«A Trieste ho scoperto Kafka e Strindberg prima degli italiani. Detesto la critica che non sa parlar male di nessuno, me compreso. Odio le femministe, i cascami del Sessantotto, la Body Art, le orrende periferie delle città italiane. Amo McEwan, vorrei imparare il giapponese»
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Gillo Dorfles |
Cento anni, e allora? Io sono nemico degli anniversari, non li sopporto. E non solo in questa occasione un po’ particolare, diciamo non proprio quotidiana, che mi riguarda. Provo la stessa idiosincrasia anche per quelli altrui. Non parliamo di quelli canonici, le date storiche. Non so quando è stato, che so, l’Armistizio. O la fine della guerra, o la festa della Repubblica. L’unico che mi viene in mente, adesso, è il Primo Maggio. C’è una ragione, naturalmente, la mia antipatia per gli anniversari è legata a un episodio. Quando ho preso la maturità, alla fine del liceo, sono stato bocciato in due materie: storia e matematica. Date, anniversari e calcoli da allora non sono mai riuscito ad inghiottirli: è successo anche più tardi, con quelli economici e finanziari. Oggi, provo la stessa antipatia quando mi trovo a che fare con Internet o con i telefonini: a tu per tu, i numeri mi spaventano, non riesco a dominarli. E così, quando vedo un bambino schiacciare i tasti numerati senza sapere nemmeno che cosa sono, capisco di appartenere a una generazione completamente superata. Eppure, mi rendo ben conto di vivere nel presente. Anzi, l’infanzia a Trieste, la giovinezza, non mi tormentano nel ricordo, è come se appartenessero anche loro alla storia, e la storia è una mia nemica.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)