Piccoli Balilla |
Costretti a imparare un inno fascista prima di andare in gita a Roma.
Succede alla scuola Daniela Mauro di Pessano con Bornago, in provincia di Milano. Ad accorgersene è stata la nonna di uno studente della scuola: prendendo in mano il diario del nipote, si è accorta che quella canzone lei la conosceva già.
Il canto in questione è «Salve Dea Roma, fulgida in arme, all’ultimo orizzonte è la vittoria» ed è l’Inno a Roma che lei era stata obbligata a imparare in classe durante il Ventennio e che aveva poi sentito urlare ai repubblichini di Salò. Secondo la definizione di un’antologia della musica del Duce, edita nel 1931, «il più bello e difficile dei canti fascisti, su musica del Puccini».
La nonna ha parlato con la figlia, e lei con altre mamme. Così alla scuola Daniela Mauro, che fino al 2006 chiamavano “Balilla” e che molti ancora chiamano così, è scoppiata la bufera.
Gli studenti della quinta C, sotto dettatura, avevano dovuto scrivere il testo sul diario per essere pronti a cantarla durante la gita scolastica a Roma. Un viaggio che prevede, fra le altre attività, anche la visita guidata alle Fosse Ardeatine, con un gruppo di partigiani, e una cantata collettiva di fronte al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Dopo le proteste, il preside Felice Menna ha chiesto alle maestre di cancellare il testo dai diari dei ragazzini. «È stato un errore – dice – E’ assurdo pensare che le maestre abbiano dato da studiare l’inno a Roma di proposito». Il consiglio del dirigente è di fare imparare ai bambini una canzone allegra, come hanno fatto le insegnanti delle altre classi in partenza per Roma. «Magari un pezzo di Antonello Venditti – suggerisce – che alla Capitale ha dedicato belle parole».
Anni fa, quando guidava un liceo, Menna aveva vietato agli studenti di cantare Bella ciao durante una recita sulla Resistenza. Una decisione seguita alle polemiche di alcuni genitori, che la consideravano una “canzone comunista”: «La politica non deve entrare a scuola», taglio corto il preside.
Fonte
Succede alla scuola Daniela Mauro di Pessano con Bornago, in provincia di Milano. Ad accorgersene è stata la nonna di uno studente della scuola: prendendo in mano il diario del nipote, si è accorta che quella canzone lei la conosceva già.
Il canto in questione è «Salve Dea Roma, fulgida in arme, all’ultimo orizzonte è la vittoria» ed è l’Inno a Roma che lei era stata obbligata a imparare in classe durante il Ventennio e che aveva poi sentito urlare ai repubblichini di Salò. Secondo la definizione di un’antologia della musica del Duce, edita nel 1931, «il più bello e difficile dei canti fascisti, su musica del Puccini».
La nonna ha parlato con la figlia, e lei con altre mamme. Così alla scuola Daniela Mauro, che fino al 2006 chiamavano “Balilla” e che molti ancora chiamano così, è scoppiata la bufera.
Gli studenti della quinta C, sotto dettatura, avevano dovuto scrivere il testo sul diario per essere pronti a cantarla durante la gita scolastica a Roma. Un viaggio che prevede, fra le altre attività, anche la visita guidata alle Fosse Ardeatine, con un gruppo di partigiani, e una cantata collettiva di fronte al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Dopo le proteste, il preside Felice Menna ha chiesto alle maestre di cancellare il testo dai diari dei ragazzini. «È stato un errore – dice – E’ assurdo pensare che le maestre abbiano dato da studiare l’inno a Roma di proposito». Il consiglio del dirigente è di fare imparare ai bambini una canzone allegra, come hanno fatto le insegnanti delle altre classi in partenza per Roma. «Magari un pezzo di Antonello Venditti – suggerisce – che alla Capitale ha dedicato belle parole».
Anni fa, quando guidava un liceo, Menna aveva vietato agli studenti di cantare Bella ciao durante una recita sulla Resistenza. Una decisione seguita alle polemiche di alcuni genitori, che la consideravano una “canzone comunista”: «La politica non deve entrare a scuola», taglio corto il preside.
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quello che più mi angoscia, e la leggerezza, dimostrata dal popolo, che non arriva ha capire il lavaggio sistematico del cervello, ha qui è sottoposto giornalmente. mancanza di vera informazione,rimpiazzata da opinionisti, in tutte le trasmissioni televisive, dando, solo informazioni di comodo, senza un vero contraddittorio, che possa smentire tutte le bugie che dicono. bugie, che verrebbero smascherate, se venissero scelti, anche opinionisti di estrazione popolare,gente che vive i disagi creati da governanti disonesti,disagi che certa gente non conosce,ma si permette di varare, finanziarie lacrime e sangue, ha qui siamo abituati, per risanare in parte tutte le ruberie da loro commesse. se ciò avvenisse, la verità sarebbe messa ha confronto, con le bugie di tutti i giorni,mettendo il popolo, difronte ad una scelta che oggi non ha. il vero portatore di verità è solo il popolo, che le vive quotidianamente,con le sue gioie e/i suoi dolori. VITTORIO
RispondiEliminaNon esiste più il popolo,sono una miriade di classi sociali allo sbaraglio e in preda "all'ognuno per se e si salvi chi puo!"
RispondiEliminaAlla faccia della vecchia lotta di classe!
A questo poi porta il trionfo dell'individualismo in termini di liberismo sfrenato,l'ennesima mutazione del capitalismo !
Etica e morale per costoro non hanno alcun senso,solo i vecchi con il culto della memoria sanno in che vertigine siamo presi...
Ad anonimo vorrei dire che è difficile essere ignoranti come lui e che neanche in terza elementare si scrive cosi'.
RispondiEliminaTorna a scuola bestia! magari una seria, sei troppo poco istruito per dare lezioni di morale a qualcuno.