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sabato 18 luglio 2009

Charles Krafft e la sua feroce ironia animalista "Arbeit macht frei":il lavoro rende liberi.






Charles ci presenta la sua ironia Pop-Animalista impiegando l'immagine "campo di concentramento (purtroppo l'immagine è andata persa...) per uccelli" di un campo di sterminio tedesco della II Guerra Mondiale,si tratta di un forno crematorio Auschwitz o un altro non importa,quello che conta è che la metafora è impropria poichè non si puo comparare il genocidio umano dell'Olocausto,della Shoah alla violenza umana che investe il mondo animale e mi fermo qui.Se si vuole affrontare seriamente la dinamica della violenza umana e il suo specismo (razzismo verso un'altra specie vivente) occorre una ben piu approfondita riflessione ed essa deve forse partire da concetti come "parentalità" simpatia,affinità,affettività,interdipendenza,collaborazione tra le specie...Senza voler fare della scientfiction sappiamo da lungo tempo che l'essere umano ha un debito impagabile verso la natura e che un giorno si sdebiterà in parte aiutando altre specie viventi ad evolversi ed è auspicabile che cio avvenga con una certa libertà di scelta da parte del mondo animale e non forzando avventurosamente o asservendo con la manipolazione genetica una evoluzione che ha bisogno del suo tempo e del suo spazio vitale (...).
In quanto alle sue ceramiche,nessun commento,sono semplicemente geniali,visitate le sue gallerie.
La constatazione: da qualche tempo a questa parte si saccheggia l'armadio degli orrori Nazisti e si presentano immagini e "valori" del Terzo Reich ammantati,enfatizati di "innocente candore" nella normalità di quotidiana, in termini di provocazione e scandalo ...se non c'è che arte è?!
La solita ironia e il solito ormai banale uso delle icone in stile Pop Art;un artista sud americano disse del suo stupore quando constato nel salotto di un reazionario conclamato una delle sue opere piu ferocemente antiborghesi a sott'intendere lo scarso valore pedagogico della "comunicazione"!


http://www.re-title.com/public/artists/5629/1/Charles-Krafft-2.jpg
http://www.jamesmaybe.com/blog/wp-content/uploads/2009/05/charles_krafft-fragmentation_hand_grenade.jpg
http://b3.ac-images.myspacecdn.com/01122/33/74/1122264733_m.jpg




http://www.supertouchart.com/wp-content/uploads/2007/09/uzilarge.jpg
http://www.bunnylicious.org/public/2007/07/Charles_Krafft.jpg

http://www.corriere.it/Media/Foto/2009/07/17/gno--140x180.jpg

Gnomo viola le leggi anti nazismo Fa parte di un'esposizione d'arte a Norimberga ma è al centro di una polemica in Germania

Un nazi-gnomo è passibile di sanzioni? Se lo chiede la magistratura tedesca dopo aver aperto un’inchiesta in seguito all’esposizione in una piazza di Norimberga di uno gnomo da giardino dorato intento a fare un saluto romano con il braccio fieramente alzato. La creatura è firmata dal celebre artista Ottmar Hoerl, presidente dell’Academy of Fine Arts dal 2005 non nuovo a simili provocazioni, e ha suscitato le ire della comunità ebraica della città, rappresentata da Arno Hamburger, che ha definito di cattivo gusto la bizzarra opera d’arte. LE ACCUSE – La polemica è finita però nelle aule della magistratura e non è più solo una questione di apprezzamento o di critiche. La legge tedesca infatti vieta severamente qualsiasi espressione nazista e il piccolo gnomo nazista rischia una sanzione legale per apologia del nazismo. Oltre alla rimozione immediata. La questione da stabilire è se il nanetto da giardino ridicolizzi o glorifichi il Terzo Reich.

L’ARTISTA – «Si tratta palesemente di una ridicolizzazione del regime nazista e di un’opera di satira», precisa, quasi stupito, il padre dello gnomo. Oltretutto, come fa notare Hoerl, gli gnomi nazisti sono già stati esposti in Belgio e in Italia, in una mostra intitolata «Dance with the devil» e hanno ricevuto grandi consensi, persino dalle comunità ebraiche. Ancora una volta si pone il confine tra satira e rispetto e non è un caso che l’affaire esploda in quella Germania che si porta dietro un peccato originale. Norimberga farà il suo processo.

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)