Fatevi piacere,fate un visita a questo Artista,ammiratelo con stupore e meraviglia e non crediate che sia stato facile cimentarsi in questi curiosi maquillages.Brevi video che illustrano le opere del pittore James Kuhn. La particolarità? Ama dipingere sul suo volto.URL: http://www.flickr.com/photos/hawhawjamessets/72157605963101124/
BRUCIA L'INDIANO
Quattro incoscienti abbruttiti da un ventennio di regressione ( ringraziamo i nostri media nazionali,la RAI e Mediaset e le istituzioni scolastiche )culturale e figli di famiglie cosidette"per bene" per svagarsi insieme ad un momento di pseudo " trasgressione " ( perchè una volta trasgressione coincideva con rivoluzione mentre oggi consiste volentieri nel assalire,sbranare chi è piu disgraziato di noi )decidono di dar letteralmente fuoco ad un povero indiano da poco senza lavoro mentre dorme sulla panchina della stazione (...) Il poveretto è in condizioni gravissime,i quattro sono stati arrestati E FINALMENTE SI SVEGLIA DAL SUO "SAGGIO" TORPORE il nostro Presidente della Repubblica denunciando chiaramente a cosa stà portando una certa politica xenofoba,razzista in atto nel governo. Lo sconcerto,lo sdegno e la vergogna che provano molti italiani è incontenibile.E sempre piu spesso i centri di aggregazione sociale capaci di elaborazione etica,di utopia o di contestazione vengono criminalizati e chiusi (centri sociali),la politica tra un compromesso e l'altro ha finito con il distaccarsi totalmente dai bisogni reali del paese e a certi individui non resta che il bar con il suo noto livello tra il campanile e la subculturala o lo stadio...il risultato lo abbiamo sotto gli occhi, è tragico.Questo paese non era cosi e cosi è divenuto per volonta di alcuni (...) abilissimi a incardinarsi su questi fatti per reclamare sempre piu "ordine" come se un poliziotto dietro ogni angolo (...) potesse migliorare il disadattamento,la patologia dei gruppi sociali abbandonati a se stessi dalle istituzioni formative (la scuola,l'università,lo stato).Tra ventanni leggeremo questi giorni in termini di barbarie! Ultima nota...c'è un certo indaffararsi intorno ai 4 arrestati affichè il loro gesto passi per un atto apolitico,non a fini razziali....Resta che hanno bruciato vivo un INDIANO come ieri altri rivolgevano la loro violenza omofobica (...) sul travestito,il trans-gender o l'omosessuale. Rammento,lo ripeto:rammento a tutti noi che il nazismo prima di prodursi nell'Olocausto fece dui tutto per dare dell'ebreo una immagine bestiale,laida,sporca etc, si che divenisse piu facile poi alla popolazione la partecipazione a vario titolo (tra assenza,complicità,ignavia,indifferenza) all'Olocausto.Rammento quanto avvenne nel ghetto di Varsavia in cui morirono di fame e stenti centinaia di migliaia di persone ridotte ad uno stato sub-animale....
La creatività è un fake
Roma - Sovvertire dinamiche stantie, terremotare una burocrazia paludata, alimentare la creatività: da un concorso limitato e limitante può sgorgare un contest partecipato da contendenti e da tutte le opere a cui i partecipanti attingeranno. Romaeuropa Fake Factory ha protagonisti diversi rispetto a Romaeuropa Web Factory, spiega a Punto Informatico l'avvocato Marco Scialdone: il fake contest promette di "accettare tutte le opere scartate dall'altro concorso", invita al remix e al mashup, stimola a costruire sulle basi del passato e a reinventare e valorizzare le opere degli artisti che hanno preceduto i partecipanti.
