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domenica 19 luglio 2009

Il Tibet sanguinario di ieri e quello di oggi visto con gli occhi dell'arte e dei suoi artisti.

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artisti in esilio

artisti in Tibet

Storia del Tibet




Una segnalazione mi suggerisce di pubblicare anche qualche immagine inerente gli artisti del Tibet,detto fatto eccovi qui un sito interesantissimo,avete di che saziare la vostra curiosità;in quanto al fatto politico mi faccio dovere di rammentarvi che il Tibet sottoscrisse una alleanza con il Terzo Reich e che a suo tempo era una Teocrazia sanguinaria malgrado la sua raffinata cultura spirituale (offendere la regalità del Dalai Lama significava incorrere in mutilazioni disumane,gravissime!).
Per secoli l'arte della razzia,il saccheggio colpi in profondità la Cina che pare decise da allora di legarsi al dito una certa improntitudine sfacciata e violenta del Tibet e dei Lama.
Infine che il Tibet se studiate le carte geografiche del passato è sempre appartenuto alla Cina ed è risaputo che su questo punto la Cina non ha nessuna voglia di scherzare.
Sono a favore di una ampia autonomia del Tibet ed all'affermarsi della democrazia sulla sua terra e un po meno a favore delle rivendicazioni,aspirazioni alla indipendenza in nome di un principio culturale per lo piu a sfondo religioso,la lezione dell'Iran mi basta e avanza!
Il video in inglese parla delle punizioni in uso nel Tibet degli anni 40,articoli 13 e 16,taglio delle mani,del naso e dei piedi etc,nulla da aggiungere alle immagini del video e attenti se siete di animo sensibile (...)
Il Link qui in basso (di un blog francese) contiene tutti i fatti documentali,video per lo piu,rarissimi che arrecano un colpo durissimo al mito spiritualista del Tibet e del Dalai Lama,non so se serve rammentare che la mediatizazione del problema Tibet è giocato dagli USA in un ottica anticinese...
Resta pienamente legittimo il diritto dei popoli alla propria indipendenza e autodeterminazione e senza dubbio oggi se fosse possibile,il nuovo Tibet non sarebbe quello sanguinario degli anni 40.

Il blog che ci informa sulla "sensibilità" spirituale del Tibet in passato


























3 commenti:

  1. nelle immagini del video si vedono, sì, dei tibetani mutilati. Ma non si vede chi lo ha fatto. Non c'è una sola immagine che mostra un lama che compie violenza sui suoi sudditi. E che dire delle ossa usate come strumenti sacrificali? il culto della morte per il buddismo è il primo elemento su cui basarsi, l'impermanenza. Le ossa rammentano costantemente questo, e da nessuna parte viene mostrato che qualcuno sia stato ucciso per usarle. Purtroppo la Cina è una grande potenza, e costringe il mondo a prendere le sue posizioni, pena la distruzione economica che è, a tutti gli effetti, in mano sua. Non mi pare che i cinesi siano mai stati molto gentili quando hanno invaso diversi popoli, tra cui, appunto, il tibet.

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  2. Ciao Ale,
    facevo riferimento alla storia del Tibe nel suo complesso e alla memoria d'elefante della Cina imperialista .
    Oggi l'immagine del Dalai Lama è molto positiva cosi come del culto che rappresenta cio non toglie che sino ai primi del 900 le cose siano state un po diverse con una pratica del potere sanguinaria come testimonia la stessa storia del Tibet;ti rammento che da poco sono stati desecretati documenti CIA in cui risultano finanziamenti al Dalai Lama,forniture d'armi e addestramento dei tibetani alla guerriglia,successivamente tali corpi di combattimento sono stati sciolti (...)
    Voglio dire che come tutte le monarchie e le religioni la fece cammina sul filo della spada.
    Tuttavia ammirevole la scelta della non violenza oggi per contrastare la politica di annessione cinese che è una vendetta a lungo covata per i secoli in cui il Tibet razziava impunemente la Cina meridionale.

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  3. Conosco questa storia. Certo il potere va di pari passo con la violenza. La mia osservazione stava nel fatto che nel video si vedono immagini di mutilazioni, non chi le compie. E un appunto sulle ossa ingioiellate, che necessitano di una vera conoscenza della filosofia buddista. Ciao.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)