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sabato 6 febbraio 2010

Omofobia Religione Comunione Gay e fede Cattolica Charlie la bambola gay Fernando Carpaneda

Un altro vescovo: niente comunione ai gay Nella comunità è rivolta sul web

Niente comunione ai "gay conclamati", perché "l'omosessualità è un disordine" e i precetti della Chiesa non devono essere contraddetti. Per monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia, i preti dovrebbero rifiutarsi di somministrare la comunione ai gay. Parlando oggi con il sito religioso Pontifex, a proposito degli omosessuali "che proclamano la loro condizione e la praticano", l'esponente cattolico sostiene: "Il principio generale é che la conclamata e ostentata omosessualità é un peccato che esclude la comunione". 


 Nel 1700 agli africani di colore islamizati che volevano fare il pellegrinaggio alla Mecca lo dicevano con una certa insistenza,li mettevano seriamente in guardia: "...guarda che se vai alla Mecca finirai la tua vita come schiavo" ma niente il tipo insisteva partiva e finiva regolarmente fatto schiavo,la cosa è entrate nel mito e si è installata nella parlata comune.
Ebbene quando sento tutto questo can can su un ex vescovo che rilascia dichiarazioni omofobe non sono molto sorpreso ma addirittura perplesso perchè qualcuna di queste anime candide omosesuali sinceramente radicate nella fede cattolica l'ho conosciuta e in breve Al è uno di questi,omosessuale dichiarato francese,un "pied noire",cioè un cittadino francese nato in Algeria,quantunque gli piacciano gli arabi li detesta per ovvie ragioni, hanno voluto l'indipendenza e hanno cacciato lui e la sua famiglia a calci in culo dal paese!
A dir la verità Al è anche profondamente cattolico ed allo stesso tempo pratica un misculio di altre credenze tra il sincretismo e la New Age,infine fà di lavoro il veggente e quando vota il suo voto và a un partito di estrema destra,razzista,antisemita,omofobo con nostalgie naziste mai nascoste,cioè vota per le Pen,chi ha pratica delle cose francesi sà cosa significa quel nome (...)
Infine.....Al se la prende spesso con i Gay Pride dice: "orrendi esibizionisti " e con tutti quelli che giudicano l'omosessualità una cosa malsana,innaturale,disordinata etc,dimenticavo...Al per un certo tempo è stato sposato ad una donna,punto.
Tornando a sopra Al appartiene a questa diffusa fauna di cretini omosessuali che vanno spesso a messa, ad infognarsi nella tana del nemico,vai a sapere per quale misteriosa ragione o patologia masochista.
Come fanno a convivere con il senso di colpa che per definizione la religiosità cattolica ti instilla già se sei "normale",figuriamoci poi il dramma e la tragedia quando una identità si sente diversa e in particolar modo omosessuale!
Infine dopo le centinaia di migliaia,milioni di vittime omosessuali sterminate dal nazismo e di quelle finite sui roghi dell'inquisizione ancora oggi le "anime candide" necessitano di una istituzione che medi il loro rapporto con la divinità e sembrano incapaci di muoversi alla pur minima obbligata constatazione.
Ovviamente al di là dell'indignazione che ci assale per il razzismo omofobo insito nella emarginazione del fedele con una sessualità che non rientra nei canoni della fede cattolica.
"...guarda che se vai alla Mecca finirai la tua vita come schiavo"

*A questi cretini dedico questo post d'arte in cui Carpaneda fà una bellissima figura con la sua ironia iconoclasta e il suo sarcasmo dissacrante.

