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martedì 8 giugno 2010

VOI ITALIANI SIETE TUTTI MAFIOSI MAGNACCIA E NEGRI !

Santi e Madonne neri: italiani negri!
Nella foto di Alfonso Bugea il santo più amato della Sicilia Occidentale, San Calogero, il quale secondo la tradizione era un monaco africano di colore, guaritore, dotto, protettore del raccolto, che girava raccogliendo elemosina per gli appestati. Anche la devozione a santi neri o a Madonne nere quali quelle di Loreto, di Viggiano, di Tindari o di Siena o
ancora a Cristi neri come quelli di Crema e di Siculiana, veniva usato dai razzisti americani a sostegno della "negritudine" della "razza italiana".


Shelley: Tribù di schiavi
Nell'immagine, il poeta inglese Percy B. Shelley, autore di sprezzanti giudizi sugli uomini ("possono a stento definirsi tali: sembrano una tribù di schiavi stupidi e vizzi, e non penso di aver visto un solo barlume di intelligenza nel loro volto, da quando ho attraversato le Alpi") e le donne d'Italia: "Forse le più spregevoli fra tutte quelle che si trovano sotto la luna; le più ignoranti, le più disgustose, le più bigotte, le più sporche." I racconti del Gran Tour, che descrivevano il nostro come un paese di mendicanti, puttane, ruffiani, sozzoni e briganti, furono determinanti nel creare gli spaventosi stereotipi che accolsero i nostri emigranti al loro arrivo nei paesi dove cercavano di fare fortuna. 


Vietato l'ingresso agli italiani
Una fotografia scattata nel 1958 a Saarbrucken, alla finestra di un club. Il divieto d'ingresso per gli italiani era bilingue. Si tratta solo di un esempio: simili avvisi, in Germania e soprattutto in Svizzera, erano frequentissimi.




Arandora Star: la strage ignorata
Nella foto, l'Arandora Star, un transatlantico da crociera sequestrato dalle autorità inglesi all'inizio del secondo conflitto mondiale.
Fu qui che, dopo la dichiarazione di guerra da parte di Benito Mussolini, vennero caricati, con l'accusa di essere spie in servizio o potenziali, oltre 700 immigrati italiani in Inghilterra. Una retata vergognosa: moltissimi erano indifferenti alla politica, molti vivevano in Inghilterra da quarant'anni e avevano figli nell'esercito britannico, altri ancora erano addirittura antifascisti da anni in esilio o ebrei fuggiti dall'Italia dopo le leggi razziali del 1938.
La nave, sulla quale erano stati concentrati anche 500 prigionieri tedeschi (tra i quali diversi antinazisti ed ebrei che avevano cercato rifugio oltre Manica) fu intercettata da un sottomarino tedesco il 2 luglio 1940, silurata e affondata. Gli italiani che sparirono tra i flutti, urlando disperati nel tentativo di superare le barriere di filo spinato stese sul ponte, furono 446. Ma sui giornali dell'epoca non uscì una riga.
Il primo libro italiano sul tema, di Maria Serena Balestracci, è uscito nel 2002: 62 anni dopo l'ecatombe.



Troppe valigie: un reato
Nella foto a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta un gruppo di emigranti in attesa di partire. Diceva un titolo del "Corriere della Sera" del 6-3-1971: "Per un italiano che approda in Svizzera è un reato anche portare troppe valigie". La barzelletta preferita dai razzisti seguaci di James Schwarzenbach era questa:




L'italiano di Hollywood: gangster
Nella foto, una scena con Marlon Brando e Al Pacino de "Il Padrino". Il film è il massimo esempio di uno dei filoni preferiti del cinema hollywoodiano. L'Italic Studies Institute di New York, nel 2000, si è preso la briga di esaminare 1057 pellicole girate nella mecca del cinema a partire dal 1928, cioè dall'avvento del sonoro, in cui qualcuno ha fatto la parte dell'italiano. . I film che davano di noi un'immagine positiva erano 287 (27%), negativa 770 (73%). Più in dettaglio, ricorda Ben Lawton nel suo saggio pubblicato nella raccolta Scene italo-americane curata da Anna Camaiti Hostert, gli italiani criminali erano 422 (40%) contro 348 (33%) rozzi, bigotti, stupidi o buffoni. 



