"Purtroppo la rincorsa alla provocazione sembra inarrestabile,gli artisti sfruttano sempre di piu un marketing e una comunicazione schock studiata a tavolino con efficientissimi uffici stampa.Va da se che l'Arte Contemporanea investe tutti i suoi significati, sulla rottura e sulla provocazione un po come se qualcuno mena pugni nello stomaco a Tizio per fare affari con Caio e Sempronio!
Godetevi l'articolo profondamente onesto e limpido di Strange Art e non mancate di ringraziarlo per questo momento d'informazione."
Il record della mostra più breve spetta ad “Achtung!” dell’artista polacco Peter Fuss alla galleria Nod di Praga: dall’inaugurazione alla chiusura sono passati non più di 30 minuti. Occorre qualche spiegazione.
L’artista aveva realizzato alcune foto di grandi dimensioni in cui erano raffigurati soldati nazisti con al braccio la stella di David invece della “normale” svastica. Si è trattato di rielaborazioni di immagini tratte da alcuni celebri film sulla Shoah, con il chiaro intento di mettere sullo stesso piano i crimini dei nazisti con il conflitto fra israeliani e palestinesi.
Comunque la si pensi il paragone non è un colpo di genio ed è chiaro come il sole che risulti offensivo nei confronti dei milioni di morti nei campi di sterminio, ma non addentriamoci oltre. Subito dopo l’apertura della mostra un gruppo di ebrei praghesi ha fatto irruzione nella galleria ed ha devastato tutto.
L’intero raid ha posto fine alla mostra in meno di trenta minuti. A me viene il sospetto che chi ha devastato la mostra sia diventato protagonista, suo malgrado, di una performance artistica voluta e in qualche modo prevista dall’artista stesso con la creazione di una provocazione talmente evidente, che non avrebbe potuto non destare reazioni di qualche genere.
In altre parole l’opera d’arte è stato tutto l’evento in sé, più che le immagini esposte. In ogni caso Peter Fuss già in passato è andato giù pesante con le provocazioni su temi politici e sociali, ma forse questa volta ha un po’ esagerato. Un evento del genere pone ancora una volta la questione ricorrente dei limiti che deve avere l’arte, ammesso che dei limiti ci debbano essere. Voi cosa ne pensate?
Altre immagini.
Fonte: Globartmag
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