Michel.Abbatangelo
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna la Russia per gravi violazioni dei diritti umani
La lunga lista di sentenze ha avuto inizio il 18 gennaio 2007, con il caso Chitayev e Chiteyev v. Russia. I ricorrenti sono due cittadini russi, arrestati nel 2000 con l’accusa di intrattenere rapporti con i ribelli ceceni ed in seguito brutalmente torturati per ottenere confessioni fasulle. La Corte ha unanimemente giudicato la Russiacolpevole di tortura e violazione del diritto alla libertà e sicurezza della persona.In questo blog ho presentato la tortura in Arabia saudita,,in Iran la brutalità della polizia statunitense solo l'altra settimana,il post ha totalizato 370 OK !!!
Oggi presento il video uscito fortunosamente da un campo di prigionia russo (non è il solo) ,suppongo che si tratti di prigionieri Ceceni (...) non ne sono sicuro,qualcuno più addentro di me nelle lingue potrebbe dirmi di più,quello che è certo è che sono i russi che praticano queste sedute di tortura di massa,la tortura istituzionalizata su larga scala,una scuola di barbarie che rivolta l'animo e strizza le budella,uno spettacolo durissimo da vedersi.
Ecco io voglio ricordare da un lato a tutti noi che la tortura purtroppo gode di enormi complicità internazionali ed è praticata con il beneplacito delle nazioni "civilizate",esse quando la riprovano e si strappano le vesti lanciando alte grida di indignazione è per indicare a dito qualcun altro più spesso nazioni islamiche o il terrorismo più in generale.
Come consuetudine presso le anime candide,la Chiesa e le sue istituzioni (ad esempio usa spesso l'autoassoluzione) abbiamo di tanto in tanto il capo cosparso di cenere e tante scuse chi si è visto si è visto,tanto le vittime godono ormai del "privilegio" del silenzio,sono sottoterra e non possono più farsi sentire mentre i carnefici scusandosi e sbarazzandosi di qualche malaccorto servitore di piccolo taglio.
Guantanamo è ancora li nonnostante le promesse di Obama,Lo Stato di Israele non sembra abbia dato molto seguito alle inchieste che hanno svelato la pratica della tortura sui Palestinesi,si puo dire la stessa cosa dell'Egitto,dell'Iran che la tortura l'ha elevata a pratica di massa iscriminatamente anche contro le donne con la giustificazione che:" stavoltà è in nome di Dio !"
Guantanamo è ancora li nonnostante le promesse di Obama,Lo Stato di Israele non sembra abbia dato molto seguito alle inchieste che hanno svelato la pratica della tortura sui Palestinesi,si puo dire la stessa cosa dell'Egitto,dell'Iran che la tortura l'ha elevata a pratica di massa iscriminatamente anche contro le donne con la giustificazione che:" stavoltà è in nome di Dio !"
La tortura e la sua pratica non sono uno standard preso in considerazione per determinare se un paese puo o meno intrecciare relazioni economiche con l'occidente:occorre dunque una mobilitazione umanitaria di coscienze sensibili all'etica e animate da una passione morale a tutta prova affinchè vengano messe in discussione quelle personalità che con cinica indifferenza leggasi pragmatismo (...) la tollerano come un male minore e spesso complici nell'idea che la sicurezza dello stato puo e deve transigere nell'interesse della sicurezza della societa civile!
Una rivoluzione in questo senso non che che giungere dal basso,dall'indignazione popolare ed è quello che cerco di suscitare con questo video.
Noi,cioè la società civile non abbiamo mai delegato allo stato la pratica e l'esercizio della tortura e questo occorre ribadirlo in certi momenti strategicamente significativi,come quando un paese si ingaggia nell'esercizio della democrazia,cioè nelle elezioni,voglio dire che si dovrebbero denunciare le personalità politiche che si arrogano il diritto anche pienamente legittimati dalla "ragion di stato" o dal gioco strategico (...) delle alleanze ma non dal consenso popolare alla tortura,e non è affatto vero che la gente non vuole sapere purchè la sua sicurezza sia garantita (prova ne è il precedente post che avete votato in massa) ,tantopiù che l'interdizione della tortura è inscritta nelle Costituzioni della maggior parte delle nazioni europee.
Sosteniamo per quanto è possibile tutti quegli organismi internazionali che la combattono,ad esempio Amnesty International e non manchiamo di chiedere ad un candidato di qualunque tendenza sia se la legittima o no,senza se e senza mà e quanto condivide l'idea che si tratti di una Barbarie chiedergli conto delle sue relazioni e delle sue alleanze politiche.
