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venerdì 14 agosto 2009

Dove non porterà mai i suoi occhi Roberto Maroni

Storia e Memoria: il Lager di Bolzano,Mostra itinerante "The Labyrinths"

Credit e Galleria


Ormai di qusti criminali ne resta in vita uno sparuto gruppo,la condanna non è di sollievo ai parenti delle vittime e tantomeno alle vittime stesse.
Ho pubblicato qui alcune opere di questa mostra,sono opere straordinarie,tuttavia qualche tempo fà elaborai un progetto inerente la Shoah (unico Genocidio riconosciuto e documentato e protetto dalla legislazione di diversi governi) e per il momento messo in disparte a causa dell'enorme ritardo che ho nel mio lavoro di pittore,ho dovuto occuparmi di altre cose e insomma ci è finito di mezzo questo progetto al quale pensavo da anni,ne sono immensamente rammaricato,spero che sia solo un ritardo.

Il mio progetto contemplava una rappresentazione della Shoah,dell'Olocausto non piu attraverso l'uso dell'immagine in termini storico-propagandistici come ci ha insegnato il "Guernica" di Pablo Ruiz Picasso o quell'altro grande di Goya e tanti altri venuti dopo...
Opera immensa che resterà per sempre nella Storia dell'Arte.
Ma in termini di sottrazione della felicità attraverso immagini del quotidiano felice interrotto dall'irrompere della violenza cieca,antisemita,razzista,xenofoba .
Forse puo aiutarvi un film come "La vita è bella" di Roberto Benigni...un autentico capolavoro.
Intendendo in questo modo obbligare l'inconscio dello spettatore a prendere coscienza della felicità come bene e dinamica collettiva,ad una sua interruzione,ad una sua negazione corrisponde una perdita che si riflette sulle generazioni presenti e di quelle a venire.
la felicità è un bene,un valore collettivo e senza l'interelazione,lo scambio non puo sussistere,esistere,circolare da un essere umano all'altro attraverso il fitto intreccio delle relazioni.
Sopprimere,proibile la felicità negarla è come disconoscere un bene,vitale inalienabile dell'essere umano anche colpendo una minoranza finisce per essere percepita sul piano inconscio come un attentato portato contro lo spettatore!
Dunque produrre immagini che esulano dalla rappresentazione della violenza pura di tipo documentaristico,le vittime,il sangue,i morti e quanto conosciamo di questo genere di rappresentazioni (...) induce spesso lo spettatore a rimuovere non solo il capo ma la stessa percezione del contenuto dell'opera,è un contenuto interrogativo e destabilizante, dovrebbero essere immagini in cui "le bonheur" la felicità è in pieno divenire e solo accennata ai margini dell'opera (centrale dev'essere la piu grande delle emozioni umane,la piu desiderata,la piu ambita...quella su cui si deve far leva per far passare il momento pedagogico,in gergo psi impedire che l'Inconscio eriga delle barriere a limitare la portata del messaggio).... l'irruzione che di li a poco annichilirà,annienterà ogni traccia di umanità attraverso una bestialità come non l'ha mai vista vista il mondo prima.
A quanto io sappia sino ad oggi sono rarissime le rappresentazioni che cercano una lettura piu attenta e piu consapevole intorno all'Olocausto,alla Shoah ( non scordiamolo è uno dei momenti fondanti della Comunità Europea) ed al altri genocidi tra cui non disconosco quello degli Armeni,quello degli Indios (considerati alla stregua delle bestie) Latino americani ad opera dei Conquistadores (decine di milioni di vittime....) avvenuto con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo ed altri di cui uno forse non intrepretabile come Genocidio ma ugualmente drammatico,terrificante per il numero di vite che ha travolto segnando,scolpendo profondamente l'identità di un intero continente "à jamais" per sempre...Lo schiavismo e la colonizazione dell'Africa Nera!
* Lo sapevate che comincio con la Battaglia di Lepanto?
La Repubblica Marinara di Venezia vendette e trasse in schiavitu decine di migliaia di prigionieri Turchi...

Massacro di civili a Falzano,
ergastolo all'ex ufficiale tedesco

Josef Scheungraber (Reuters)
http://www.corriere.it/Media/Foto/2009/08/11/TEDE--180x140.JPG






















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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)