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EUTANASIA - «Ambiguo difendere l'eutanasia come atto di pietà», ha detto il sottosegretario, «gli intellettuali dovrebbero chiedersi: perché inseguiamo il mito del corpo sano e della perfezione e rifiutiamo la malattia e la sofferenza?». Recchioni non ci sta: «Quella della Roccella (che fu portavoce del Family Day del 12 maggio 2007, ndr) è una critica perniciosa: si è soffermata sulla prima reazione di Dylan Dog, che è in ospedale malato di un male oscuro che lo trascina fino al confine con la morte». Ma la trama, argomenta Recchioni, dice molto di più: «C'è un personaggio che citando Wittgenstein dice che la cosa peggiore da fare con le malattie è ribellarsi. Se non accetti la malattia, se ti ostini a rifiutare questa cosa che è parte di te, allora sì che non puoi più vivere. L'accettazione della sofferenza è un cardine della storia».
"...ecco che rispunta inaspettato il dolorismo cristicolo,vuole che l'essere umano accetti con fatalità la sofferenza,la malattia e quanto ne consegue,anche quando essa mina gravemente la sua integrità fisica,menomandolo nella mobilità o all'accesso ai sensi con cui l'umano interpreta e reinterpreta la realtà e intereagisce (...) privato della sua libertà dovrà piegarsi alla volontà di un principio insano,immorale e inumano sino all'estremo sacrificio in un ottica masochista celebrante una supposta divinità usa farsi piantare chiodi nei palmi delle mani!
Nessun accenno alla dignità della persona ed alla sua volontà d'indipendenza,una certa società storce la bocca in una smorfia sdegnata quando sente la parola Eutanasia ma si guarda bene dal predisporre tutte quelle strutture medico sanitarie suscettibili di alleviare il dolore,noto il caso delle droghe leggere la cui assunzione per lenire il dolore viene interdetta ai malati terminali (...) ma li dietro ci stanno pure gli interessi delle società farmaceutiche (...) che dominano il monopolio del dolore lenito a caro prezzo (...)
Insomma l'argomento è vastissimo e degno di approfondimento e credo fermamente che in nessun caso si possa prescindere dalla dignità della persona ed al suo diritto,perchè è un diritto inalienabile quello di poter evitare la sofferenza;nessuna società civile,collettività puo venire meno ad un tacito patto antichissimo,nessuno puo imporre all'essere umano in nome di un principio figlio del Dogma cristicolo l'accettazione della sofferenza,una certa misura di essa! "
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)