Considerazioni personali:
Questo video non lo vedremo mai passare in prima serata al TG,a qualunqueTG italiano,i vincoli di profonda amicizia che legano il nostro Presidente del Consiglio con Putin sono inalienabili,intrecciati con l'acciaio se cosi si puo dire...A essere perfidi con le molle del famoso "lettone di Putin" che dimostra che si scambiano regalini molto significativi!
A suo tempo,l'amicizia fraterna anche con Bush,un modo come un altro di darsi la statura dello Statista internazionale,brillare di luce riflessa,magari per utilizarla a fini strategici interni (...) è una regola stabilita dalla natura quella che vuole che i nani politici si accompagnino ai tromboni giganti !
A essere perfidi con le molle del famoso "lettone di Putin" che dimostra che si scambiano regalini molto significativi!
Uno tromba qualche "escort" in allegria e l'altro si tromba la dignita di una intera nazione e un secolo di storia d'immensa grandezza!
Insieme hanno non pochi punti in comune,uno sopra tutti gli altri:entrambi odiano i giornalisti,Putin ordina che siano fatti fuori...Berlusconi più modesto si limita agli editti "bulgari"
In una conferenza stampa, nell’Aprile dello scorso anno, la giornalista Natalia Melikova fece una domanda imbarazzante al premier russo sulla sua vita privata, e Berlusconi mimò una mitragliata contro di lei.A me pare che, visti i presupposti, e il sangue di tanti innocenti versato copiosamente dal regime, non si possa dire altro del nostro premier : questo fatto si commenta da solo.
STRAGE DI GIORNALISTI NELLA RUSSIA DI PUTIN (qui la lista completa)
Questo video ci ripiomba ai tempi dei Gulag di Solgenitsin,non sarà mai finita...e comunque spazza via ogni nostra illusione sulla conclamata acquisizione della ex Repubblica Sovietica alla democrazia,anzi non sono affatto sicuro che il cambiamento sia stato in meglio...ma questa è un'altra storia.
Ritornando a Berlusconi voglio dire che ogni suo pronunciato,ogni sua idea è funzionale alla acquisizione del potere,ogni posizione è strumentale e finalizata ad un solo ed unico scopo.
Rammento bene quando diffuse il libro bianco sui crimini del comunismo e per quanti decenni imperverso il suo "sdegno" anticomunista e oggi eccolo cordialmente a braccetto con Putin uscito ex-KGB ,si scambiano cortesie e si lisciano il pelo sempre per il verso giusto.
"Silvio…va a braccetto anche con il sanguinario Gheddafi, sulla pelle dei poveri clandestini…alla faccia dei diritti umani negati da anni al popolo libico."
Uno dei compagni di merenda di Silvio Berlusconi ! |
«Li polverizzavamo con l'esplosivo»
Le confessioni-choc dei russi in Cecenia
RIVELAZIONI DUE MILITARI DEI CORPI SPECIALI AL SUNDAY TIMES
Cadaveri fatti saltare dopo le torture, che spesso venivano anche filmate.
MOSCA — La documenta zione sulle atrocità commesse in Cecenia dalle truppe specia li russe e dalle forze locali fede li a Mosca è abbondante, ma proviene quasi interamente dai racconti delle vittime. Adesso per la prima volta ab biamo le ammissioni dei carnefici. Due componenti delle truppe speciali russe che han no raccontato al settimanale britannico Sunday Times co me in dieci anni di «sporca guerra» hanno torturato, ucci so e fatto sparire i corpi polve rizzandoli con l’esplosivo. Il tutto in una lotta senza esclu sione di colpi contro «terrori sti disumani» che rapivano, stupravano a loro volta gli ostaggi, torturavano con le motoseghe i soldati russi cat turati e filmavano il tutto....continua leggere
Un rapporto di Amnesty International curato dalla fondazione di ricerca Omega intitolato
"Dalle parole alle azioni". Assieme alle società italiane anche 3 belghe e 2 finlandesi
Torture, sono 5 le aziende italiane nel business degli attrezzi usati per estorcere confessioni
ROMA - Sono cinque le aziende italiane che secondo un rapporto di Amnesty international sarebbero implicate in un commercio internazionale di strumenti tortura che coinvolge diverse società dell'Ue. A pagina 34 del rapporto di Amnesty, curato dalla fondazione di ricerca Omega Research Foundation e intitolato "Dalle parole alle azioni", di cui l'Ansa è in possesso, è pubblicata una tabella nella quale vengono menzionate cinque compagnie italiane (Defence System Srl, Access Group srl,Joseph Stifter s.a.s/KG, Armeria Frinchillucci Srl e PSA Srl) coinvolte in un commercio internazionale di arnesi finalizzati alla tortura tra il 2006 ed il 2010. Assieme alle aziende italiane la tabella menziona tre compagnie belghe e due finlandesi.
