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In queste ora la striscia di Gaza sanguina ancora, ma il conflitto israelo-palestinese è anche carne viva che pulsa e si trasforma in atto creativo. Parliamo di Ramallah Undergound, un collettivo di giovani artisti palestinesi con base tuttora a Ramallah, che combina musica (elettronica araba, hip-hop, trip hop fino al downtempo) con performance visuali, creando spettacoli dal vivo dove l’appartenenza alla cultura locale e la presenza della Palestina nella loro vita irrompe sul palco.
Il gruppo, composto da musicisti, produttori, fotografi, filmaker e videoartisti, nasce dall’urgenza della sperimentazione artistica unita all’esigenza di espressione di giovani palestinesi e arabi che si trovano ad affrontare un scenario politico incerto e turbolento. Uniti dal desiderio di contribuire alla rigenerazione creativa della cultura araba, come loro stessi affermano, e dalla necessità di dar voce a nuova generazione di palestinesi.
Una voce fuori dal coro, dunque, che denuncia la mancanza di libertà individuali creata dall’occupazione militare e mette in discussione i ruoli sociali sanciti dalla propria cultura, primo fra tutti quello della donna. Giovani che devono combattere per esprimersi contro la censura, la repressione, l’ostilità di un contesto culturale che stenta a riconoscerne il valore. Ma questo non è un ostacolo: i RU contano collaborazioni internazionali con UK, Svizzera, Italia, USA, Francia e in Italia sono arrivati in tour a Roma lo scorso 18 ottobre.
[Dal sito per chi volesse è possibile consultare le galleria di foto con le loro produzioni visuali e scaricare le loro musiche, un sound intenso e del tutto originale: buon ascolto]
Ramallah Undergound
pubblicato: domenica 04 gennaio 2009 da penelope.di.pixel in: Altri Mondi Movimenti ArtistiIn queste ora la striscia di Gaza sanguina ancora, ma il conflitto israelo-palestinese è anche carne viva che pulsa e si trasforma in atto creativo. Parliamo di Ramallah Undergound, un collettivo di giovani artisti palestinesi con base tuttora a Ramallah, che combina musica (elettronica araba, hip-hop, trip hop fino al downtempo) con performance visuali, creando spettacoli dal vivo dove l’appartenenza alla cultura locale e la presenza della Palestina nella loro vita irrompe sul palco.
Il gruppo, composto da musicisti, produttori, fotografi, filmaker e videoartisti, nasce dall’urgenza della sperimentazione artistica unita all’esigenza di espressione di giovani palestinesi e arabi che si trovano ad affrontare un scenario politico incerto e turbolento. Uniti dal desiderio di contribuire alla rigenerazione creativa della cultura araba, come loro stessi affermano, e dalla necessità di dar voce a nuova generazione di palestinesi.
Una voce fuori dal coro, dunque, che denuncia la mancanza di libertà individuali creata dall’occupazione militare e mette in discussione i ruoli sociali sanciti dalla propria cultura, primo fra tutti quello della donna. Giovani che devono combattere per esprimersi contro la censura, la repressione, l’ostilità di un contesto culturale che stenta a riconoscerne il valore. Ma questo non è un ostacolo: i RU contano collaborazioni internazionali con UK, Svizzera, Italia, USA, Francia e in Italia sono arrivati in tour a Roma lo scorso 18 ottobre.
[Dal sito per chi volesse è possibile consultare le galleria di foto con le loro produzioni visuali e scaricare le loro musiche, un sound intenso e del tutto originale: buon ascolto]
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)