Vanni, il pittore di Leopardo da Vinci e delle Mousse inquietanti
La fanciulla nuda e i due eleganti signori, vestiti di tutto punto, che compaiono nel Déjeneur sur l’herbe di Manet, stanno allegramente fumando delle enormi canne e il titolo dell’opera diventa Déjeneur avec l’herbe. Questa è solo una delle irriverenti parodie sull’arte inventate da Sergio Vanni, che ha dato vita a una serie di opere buffe e spiazzanti, intitolata “L’arte è un pacco”: ne esistono già 200 e costituiscono una vera e propria storia dell’arte secondo Vanni, da Giotto a Cattelan. Circa trenta brillanti esempi sono esposti nel bookshop della Fondazione Stelline, a Milano, dove fino al 12 luglio si potrà visitare la bella mostra dedicata a Filippo Tommaso Marinetti. Il formato delle opere è standard, 20x20 cm, e costano tutte 240 euro. Classe 1944, insegnante di lettere in pensione, toscano residente a Milano da 15 anni, Vanni si è sempre occupato di problematiche relative al linguaggio: il suo più grande divertimento è inventare irresistibili giochi di parole. Tutto iniziò con un’immagine da presepe, una Natività, sulla quale scrisse, vicino al piccolo Gesù Bambino: “Sempre oro, incenso e mirra, mai un trenino”. Da lì in poi pochi artisti sono stati risparmiati dal suo sarcasmo
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