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La storia di una donna francese che ha deciso di vivere e interpretare la sua vita nell'ottica della filosofia,alla Michel Montaigne, se cosi si puo dire un filosofo di cui non poteva certo ignorare l'esistenza,un monumento della scienza umanista , parlerà a lungo delle sue caratteristiche fisiche, del suo temperamento, dei suoi sentimenti, delle sue idee e degli avvenimenti della sua vita. Il suo fine è quello di conoscersi e di conquistare la saggezza.
Il sentimento di una vita pienamente accettata e quindi goduta, la serena attesa della morte, considerata un evento naturale da attendere senza timore, rendono questo libro di Michel Montaigne: "Les essais" estremamente umano,la giovane fotografa più che puntare l'obiettivo su se stessa lo punta sull'uomo e sulla vita del suo tempo,con umiltà e segreta modestia sfruttando una peculiarità speciale dell'occhio del fotografo:tutto quello che fotografa si fissa nella sua memoria per sempre e personalmente ho immensamente gioito di questa magia,di questo doppio registro atto a catturare per sempre l'emozione,il sentimento innalzando il presente,l'attimo fuggente alle vette del sublime...Vivian sapeva di questa peculiarità della memoria e dello sguardo tant'è che la stragrande parte dei negativi non li ha mai sviluppati,erano le immagini ancora nell'ombra e non ancora domate dagli acidi di sviluppo già sue e per sempre!
Il mondo ha nutrito Vivian sino al suo ultimo sospiro ed è per un puro miracolo che oggi abbiamo la sua opera tra noi a indicarci un cammino segreto e universale,impiegabile in qualsiasi campo delle arti,dalla poesia alla letteratura sino alla pittura o alla scultura e via dicendo,il suo mondo è oggi scomparso come avviene e avverrà ogni tante generazioni,impercettibilmente scompare alla memoria dell'uomo,si inabissa se non fosse per lei di quel mondo in parte il suo mondo,non avremmo più traccia,ricostruire le assolate emozioni,gli incontri casuali delle sue passeggiate americane un microcosmo che si fà universo (...) capace di assurgere alla dimensione di una Supernova...Impossibile ricostruile se non ci fosse la sua straordinaria ossessiva,metodica testimonianza,il suo sguardo timido,sensibile,curioso e profondo;distaccato e rispettoso.
Possiamo riviverle le sue immagini solo se il nostro occhio vive desidera intensamente carpire l'autenticità impercettibile,sfuggente,sublime dell'attimo,del presente per dilatarlo,catturarlo sino a condividerlo dopo averlo fissato su carta fotografica,esso solo allora potrà appartenerci.
L'occhio di Vivian, la bambinaia rivela la triste America di strada
ANZIANE impellicciate che guardano stizzite l'obiettivo, uomini con i cappelli che fumano sigari, bambini che piangono accuditi da mammine eleganti. Venti anni di storia americana, fotografata per le strade di Chicago rigorosamente in bianco e nero con una macchina Rolleiflex medio formato, tornano alla luce, online, grazie a un collezionista fortunato. L'autrice di questi mirabili scatti, esempi preziosi di street photography, è la francese Vivian Maier: arrivata negli Stati Uniti negli anni '30, impiegata prima come commessa e poi come bambinaia, morta in disgrazia nel 2009 e solo oggi celebrata come una fotografa di successo. Ha scattato ininterrottamente fino agli anni '90 per poi conservare migliaia di negativi mai stampati tutti per sé, senza mostrarli mai a nessuno. Ma nel 2007, a causa di alcuni pagamenti insoluti, parte della produzione di Vivian viene ceduta, insieme ad altri mobili d'epoca, chiusa in un armadietto di archiviazione.
I mobili vengono messi all'asta e 40mila negativi, dei quali circa 15mila ancora all'interno di rullini non sviluppati, vengono acquistati per poche centinaia di dollari da John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione, in cerca di materiale fotografico per la scrittura di un libro sui quartieri di Chicago. È lui a decidere di far conoscere al mondo l'opera di Vivian pubblicando parte delle immagini acquisite sul blog Vivian Maier - Her discovered work. Sboccia così, a metà tra la leggenda e la virtualità, il mito di Vivian Maier, la fotografa del mistero della quale si conoscono rare notizie biografiche e il cui viso si intravede solo in alcuni autoscatti.
Nata in Francia il 1 febbraio 1926, la ragazza arriva negli Stati Uniti negli anni '30 e vive per alcuni anni a New York lavorando come commessa in un negozio di caramelle. Dagli anni '40 in poi si trasferisce a Chicago, dove viene assunta come bambinaia in una famiglia del North Side. Appassionata di cinema europeo, impara l'inglese andando a teatro, veste abiti e scarpe da uomo e indossa grandi cappelli. Una donna che non amava parlare, così la ricordano gli impiegati nello storico negozio di apparecchiature fotografiche di Chicago Central Camera, e i suoi ultimi giorni li ha trascorsi in una casa pagata dai tre ragazzi che aveva accudito fino agli anni '60. Sono loro, raggiunti da Maloof in un tentativo di ricostruire la biografia della fotografa, a raccontare di una donna misteriosa, socialista, femminista e anti-cattolica, che scattava fotografie in continuazione.
Maloof aveva cercato di contattarla circa un anno dopo l'acquisizione della collezione, dopo aver scoperto il suo nome, scritto a penna con una accurata grafia di altri tempi, a margine di una busta porta negativi. Digitando le parole Vivian Maier su Google aveva trovato però solo un annuncio mortuario. "Vivian Maier, nata in Francia e residente a Chicago negli ultimi 50 anni è morta serenamente lo scorso lunedì - recitava così il necrologio apparso su un quotidiano locale - Seconda madre di John, Lane e Matthew. Uno spirito libero che ha magicamente toccato le vite di chi la conosceva. Critica cinematografica e straordinaria fotografa".
L'occhio di Vivian, la bambinaia rivela la triste America di strada
Paradossalmente la donna era morta il giorno prima dell'inizio delle ricerche di Maloff. La storia di Vivian, dei suoi soggetti che a tratti ricordano l'asperità dei personaggi di Diane Arbus, dei suoi rullini non sviluppati e della sua tecnica unica, diventa per lui quasi un'ossessione. L'agente decide di comprare una Rolleiflex come quella di Vivian e di scendere per le vie di Chicago per ripercorrere le sue tracce. Capisce così il valore di quegli scatti, la difficoltà di cogliere quelle espressioni, e decide di pubblicare l'opera online. In attesa di scrivere un libro sulla fotografa del mistero.
Una storia in continua evoluzione che non smette di affascinare i centinaia di blogger che visitano il sito dedicato alla Maier Lì, una sezione speciale dal titolo Unfolding the mistery of Vivian Maier, ovvero svelare il segreto di Vivian Maier, raccoglie le poche informazioni e invita i visitatori a contattare l'autore in caso di altre notizie sulla donna. E mentre tutti i negativi sono stati scansionati ci sono ancora circa 600 rullini che attendono di essere sviluppati. Nella collezione acquisita da John solo un paio di immagini sono state stampate in piccolo formato da Vivian, quanto basta per pensare che nelle volontà della fotografa non ci fosse l'idea della divulgazione e dell'esposizione di questi incredibili scatti.
DIAPORAMA
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)