Gli strumenti di dolore. Nel rapporto si parla di congegni da fissare alle pareti delle celle per immobilizzare i detenuti, serrapollici in metallo e manette e bracciali che producono scariche elettriche da 50.000 volt. Il rapporto sottolinea che queste attività sono proseguite nonostante l'introduzione, nel 2006, di una serie di controlli per proibire il commercio internazionale di materiale di polizia e di sicurezza atto a causare maltrattamenti e torture e per regolamentare il commercio di altro materiale ampiamente usato su scala mondiale per torturare. Ma scappatoie legali consentono ancora di farla franca. Il rapporto sarà formalmente preso in esame domani a Bruxelles, nel corso della riunione del sottocomitato sui Diritti umani del Parlamento europeo.
Le falle legislative. Amnesty International e la Omega Research Foundation chiedono alla Commissione europea e agli Stati membri dell'Unione europea di tappare le falle legislative illustrate nel rapporto e di applicare e rafforzare la normativa esistente. "L'introduzione di controlli sul commercio di "strumenti di tortura", dopo un decennio di campagne di organizzazioni per i diritti umani, ha rappresentato una pietra miliare dal punto di vista legislativo. Ma tre anni dopo la loro entrata in vigore, diversi Stati europei devono ancora applicarli o rafforzarli", ha detto Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione europea.
Si fa ma non si dice. Brian Wood, direttore del dipartimento di Amnesty International che si occupa di questioni militari, di sicurezza e di polizia, ha aggiunto: "Le nostre ricerche rivelano che dal 2006, nonostante i nuovi controlli, diversi Stati membri tra cui Germania e Repubblica Ceca hanno autorizzato l'esportazione di strumenti per operazioni di polizia e di controllo dei detenuti verso almeno nove Paesi dove Amnesty International ha potuto documentare l'uso per infliggere torture. Inoltre, solo sette Stati membri hanno dato seguito agli obblighi legali di rendere pubbliche le loro esportazioni. Temiamo che qualche stato non li stia prendendo sul serio".
Belgio, Cipro, Finlandia, Italia e Malta avevano dichiarato di non essere a conoscenza di aziende che commercializzassero materiali inclusi nei controlli, ma Amnesty International e Omega Research Foundation hanno individuato aziende in Belgio, Finlandia e Italia, i cui prodotti sono apertamente commercializzati su Internet.
Le scappatoie legali . Quelle esistenti permettono inoltre ad alcune aziende di commercializzare strumenti che non hanno altro scopo se non quello di infliggere torture e maltrattamenti. "Nell'ambito del loro impegno a combattere la tortura ovunque abbia luogo, gli Stati membri devono passare dalle parole ai fatti, imponendo controlli davvero effettivi sul commercio di strumenti di sicurezza e di polizia e assicurando che i loro prodotti non vadano a finire nella cassetta degli attrezzi del torturatore", ha affermato Michael Crowley, ricercatore della Omega Research Foundation.
Alcune conclusioni. Di seguito, ecco alcune delle principali conclusioni del rapporto: tra il 2006 e il 2009, la Repubblica Ceca ha autorizzato l'esportazione di prodotti quali manette, pistole elettriche e spray chimici; la Germania lo ha fatto per ceppi e spray chimici, verso nove Paesi dove le forze di polizia e di sicurezza avevano usato quei prodotti per praticare maltrattamenti e torture; aziende italiane e spagnole hanno messo in vendita manette o bracciali elettrici per detenuti (una scappatoia legale permette tutto questo, nonostante si tratti di prodotti simili alle 'cinture elettriche', la cui esportazione e importazione sono proibite in tutta l'Unione europea; nel 2005 l'Ungheria ha annunciato l'intenzione di introdurre l'uso delle 'cinture elettriche' nelle stazioni di polizia e nelle prigioni, nonostante la loro esportazione e importazione siano vietate in quanto il loro uso costituisce una forma di maltrattamento o di tortura; solo sette dei 27 stati membri dell'Unione europea hanno reso pubbliche le loro autorizzazioni all'esportazione, nonostante tutti siano legalmente obbligati a farlo; gli Stati membri paiono ancora poco informati sulle attività commerciali in corso al loro interno.
