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sabato 5 settembre 2009

Il graffitaro con il teschio fa saltare i nervi a Hirst per la sua impertinenza

 Articolo preso integralmente da La Repubblica.it 

La star lo denuncia: stia lontano dalle gallerie

Il 17enne che si fa chiamare Cartrain gli ruba le matite. E lui si vendica. I due si erano già scontrati lo scorso anno

http://www.augengallery.com/Artists/Riswold/damien_hirst.jpg 
Damien Hirst

Il «riscatto» di Cartrain
Il «riscatto» di Cartrain
LONDRA - Se vuoi irritare un artista milionario, prendi in ostaggio le sue matite. Così un diciassettenne inglese, che invece di fare i compiti a casa nel pomeriggio dipinge graffiti di Topolino, Tony Blair e Clint Eastwood sui muri di East London (o li vende a 65 sterline su Internet), ha fatto saltare i nervi a Damien Hirst. Ma l’artista 44enne, star della BritArt e vincitore del Turner Prize, che con opere come lo squalo tigre in formaldeide e il teschio tempestato di diamanti ha fatto una fortuna di 200 milioni di sterline, gliela sta facendo pagare.
Il giovane graffitaro, che si fa chiamare Cartrain, era andato a vedere «Pharmacy», l’ultima installazione di Hirst, alla Tate Britain di Londra. E non ha resistito «all’occasione d’oro» di rubare una scatola di matite. Dice di averle solo prese «in prestito», per vendicarsi di Hirst. Ma è stato arrestato e, uscito su cauzione (a condizione che non si avvicini a nessuna galleria che espone opere di Hirst), rischia ora d’essere incriminato.
Il milionario e l’adolescente si erano già scontrati l’anno scorso, quando Cartrain usò foto del famoso teschio di diamanti di Hirst, intitolato For the love of God (Per amor di Dio) per realizzare sei collage, anch’essi chiamati «Per amor di Dio», messi in vendita per 65 sterline su un sito web d’arte. In una delle opere, il teschio parla al telefono e tiene un dollaro in mano, in un’altra sta in un cestino del supermercato insieme alle carote. Una chiara presa in giro dell’opera di Hirst, che in generale Cartrain considera «un rigurgito di opere di artisti degni di nota come Duchamp», come spiega al Corriere in un’email piena di errori di ortografia e di punteggiatura. «Ho pensato che se lui faceva l’iconoclasta contro la Chiesa potevo anch’io giocare un po’. E la sua reazione è stata di rabbia e di fastidio». Hirst lo ha denunciato alla «Design and Artists Copyright Society» (ironico secondo alcuni, visto che lui stesso era stato accusato di plagio per quell’opera) e ha costretto il sito 100artworks.com a consegnargli i collage e il profitto di 200 sterline. Non si scherza con Hirst.
Ma il ragazzino non ha recepito il messaggio. E così il 2 luglio ha rapito le matite e poi ha realizzato un falso manifesto della polizia, con foto della scatola «Faber Castell» e descrizione del furto, in cui invitava chi avesse informazioni a contattare gli agenti. Ha affisso il poster all’entrata della Tate. Dopodiché ha chiesto il riscatto: «Per la restituzione delle matite di Damien Hirst sane e salve, vorrei in cambio le mie opere d’arte consegnategli a novembre. Non è una gran richiesta: Hirst ha tempo fino a fine mese oppure il 31 luglio le matite verranno temperate. È stato avvertito». Un paio di settimane dopo, però, tornato a casa, l’adolescente ha scoperto d’essere ricercato dalla squadra «arte e antichità» di Scotland Yard (inizialmente suo padre è stato arrestato per errore). Così, racconta, «mi sono arreso alla polizia con un appuntamento pre-organizzato». Gli hanno spiegato che se una scatola di Faber Castell si compra per poche sterline, quelle di Hirst ne valgono 500 mila, e che ha danneggiato un’opera da 10 milioni (nel frattempo rimossa). In attesa di entrare nella storia come uno dei più importanti ladri d’arte di Gran Bretagna, il ragazzino ha un’altra richiesta: incontrare Mr. Hirst. «Mi piacerebbe tanto chiedergli perché ce l’ha con me».
Viviana Mazza

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)