google6a3fa170c1192d09.html 100cosecosi 100cosecosi: Writing un articolo di Paolo Labbadini

martedì 23 giugno 2009

Writing un articolo di Paolo Labbadini


Paolo Labbadini mi invia un cenno interessantisimo,lo ringrazio e lo pubblico con immenso piacere e invito Paolo ad inviarmi altri articoli sull'argomento.

Ciao Michel,
ho letto l'articolo sui graffiti pubblicato su 100cosecosi, presuppongo che entrambi i siti linkati mi sembrano interessanti ma vorrei fornirti anche alcune delucidazioni senza nessun tipo di arroganza e ringraziandoti perchè sei uno dei pochi artisti che cerca di capire questo fenomeno senza snobbarlo a priori quale atto vandalico.
Innanzitutto il termine graffiti o murales non è corretto ... si chiama internazionalmente writing ... differente dai graffitti rupestri o dai murales che vengono realizzati a pennello; le opere si chiamano pezzi, e solitamente sono composti dall'insieme del lettering (vere e proprie lettere) che forma la proria tag o firma.
Capisco benissimo quanto sia difficile documentarsi e tanto più scrivere approposito di writing ... in internet, non sapendo dove cercare, si trova per lo più materiale commerciale e perbuonista che non c'entra nulla con la realtà dell'arte di strada... dipingere un muro a spray o un treno ed ottenere un buon risultato si impara in anni di prove, schizzi, studi della prospettiva e delle proporzioni (tra lettere e tra più pezzi se si dipinge in più persone vicine), paragoni con altri writers, analisi delle marche migliori di acrilici spray (pensate e realizzate solo ed unicamente per questo scopo e quindi introvabili al supermato o al colorificio sotto casa)... a tutto questo unisci la velocità e la precisione del gesto manuale costretto dalla possibile colatura o imprecisione del tratto stesso della bomboletta.
Tutto questo quando si dipinge legalmete... nel caso in cui non sia proprio così... aggiungi l'elemento buio, velocità estrema di esecuzione causa paura di multa o galera (in francia, per fare solo un esempio, esiste un reparto di polizia che studia il lettering di ogni writer conosciuto, i posti dove compra gli spray, etc...e se riesce a beccarlo gli fa pagare anche tutti gli altri pezzi fatti che sono riusciti a fotografare, spesso non solo i suoi ma anche quelli della sua crew, gruppo).
Questo è solo il lato pratico... alla base di un writer sta appunto il legame con la sua crew (anni di bombing, missioni insieme), la volontà di dare colore a un mondo grigio e perbuonista tramite un atto di pura libertà artistica che allo stesso tempo sia visibile da tutti come segno di viva opposizione e protesta verso un sistema globalizzato che non lascia spazio reale all'arte e alla libera espressione delle idee, fondato spesso solo sul connubbio soldo-potere.... a proposito, un writer per rischiare la galera dipingendo paga fior fior di quattrini in spray (per un pezzo serio ne servono circa una decina).
Chiaramente io non mi sto riferendo a chi va ad imbrattare muri di case private appena imbiancate con scritte realizzabili da un bambino, ma a chi studia lettera per lettera, pezzo dopo per pezzo la propria evoluzione personale e la trasmette a chiunque passi lì davanti e abbia voglia di guardarla, confrontarsi e porsi degli interrogativi.
Non a caso il writing è l'unico fenomeno contemporaneo che si è sviluppato senza scuole (nell'accezione canonica del termine) in tutto il mondo independentemente da religione, lingua e razza ... sviluppando delle scuole proprie... dalla old alla new school.

Paolo Labbadini
per 100cosecosi

0 commenti:

Posta un commento

"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)