Migliaia di agenti di polizia mobilitati al contenimento strabordante successo della "papessa" lungo il percorso,a tutta evidenza hanno voluto accogliere "degnamente" la visita papale alla SINDONE UN'OPERA 'ARTE BEN RIUSCITA che stà avvenendo nel momento stesso che scrivo il post.
Colpisce gli animi un episodio:quando la polizia blocca il corteo con il carro della "Papessa" in prima fila sono molti i torinesi che accorrono a spingere il carro sino a riuscire a sfondare i cordoni delle forze dell'ordine.
Al termine del corteo dello spezzone anarchico, dopo svariate provocazioni poliziesche (anche dai reparti antisommossa), ormai confluiti* alla sede di radio blackout, registriamo l'ennesima intimidazione poliziesca: la digos cerca di portare in questura 'per accertamenti' niente meno che LA PAPESSA osannata ed appaludaita da DECINE DI MIGLIAIA di persone al corteo del primo maggio,
Immediata la reazione di alcun* solidal* che dalla vicina sede di radio blackout sonno accorsi per consentirle di andarsene per gli affari suoi (dopo la dovuta benedizione e bacio ai solerti digos accorsi in forze - tre pattuglie - a bloccarla in via cecchi ancolo corso emilia, sotto gli occhi di decine di passanti curiosi ed allibiti) e tornare poi per la continuazione della festa nel cortile della radio
Ma chi era veramente la Papessa?Tra le figure nate dalla fervida fantasia popolare romana, quella della papessa Giovanna è una delle più celebri e singolari. La papessa sarebbe rimasta sul soglio di Pietro per almeno due anni, donna dissoluta e simbolo di oscuro potere femminile. Ma chi era veramente?
Molte ipotesi sono state fatte nei secoli, ma di certezze non ne abbiamo: negli annali del Vaticano non risulta nessun personaggio con questo nome. Probabilmente tutto nasce dall'immaginario medievale (siamo intorno all’anno mille), per il quale le donne erano espressione del diavolo. La papessa Giovanna dunque potrebbe essere un'allegoria della tentazione satanica all’interno della Chiesa. L’ipotesi è plausibile, sia per ragioni storico-antropologiche, sia perché la stessa leggenda la conferma: la papessa sarebbe riuscita ad indurre un prete in peccato e a farsi mettere incinta.
Non mancano, comunque, i tentativi di "storicizzare" il personaggio, mantenendo inalterato il finale della storia. Primo fra tutti, quello operato da Giovanni Boccaccio nel suo De mulieribus claris: Boccaccio narra che il vero nome della donna era Giovanna Angelica, una giovane tanto desiderosa di studiare che si vestì da maschio e seguì un monaco che partiva per l’Oriente. Ma il monaco morì e lei, intenzionata a non tornare alla grama vita riservata alle donne della sua epoca, decise di correre il rischio e vestì gli abiti monacali del maestro. Ben presto si distinse fra gli altri monaci per sapienza e cultura teologica, tanto che in occasione del conclave per l’elezione del nuovo pontefice la scelta cadde proprio su di lei, ritenuta un pio e sapiente monaco. Le fu assegnato per segretario un giovane prete, colto e raffinato. Costui, che per dovere d'ufficio le era sempre vicino, non tardò a scoprire il vero sesso del pontefice. La cosa rimase comunque un dolce segreto fra i due.
Ma la verità venne fuori durante una processione quando accadde l’imprevedibile: giunto il corteo davanti alla chiesa di San Clemente la papessa, colta dalle doglie, partorì per strada. A quel punto la folla inferocita linciò donna e neonato, l'una come usurpatrice, l'altro come frutto di oscena unione. Da quel giorno il Vaticano corse ai ripari, disponendo che i pontefici appena eletti, prima dell’investitura ufficiale, sedessero in successione su tre sedie dette "stercorarie", che avevano sul sedile un taglio a forma di mezzaluna. La motivazione ufficiale era naturalmente teologica e "trinitaria", ma in realtà lo scopo era altro: durante la cerimonia un cardinale era incaricato di inserire una mano nel taglio delle sedie per constatare senza ombra di dubbio il sesso del successore di Pietro.
Delle tre sedie - che in realtà erano probabilmente sedie da parto, a significare la Chiesa madre di tutti i credenti - due sono ancora visibili: una è ai Musei Vaticani, l’altra al Louvre di Parigi.
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