Charlie la bambola gay 
by Fernando Carpaneda
Credit:
Charlie la bambola gay di Gay.it Giovedì 3 Gennaio 2008 Ogni sua caratteristica deriva da qualche personalità: dal papa a Putin, dai preti brasiliani al presidente dell'Iran. Il pene è quello del suo creatore. Ecco Charlie, la bambola gay. L'ispirazione per le sue caratteristiche è venuta allo scultore brasiliano Fernando Carpaneda sia da note icone gay che da noti omofobi della storia recente. Il corpo della bambola, interamente in ceramica, è quello del giornalista e fotografo russo Slava Mogutin, la più nota celebrità gay del suo paese, la Russia appunto, paese scelto in onore del suo presidente Putin, che vietò il gay pride nella capitale Mosca. La faccia della bambola è ispirata al prelato brasiliano Edino Fonseca, noto uomo politico omofobo che propose una tassa per costruire centri di cura per guarire dall'omosessualità. Sono quattro le versioni in cui è possibile acquistare Charlie: un modelllo skinhead, come tributo al più grande gruppo omofobo del mondo, un'altra versione con una tunica da "prete gotico", come quella usata da Marcelo Rossi, icona del cattolicesimo brasiliano, una versione araba e una ebrea come tributi al presidente dell Iran Mahmoud Ahmadinejad. La bambola, poi, è stata dedicata a Papa Benedetto XVI, il leadere religioso più omofobo della storia. Charlie ha due tipi di pene fra cui scegliere: uno flaccido e non circonciso oppure uno in erezione. Il modello del pene è quello ricalcato dall'artista che lo ha creato. Mentre, per finire, il nome Charlie è un tributo al presidente della "The Leslie Lohman Gay Art Foundation" di New York, Charles Leslie. La bambola è venduta alla "The Leslie Lohman Gay Art Foundation" e costa 300 dollari. 

La visita - Il cardinale dalle suore che assistono chi è fuggito dalla prostituzione
Bagnasco, a Genova l’incontro con i trans
L’appello di Regina e degli altri al capo dei vescovi: la comunione anche a noi

GENOVA—Un appartamento nel centro storico di Genova, nei vicoli che un tempo delimitavano il vecchio Ghetto e dopo sono diventati i caruggi dei travestiti; nella casa abitano le suore contemplative missionarie dell’ordine di padre de Foucauld. In queste stanze ieri pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco, vescovo di Genova e presidente della Cei, ha incontrato una decina di transessuali. Le suore avevano chiesto al cardinale se era disponibile a un incontro «con le nostre ospiti». Le ospiti si chiamano Regina, Lucrezia, Patrizia, sono tutti trans. Il cardinale ha detto sì. Ha incontrato anche altri ospiti, alcune famiglie di senza tetto, una delegazione di immigrati, ragazze fuggite dal racket della prostituzione. I trans hanno preparato canzoni di benvenuto. Hanno cantato un inno dedicato alla Madonna della Guardia, protettrice di Genova: «Mi è uscita una voce—dice Regina— che non avevo nemmeno a 14 anni... ».

Regina Satariano, genovese trapiantata in Versilia, è stata la portavoce delle instanze transgender: «Ho spiegato che la nostra non è una scelta: siamo così. Fra noi ci sono molte credenti, come me, e vederci discriminate o allontanate dai sacramenti è una sofferenza. Abbiamo sollevato il caso del vescovo di Pistoia che ha rifiutato la Comunione agli omosessuali, per noi un’ingiustizia. Speriamo in un domani migliore, dove la Chiesa giudichi le persone per quel che fanno e non per le loro inclinazioni di genere e sesso ». Regina è anche andata oltre, ricordando Galileo Galilei: «Papa Wojtyla ha chiesto scusa per il processo a Galileo qualche secolo dopo, ammettendo l’errore. Noi, ho detto, non vorremmo aspettare tanto per vederci riconosciuto il diritto a non essere trattati da persone e fedeli di serie B».

È stato un fiume in piena. A fianco di Regina anche i trans dell’associazione «Princesa», che prende il nome da una canzone di Fabrizio de Andrè: la tessera numero 1 è stata data a don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto, «prete da strada». Il cardinale ha ascoltato, seduto nel salottino, ha accettato lo scatto della foto ricordo con suore e trans, ha stretto le mani a tutti, ha ascoltato l’inno dedicato alla Madre di Dio cantato da voci inconsuete. Infine ha risposto con parole evangeliche. Siamo figli del peccato originale — ha detto — tutti possiamo cadere nell’errore, possiamo peccare anche se siamo comunque responsabili delle nostre azioni. Ma — ha aggiunto—«Cristo è morto in croce per la salvezza di tutti. Non spetta a me giudicare. Le porte di Dio sono aperte a tutti».

I trans hanno chiesto un altro incontro per poter parlare ancora della loro vita, delle loro esigenze spirituali. «Il cardinale non ha condiviso la mia naturalezza nell’essere omosessuale ma abbiamo parlato — ha concluso Regina — è più di quanto sia riuscita a fare con il cardinale Siri che pure ho conosciuto tanti anni fa».

Erika Dellacasa La Repubblica.it

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)