Vigevano - Si sono sedute sui gradini del monumento: 160 euro
Consigliere azzurro pagherà il ricorso al giudice
Le ragazze mostrano le multe (Sacchiero) |
Dopo aver letto della protesta inscenata in Piazza Ducale da alcuni giovani per difendere il diritto a sedersi sui gradini della statua del San Giuanin d’la Pumisela, una sorta di muretto d’Alassio padano che da sempre rappresenta un punto di ritrovo della piazza, Pacinotti ha presentato un’interpellanza in cui «rammenta alla giunta che fa parte della storia di Vigevano l’abitudine dei giovani di ritrovarsi in piazza e sedersi sui gradini del monumento a San Giovannino, costume che in decenni non ha arrecato danni a nessuno ». Giada Carnevale, 24 anni, e Ignazia Fronterrè, di 25, neolaureate vigevanesi, secondo il capo dei vigili hanno violato l’articolo 59 del regolamento di polizia urbana che vieta «di mangiare, tenere bottiglie di alcolici o bivaccare vicino ai monumenti» di uno dei salotti più belli d’Italia. «Non stavamo né mangiando, né bevendo, né fumando — si difendono le ragazze — Eravamo solo sedute a parlare ». Le multate contestano anche l’assenza di cartelli informativi del divieto; per questo faranno ricorso al giudice di pace, a spese del consigliere comunale del Pdl.
Preferisce restare a guardare (per ora) il sindaco Andrea Sala. «Nei prossimi giorni verificherò come si sono svolti i fatti—si limita a dire—Se le ragazze mi vogliono incontrare, le riceverò: la mia porta è aperta a tutti. Ascolterò anche gli agenti di polizia locale. Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma alcune considerazioni generali sono d’obbligo. È giusto che il Comune debba spendere soldi tutti i mesi per far rimuovere le "cicche" dai gradini del San Giovannino con un’idropulitrice, con il rischio di danneggiarne il marmo? È giusto che si sia dovuto mettere un cancello allo scalone che porta al Castello Sforzesco per evitare di ritinteggiare tutti gli anni i muri imbrattati di scritte o raccogliere rifiuti sparsi ovunque? Lo dico da cittadino: se bastasse il buonsenso, forse non ci sarebbe bisogno di regolamenti ».
Erika Camasso Corriere della sera.it
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