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giovedì 4 giugno 2009

Kevin Carter l'uomo che ha fotografato la morte e ne è stato ucciso

"...quando l'arte ti uccide,ti divora l'anima e te la restituisce in frammenti impastati di polvere..."

A circa 300 metri dal centro di Ayod,ho incontrato una piccola bambina,ad un passo dallo svenire che cercava di raggiungere un centro di alimentazione.Lei era cosi debole che che non poteva fare fare piu di uno o due passi alla volta,traballando,cadendo regorlamente sul sedere,cercava disperatamente di proteggersi dal sole bruciante e coprendosi la testa con le sue piccole manine scheletriche....Poi si rimetteva a fatica in piedi per un nuovo tentativo,gemendo dolcemente con la sua piccola voce acuta.Sconvolto io mi nascosi una volta di piu dietro la meccanica del mio lavoro fotografando i suoi movimenti dolorosi,agonizanti quando la piccola cade nella polvere.Il mio campo di visione era limitato a quello del mio teleobiettivo e non ho potuto subito accorgermi del volo degli avvoltoi che si avvicinavano fino a che uno di essi apparve nel mio visore.Ho scattato e poi ho cacciato l'uccello con un colpo di piede.
Un grido mi straziava,dopo uno o due chilometri dal villaggio scoppia in un pianto disperato.

Kevin Carter annientato dopo l'asassinio del amico reporter Ken Oosterbroek e a causa delle atrocità che ha visto e di cui è stato testimone è precipitato in un gravissima depressione,dopo aver vinto il premio Pulitzer tra critiche feroci sceglie di suicidarsi 27 lugliot 1994 nel deserto a bordo della sua vettura.
Traduzione di M.Abbatangelo

Versione francese
A environ 300 mètres du centre d’Ayod, j’ai croisé une toute petite fille au bord de l’inanition qui tentait d’atteindre le centre d’alimentation. Elle était si faible qu’elle ne pouvait faire plus d’un ou deux pas à la fois, retombant régulièrement sur son derrière, cherchant désespérément à se protéger du soleil brûlant en se couvrant la tête de ses mains squelettiques. Puis elle se remettait péniblement sur ses pieds pour une nouvelle tentative, gémissant doucement de sa petite voix aiguë. Bouleversé, je me retranchai une fois de plus derrière la mécanique de mon travail, photographiant ses mouvements douloureux. Soudain la petite bascula en avant, son visage plaqué dans la poussière. Mon champ de vision étant limité à celui de mon téléobjectif, je n’ai pas tout de suite remarqué le vol des vautours qui se rapprochaient, jusqu’à ce que l’un d’eux se pose, apparaissant dans mon viseur. J’ai déclenché, puis j’ai chassé l’oiseau d’un coup de pied. Un cri montait en moi. J’avais dû parcourir 1 ou 2 kilomètres depuis le village avant de m’écrouler en larmes.
Kevin Carter, anéanti par l’assassinat de son ami reporter Ken Oosterbroek, souffrant de dépression et d’atrocités dont il a été témoin, et accaparé par les critiques suite à la remise du prix Pulitzer, choisit de se donner la mort dans le désert, le matin du 27 juillet 1994… au bord de sa voiture.


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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)