mobilità in attesa di andare in pensione. Ho fatto i turni per 38 anni, ho una professionalità all'apice della mia carriera, sono stato cacciato come un cane per prendere quattro soldi sia di mobilità che di pensione, sperando che non muoia per causa del lavoro che ho svolto. W l'Italia e i nostri politici, i quali in parlamento non spendono neanche una parola per noi e purtroppo neanche per i nostri figli che hanno una vita durissima da campare. Se si continua così, per riottenere qualcosa si dovrà riversare sangue. La storia ci insegna.

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  5. Sono come molti di voi figlio di un operaio e di un artigiano,è con il cuore a pezzi che assisto allo smembramento della dignità di quelli che hanno contribuito più di altri a fare grande questo paese...

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  6. leggendo i post mi e quasi venuto da piangere
    perchè in quell'operaio ci vedo mio padre e ci vedo anche me ,ragazzi dobbiamo unirci e fare qualcosa perchè si vogliono mangiare il nostro futuro e la nostra dignità

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  7. Ciao a tutti faccio parte dello schifo mondo dei sindacalisti rsu e vi dico che è tutto un marciume poichè le direttive arrivano già prima di incominciare gli incontri con la controparte come diceva l'amico prima bisognerà di nuovo rappresentare gli operai come un tempo e rompere con la tregua sindacale che ci hanno imposto i magnifici 3.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)