L'industrializazzione più liberista,consumista, aveva quasi annichilito certe produzioni artistiche cosidette "euforizzanti" per l'animo umano.
Una creazione che è anche contemplazione e vetta,sommità dell'inutilità,il superfluo assoluto;se non fosse che l'estetica,una certa decorazione poetica della vita è irrinunciabile tanto che persino gli uccelli e altre specie ne sono dotate.
IL CASO
Un sito frequentato da 5 milioni di persone che vendono e comprano oggetti realizzati manualmente. E' un sintomo della nuova rivoluzione: dalla musica alla tecnologia il boom dei prodotti ideati da non professionistidal corrispondente FEDERICO RAMPINI
                                                                                                                                NEW YORK - Cinque milioni di  aderenti, più di tutti gli iscritti ai partiti democratico e  repubblicano: se diventasse un movimento politico, cambierebbe la faccia  dell'America. Se unissero i loro fatturati, sarebbero una mega-azienda.  Sono i membri di Etsy, il nuovo mercato online che offre "the very  best", tutta la produzione di un esercito di inventori indipendenti,  artigiani del tempo libero. Con 724 milioni di visitatori al mese, è un  pezzo dell'economia americana che non passa più inosservato. Non  coincide con il mondo del non-profit: in realtà Etsy sta per quotarsi in  Borsa, chi vende i suoi prodotti su questa "piazza virtuale" non  disdegna il profitto, se è un riconoscimento alla qualità.
A  raccontare questo fenomeno ora c'è anche un film: "Handmade Nation",  nazione fatta a mano, il documentario di Faythe Levine che descrive nei  loro atelier "una generazione di nuovi creatori". Hanno la loro  manifestazione-simbolo, la Renegade Craft Fair di Chicago, la fiera  degli "artigiani ribelli". Là vendono abiti, gioielli, scarpe, oggetti  originali che sembrano nascere nelle botteghe di maestri rinascimentali.  Nella patria di Apple e Nike, quella che racconta la Levine è "una  rivolta dal basso per riprendersi il diritto adessere inventori,  creativi, geni del design e del marketing, senza obbedire agli ordini di  una Big Corporation".
Dal neo-artigianato il fenomeno si allarga e investe la produzione  culturale, la tecnologia, la politica. E' la rivoluzione "Pro-Am",  abbreviazione di "professional amateur". Dilettanti eccellenti, o  professionisti-amatori? La teorizza la società di ricerche Demos,  secondo la quale il XXI secolo appartiene a questo modo di lavorare. Tre  modelli pionieristici indicano l'immenso potenziale della "Pro-Am  Revolution", secondo gli autori Charles Leadbeater e Paul Miller. Sono  la musica rap, il software Linux, e la campagna Jubilee Debt. "Il rap -  scrivono Leadbeater e Miller nel loro saggio - ha segnato la cultura  giovanile. La campagna del giubileo ha imposto la cancellazione di  miliardi di debiti dei paesi poveri. Linux è il più grande rivale di  Microsoft nei programmi operativi. Tutti e tre sono nati da gruppi  Pro-Am, dei dilettanti innovativi, capaci di associarsi in rete,  impegnati a raggiungere altissimi standard professionali".
I  Pro-Am possono scardinare i poteri costituiti. Nell'economia, sfidano il  monopolio delle grandi imprese come laboratorio di innovazioni. Nel  mondo politico, Move.On creato dieci anni fa da due giovani di Berkeley,  e cresciuto su Internet, condiziona Barack Obama e i vertici del  partito democratico. Etsy è lo specchio di questo fenomeno sul versante  commerciale. I suoi avversari sono Ebay e Amazon: mercati online  dominati dai logo delle grandi marche, i colossi editoriali o i big  dell'elettronica di consumo. Etsy vende solo oggetti originali, prodotti  da una miriade di indipendenti,  spesso dei fuoriclasse. L’ha fondato  Rob Kalin, 29 anni. Etsy viene dal latino  “et si” ("e se...") che Kalin  ha preso da "Otto e mezzo" di Fellini. Su Etsy potete comprare un  bottone fatto a mano da un dollaro, o un'opera d'arte che ne vale decine  di migliaia, ma il cui autore rifiuta di passare attraverso i  galleristi di Soho e Tribeca. "Finora  -  spiega il fondatore  -  erano i  poteri economici a dettare le scelte dei consumatori, noi restituiamo a  una comunità di liberi individui la forza di orientare il mercato".  Kalin è bombardato di richieste per tenere conferenze nelle università.  "Tra gli studenti  -  dice  -  c'è un immenso spirito imprenditoriale,  una voglia d'indipedenza che ha bisogno di essere sprigionata".
Il  film "Handmade Nation" descrive questa esplosione di creatività come  "un progetto politico, una contro rivoluzione industriale". Riscopre  antichi filoni della contro-cultura, evitando gli errori del passato.  "Negli anni Settanta per protesta contro la produzione massificata  nacque un artigianato hippy, purtroppo la qualità era scadente. Negli  anni Ottanta i creativi di avanguardia furono catturati dai mercanti  d'arte e dalla speculazione. Le nuove ecnologie ci consentono di  bypassare il potere degli intermediari". Nel frattempo artigiani,  artisti e inventori si sono agguerriti, e organizzati. Anche quando  l'attività creativa è un secondo lavoro o un'occupazione del tempo  libero, non si può catalogare come hobby.
"Chiamarli dilettanti  non è solo un insulto, è un errore", spiega il manifesto della Pro-Am  Revolution. Nella botanica e nello sport, nel design di moda o nella  gioielleria, nella fotografia e nel software, i "professional amateur"  fanno sul serio. Secondo Demos, hanno cinque caratteristiche che  consentono di sfidare gli specialisti tradizionali e di ribellarsi alla  gerarchia soffocante delle grandi imprese: "Hanno un forte senso della  vocazione. Adottano standard trasparenti per verificare la qualità e  misurare il talento. Formano delle comunità per trasmettere il sapere.  Producono beni e servizi che hanno un mercato. Infine le loro conoscenze  avanzate danno vita a un'identità, a una tradizione". 
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)