Gli strumenti di dolore. Nel rapporto si parla di congegni da fissare alle pareti delle celle per immobilizzare i detenuti, serrapollici in metallo e manette e bracciali che producono scariche elettriche da 50.000 volt. Il rapporto sottolinea che queste attività sono proseguite nonostante l'introduzione, nel 2006, di una serie di controlli per proibire il commercio internazionale di materiale di polizia e di sicurezza atto a causare maltrattamenti e torture e per regolamentare il commercio di altro materiale ampiamente usato su scala mondiale per torturare. Ma scappatoie legali consentono ancora di farla franca. Il rapporto sarà formalmente preso in esame domani a Bruxelles, nel corso della riunione del sottocomitato sui Diritti umani del Parlamento europeo.
Le falle legislative. Amnesty International e la Omega Research Foundation chiedono alla Commissione europea e agli Stati membri dell'Unione europea di tappare le falle legislative illustrate nel rapporto e di applicare e rafforzare la normativa esistente. "L'introduzione di controlli sul commercio di "strumenti di tortura", dopo un decennio di campagne di organizzazioni per i diritti umani, ha rappresentato una pietra miliare dal punto di vista legislativo. Ma tre anni dopo la loro entrata in vigore, diversi Stati europei devono ancora applicarli o rafforzarli", ha detto Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione europea.
Si fa ma non si dice. Brian Wood, direttore del dipartimento di Amnesty International che si occupa di questioni militari, di sicurezza e di polizia, ha aggiunto: "Le nostre ricerche rivelano che dal 2006, nonostante i nuovi controlli, diversi Stati membri tra cui Germania e Repubblica Ceca hanno autorizzato l'esportazione di strumenti per operazioni di polizia e di controllo dei detenuti verso almeno nove Paesi dove Amnesty International ha potuto documentare l'uso per infliggere torture. Inoltre, solo sette Stati membri hanno dato seguito agli obblighi legali di rendere pubbliche le loro esportazioni. Temiamo che qualche stato non li stia prendendo sul serio".
Belgio, Cipro, Finlandia, Italia e Malta avevano dichiarato di non essere a conoscenza di aziende che commercializzassero materiali inclusi nei controlli, ma Amnesty International e Omega Research Foundation hanno individuato aziende in Belgio, Finlandia e Italia, i cui prodotti sono apertamente commercializzati su Internet.
Le scappatoie legali . Quelle esistenti permettono inoltre ad alcune aziende di commercializzare strumenti che non hanno altro scopo se non quello di infliggere torture e maltrattamenti. "Nell'ambito del loro impegno a combattere la tortura ovunque abbia luogo, gli Stati membri devono passare dalle parole ai fatti, imponendo controlli davvero effettivi sul commercio di strumenti di sicurezza e di polizia e assicurando che i loro prodotti non vadano a finire nella cassetta degli attrezzi del torturatore", ha affermato Michael Crowley, ricercatore della Omega Research Foundation.
Alcune conclusioni. Di seguito, ecco alcune delle principali conclusioni del rapporto: tra il 2006 e il 2009, la Repubblica Ceca ha autorizzato l'esportazione di prodotti quali manette, pistole elettriche e spray chimici; la Germania lo ha fatto per ceppi e spray chimici, verso nove Paesi dove le forze di polizia e di sicurezza avevano usato quei prodotti per praticare maltrattamenti e torture; aziende italiane e spagnole hanno messo in vendita manette o bracciali elettrici per detenuti (una scappatoia legale permette tutto questo, nonostante si tratti di prodotti simili alle 'cinture elettriche', la cui esportazione e importazione sono proibite in tutta l'Unione europea; nel 2005 l'Ungheria ha annunciato l'intenzione di introdurre l'uso delle 'cinture elettriche' nelle stazioni di polizia e nelle prigioni, nonostante la loro esportazione e importazione siano vietate in quanto il loro uso costituisce una forma di maltrattamento o di tortura; solo sette dei 27 stati membri dell'Unione europea hanno reso pubbliche le loro autorizzazioni all'esportazione, nonostante tutti siano legalmente obbligati a farlo; gli Stati membri paiono ancora poco informati sulle attività commerciali in corso al loro interno.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)