Quelli del carroccio se li mangiano i bambini ? |
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Irene Zanichelli, 15 anni, è la più giovane leghista del parmense (”anche se non sono l’unica adolescente del partito”). Per lei, favorevole al crocifisso in aula e alla castrazione chimica, “chi compie attentati terroristici non può essere portatore di alcuna cultura”. LA VIDEO INTERVISTA
di MARCO SEVERO
La parola ‘musulmani’ non la scrive, si rifiuta proprio. In alternativa usa i puntini di sospensione. Lo fece già in quarta elementare, quando in un tema di storia scrisse che i… non erano una civiltà. Non transige su questo Irene Zanichelli, 15 anni, la più giovane leghista del parmense (”anche se non sono l’unica adolescente del partito”). Per lei, favorevole al crocifisso in aula e alla castrazione chimica, “chi compie attentati terroristici non può essere portatore di alcuna cultura”.
Fascetta verde al collo, sorriso dolcissimo e sguardo tosto: Irene arriva nella sede provinciale della Lega, in largo Ravanet, accompagnata dalla mamma che dà l’ok per l’intervista. Con loro anche Luca Mantegari, segretario leghista di Sorbolo. Quello di Irene è uno dei volti nuovi, nuovissimi, del Carroccio. Nelle retrovie dell’avanzata leghista – 15 percento nel parmense alle ultime regionali (LEGGI) – ci sono quelli come lei, teenager con Bossi come mito e la “secessione come sogno”. Anche nella rossa Emilia. A Sorbolo Irene è vicecoordinatrice degli under30 leghisti, in casa ha dipinto di verde la sua cameretta e riempito le pareti di sue foto con Calderoli. Altro che Marco Carta e Twilight. Insieme al karate che pratica da nove anni (cintura blu), è il partito del Senatùr la sua passione: “Da grande sogno una carriera nella politica - ammette – mi piace molto la sindacalista ‘verde’ Rosi Mauro, mentre a Parma preferisco Corradi a Zorandi”.
Capelli scuri e occhi a mandorla Irene ha qualcosa di mediorientale, ma è meglio non dirglielo: “Non ho nulla contro gli immigrati, purchè siano regolari – dice – e comunque anche quando gli stranieri hanno le carte a posto devono dare la precedenza a noi italiani, non tollero che pretendano privilegi come la costruzione delle moschee”. Al fianco della ragazza la mamma approva con lo sguardo, anche se pare invitarla alla prudenza. Alla moderazione.
Il compito in classe sul Carroccio – Fece così nel 2005, quando Irene si rifiutò di scrivere ‘musulmani’ su quel famoso tema. “La maestra – interviene la donna – convocò me e mio marito a scuola, vollero parlarci per capire meglio”. I genitori di Irene sono leghisti ma quel giorno fu scontro con la figlia: “Mamma e papà mi invitarono a ragionare – ricorda la ragazza - mi dissero che prima di criticare una realtà avrei dovuto conoscerla”. Ma lei niente, non cambiò di una virgola la sua posizione. Di un punto, meglio. Finì con la maestra costretta a capitolare.
L’anno dopo stessa storia, con un compitino sulla celebre maglietta anti-islam mostrata da Roberto Calderoli al Tg1. Le maestre cominciarono a prendere da parte Irene, che non si lasciò commuovere. Anzi. “Quando Umberto Bossi venne in visita a Parma, proprio nel 2006, gli consegnai il tema in ragalo”. Di quel giorno la ragazza non ricorda molto: “Ero emozionatissima, piangevo”. Dice sua madre che a un certo punto, con un fuori programma, Irene sgusciò via tra le gambe dei bodyguard riuscendo a raggiungere il Senatùr: “Che colpo”.
Da allora nulla è cambiato. Irene Zanichelli è sempre più leghista. Tre i suoi capisaldi: “No all’immigrazione, sì alla tradizione, sì all’autonomia”. E l’Unità d’Italia, su cui ci si arrovella in questi giorni? “Inutile festaggiarla – taglia corto lei – l’unificazione del Paese fu una cosa buttata là, realizzata da Garibaldi insieme a quattro briganti”. Durissima, la Zanichelli. E quasi tetragona. Dice le stesse cose di un Borghezio ma con una calma e lucidità sorprendenti. Crocifisso e bombardamento degli immigrati? “Nessuna contraddizione, nessun moto egoistico – ribatte impassibile – se gli stranieri non rispettano le regole vanno espulsi”. Idem, in forma e contenuti, sulla castrazione chimica: “Di sera, nelle nostre strade, non si può passeggiare tranquilli – dice – la sterilizzazione chimica è la soluzione ideale”. E poi dicono che Lega e sinistra abbiano un dna comune: “E’ vero solo se parliamo di tutela dei lavoratori – annuisce la Zanichelli – per il resto, specialmente in tema di immigrazione, siamo ovviamente molto distanti”. Questione di punti di vista. O, forse, di punti e basta.
Bisognerebbe rammentare a questa"giovane vedetta padana",che quei quattro briganti provenivano tutti dalla sua ridente "padania"!!!!!!!!!!!!!!
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