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giovedì 22 aprile 2010

ARGENTINA DEDICATO UN BORDELLO DI LUSSO A SILVIO BERLUSCONI

di Giuseppe Pipitone


http://www.imagesheberg.com/uploads/img/papibananagif_1257791800.gif Una volta a Palmiro Togliatti dedicarono una città. Nel 1964 in Russia, nei pressi del Volga, la città di Stravopol mutò il nome in Togliattigrad. Un segno della stima che i bolscevichi nutrivano nei confronti del capo dei comunisti italiani. Ma anche, e forse soprattutto, un modo per attirare gli investimenti della Fiat, che infatti fino agli anni ’80 si avvalse della collaborazione della Vaz, casa automobilistica con sede proprio a Togliattigrad. Oggi, quasi cinquant’anni dopo, in un altro paese straniero si è deciso di omaggiare uno statista italiano (sic). O per meglio dire, uno che grazie alla sua carriera politica verrà – con buona pace dei vari De Gasperi, Einaudi e dello stesso Togliatti - considerato come uno statista. Si tratta del premier italiano Silvio Berlusconi.

E’ accaduto a Rosario, seconda città dell’Argentina della presidentessa Cristina Kirchner. A cambiare nome questa volta non è stata l’intera città, ma solo un antico palazzo, situato nella centralissima via Sarmiento. Da pochi mesi quel palazzo al centro di Rosario è diventato per tutti "Palazzo Berlusconi". Ma nonostante la sensibilità di B. ai riconoscimenti che vengono dall’estero, nessuna cerimonia ufficiale, nessuna targa ricordo, nessun titolo di giornale ha commemorato l’evento. La notizia è reperibile soltanto sul sito de La Capital, giornale di Rosario. E ci mancherebbe altro. Il "palazzo Berlusconi" ha infatti una destinazione d’uso tutta particolare. Non è la sede dell’ambasciata, né un palazzo del governo, né tantomeno un pala congressi: "Palazzo Berlusconi" è invece un locale notturno.

Ovvio che B. non possa vantarsene più di tanto. Ma non si tratta un night qualsiasi. E’ un locale d’elite che annovera tra i suoi clienti alcuni tra i maggiori imprenditori e calciatori argentini. Dall’esterno sembra un comunissimo palazzo d’inizio ‘900, ma in tarda serata comincia ad animarsi. All’interno un’ampia scalinata conduce i selezionatissimi ospiti alle stanze superiori. Sul muro è incisa la magica frase: "Sentirsi Berlusconi per una notte". Tre hostess guidano i clienti alla scoperta dei segreti del palazzo, tra bar, divani e camere con i letti rotondi. Altro che il letto di Putin. Poi i bagni con le docce illuminate da luce bianca, che fanno tanta atmosfera. La Capital nel descrivere l’ambiente lo ha paragonato a certe scene di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Paragone che rende bene l’idea. Il titolare di "Palazzo Berlusconi" è Juan Cabrera, un curioso personaggio conosciuto da tutti come "l’indiano bianco". In passato Cabrera era balzato alle cronache argentine per l’apertura di alcuni localini molto hot, come The Rose Bar Sexy Night, talmente importanti nella geografia mondiale dei divertimenti notturni, che avevano fatto meritare a Rosario l’appellativo di “Chicago del Sud”. Interpellato da La Capital “l’Indiano bianco” spiega che “ il nome del locale è un omaggio al premier italiano, molti in fondo vogliono essere come lui, venendo da noi potranno avere un assaggio di quello che vuol dire vivere da Silvio Berlusconi.” Il riferimento agli ultimi scandali sessuali del premier, che in Argentina e in tutto il mondo hanno fatto più scalpore che in Italia, è fin troppo evidente.

Tra l’altro a Rosario la maggioranza della popolazione è di origine italiana. Ecco perché il nome di Berlusconi è un ottima trovata pubblicitaria. Il fatto che serva a reclamizzare uno sorta di “bordello d’alta classe”, dovrebbe invece farci, quanto meno, preoccupare. Pensare che l’unica idea che in Argentina , paese non certo tra i primi al mondo, hanno dell’Italia possa essere quella di un Presidente del Consiglio più avvezzo ai night club che alla politica economica dovrebbe quanto meno farci (ulteriormente) indignare. Ma indignarsi è un verbo che gli italiani sembrano non conoscere più. Che s’indigni il diretto interessato è un’ipotesi improbabile. Anzi potrebbe anche arrivare ad approvare la simpatica trovata degli argentini, giustificandola magari come una pubblica esaltazione della sua virilità. Un po’ come fece dopo lo scandalo D’Addario. Intanto però c’è da chiedersi se magari dietro l’operazione “Palazzo Berlusconi” ci sia qualcos’altro. I russi dedicarono una città a Togliatti per arrivare alla Fiat. Chissà che gli argentini non volessero in realtà arrivare ad una collaborazione con Giampi Tarantini, uno che con i festini notturni ha dimostrato di saperci fare.

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