Italiani? Di origine abissina
Nella foto, Giuseppe Sergi, uno dei grandi antropologi italiani (il più famoso fu Cesare Lombroso) di fine Ottocento. Fu lui, con Luigi Pigorini, a teorizzare che l'Italia era stata colonizzata in tempi antichissimi da una popolazione africana, probabilmente abissina.
Furono proprio i loro studi, secondo la studiosa francese Bénedicte Deschamps, a confermare gli xenofobi americani nella loro convinzione che gli italiani fossero una razza "per metà bianca e per metà negra".


Dickens, assediato dai questuanti
Charles Dickens, con i suoi reportage sul "Daily Mirror" del 1844 poi raccolti in "Visioni d'Italia", diede un contributo centrale alla diffusione degli stereotipi sugli italiani. Visti troppo spesso come ladroni, prostitute, questuanti, tagliagole. Basti ricordare la descrizione di Pisa: "Con la sua torre, e la settima meraviglia del mondo", ma "puo pretendere di essere almeno la seconda o la terza per i mendicanti che vi si incontrano. Questi appostano lo sfortunato visitatore a ogni svolta, lo scortano a tutti gli usci dietro i quali si dilegua e giacciono in attesa di lui, con grande stuolo di rincalzo, a ogni porta per dove sanno che dovra uscire. Il cigolio dei cardini e segnale a un grido generale; e il momento in cui egli appare, vien circondato e assalito da mucchi di stracci e di corpi deformi."



Sopra arii, sotto negroidi
Nella mappa, il 45° parallelo nord che taglia orizzontalmente la pianura padana. Il rapporto della Commissione sull'immigrazione americana, nel Dictionary of Races and Peoples, stabilì a cavallo degli Anni Venti del Novecento, con demente "scientificità", che "tutti gli abitanti della penisola propriamente detta così come le isole della Sicilia e della Sardegna [...] sono italiani del Sud. Anche Genova fa parte dell'Italia del Sud". La frontiera tra i due mondi, per gli xenofobi più invasati, era il 45° parallelo nord, che sta esattamente a metà strada tra il Polo Nord e l'Equatore. Esempio straordinario di come la pretesa di dimostrare "scientificamente" la superiorità di una razza su un'altra possa rivelarsi, al di là di ogni giudizio morale, assolutamente ridicola.



Camorristi e mafiosi a passeggio
Nella illustrazione di un giornale dell'epoca, tratta dal libro "Vendetta" di Richard Gambino (Sperling & Kupfer 1975), una scena di vita nel quartiere italiano di New Orleans. La didascalia originale diceva: "Attraversate il quartiere italiano di una qualsiasi grande città e non mancherete di trovarvi in mezzo alla Camorra e alla Mafia" 



FONTE

2 commenti:

  1. Sono toscana,ho preso un pugno per una motivazione futile da un calabrese,prima di colpirmi mi ha detto:
    "Io non faccio distinzione tra uomini e donne".Ho attraversato Barberino di Mugello nell'indifferenza totale delle forze dell'ordine,con il sangue che mi scendeva giù dalla faccia.In caserma mi hanno chiesto di "ripulirmi".
    I carabinieri,che sono terroni come quel figlio di puttana,l'hanno difeso,non accogliendo le mie denunce,e facendomene ricevere altrettante,devo ringraziare lo spirito di cameratismo del sud?C'è qualcosa nel DNA di certe persone...
    Premetto che i miei sono siciliani..Ed aggiungo che esistono delle leggi sulla tutela ed il maltrattamento di animali,che quando fa comodo vengono insabbiate a proprio piacimento.Come se i loro figli doddi avessero un futuro certo in questo paese..Abusi di potere,maschilismo,indifferenza e stupidità..Grazie tante..

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  2. La barbarie,l'inciviltà,la violenza,la maleducazione non sono un fatto riservato ad una etnia o a una cultura,spesso appartengono al sottosviluppo,all'ignoranza,a tutte quelle situazioni abbandonate dalla scuola,dallo stato e dalle istituzioni,certe "distrazioni" si pagano carissime...
    Gli sfruttati,i disadattati i bordel line da un insieme di circostanze vengono spinti a cannibalizzare i propri simili si che il corpo sociale sia ulteriormente destabilizato accumulando risentimento che si tradurrà nell'urna in consenso politico intorno al valore della "sicurezza" !

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)