Tutto ha avuto inizio nel dicembre dello scorso anno. Salvatore Iaconesi, altresì noto come XDXD, e penelope.di.pixel Oriana Persico di ArtIsOpenSource si sono imbattuti nel regolamento di un concorso promosso dalla Fondazione Romaeuropa e da Telecom Italia: Romaeuropa Web Factory promette premi in denaro agli artisti che si misurino in opere di videoart, di musica, di scrittura creativa e di comunicazione pubblicitaria. Esplicito, nel regolamento, il divieto di riusare opere altrui per comporle in mosaici di creatività derivata e originale. "Non è ammessa, da parte dei partecipanti, alcuna attività di mashup, remix ed ogni altro genere di manipolazione - recita il regolamento - in ogni caso le opere frutto di mashup, remix ed ogni altro genere di manipolazione non potranno in alcun modo partecipare al Concorso". Nonostante gli organizzatori promuovano il contest come "una grande sfida", rivolta "a tutti gli artisti e creativi che popolano il web", come "una grande officina, sempre aperta, che intercetta, rilancia e premia il talento che viaggia sulla rete".
Iaconesi e Persico si sono mobilitati insieme a Marco Scialdone: con una lettera aperta indirizzata agli organizzatori hanno espresso le proprie perplessità. Esistono professioni, esistono forme d'arte incoraggiate dalla flessibilità del digitale che fanno perno sulla rielaborazione del contesto culturale che ruota intorno all'artista; esistono altresì delle dinamiche di riuso e di rielaborazione che da sempre sospingono la cultura e la creatività. Per questo motivo, in un regime del diritto d'autore che spesso non sa bilanciare la giusta tutela dei creatori e la circolazione della creatività, sono state introdotte licenze flessibili, permessi con cui l'autore etichetta le proprie opere affinché vengano fatte circolare, vengano modificate, vengano reinventate o integrate in contesti diversi. Il regolamento del concorso, oltre a non autorizzare il remix di opere ormai cadute in pubblico dominio, non prende in considerazione nemmeno le opere che l'artista ha invitato a riciclare in altre contingenze creative.
"Uno stravolgimento": così Scialdone descrive a Punto Informatico l'iniziativa del fake contest. Mimetismo e détournement sfociano in un'opera originale, in un sito e in un processo che riproducono il contest originale come fosse un negativo fotografico. Romaeuropa.org non ha nulla a che vedere con il sito dedicato al concorso organizzato dalla fondazione Romaeuropa: condividono strutture, colori e assonanze, hanno entrambi l'obiettivo di alimentare la creatività, ma divergono nei contenuti e nelle modalità dei pungoli con cui stimolano gli artisti.
Se Romaeuropa Web Factory è un'officina permanente che spinge gli autori a creare da zero, Romaeuropa Fake Factory chiede agli artisti di rendere esplicite le dinamiche su cui si fondano e si dispiegano cultura, creatività e innovazione. "Tutte le opere che concorrono a Romaeuropa Fake Factory devono essere frutto di rimescolamento", chiosa Scialdone, devono fondarsi sul remix e sul copiaincolla critico e creativo: le composizioni di frammenti video e di sample saranno risignificazioni, le schegge di testi letterari saranno reticoli di parole altrui. Tutte le opere devono citare e ricontestualizzare, devono valorizzare il passato riproponendolo sotto una nuova luce. Nessuno sarà costretto a violare la legge, nessuno incoraggia i partecipanti a violare il diritto d'autore. Gli organizzatori si rivolgono direttamente all'artista: "Ti invitiamo ad utilizzare opere che siano rilasciate con licenze che consentano espressamente la possibilità di rielaborazione: in questo modo sarà più facile per te essere certo di aver rispettato il lavoro creativo altrui".
Dal linguaggio dei regolamenti, fatto di testi che Scialdone spiega si sono composti affinché fossero "concisi e comprensibili ad esseri umani che non siano dei legali", alle libertà concesse ai partecipanti, tutto in Romaeuropa Web Factory è sovvertimento e manipolazione, è "un'inversione delle logiche" rispetto al contest organizzato dalla Fondazione Romaeuropa. La Fake Factory e i suoi curatori non si arrogano alcun diritto esclusivo, non privano l'autore di alcuna libertà nella gestione delle sue opere: l'artista è invitato a rilasciare la propria opera sotto una licenza permissiva, che incoraggi a sua volta frotte di artisti ad appropriarsene per rimetterla in circolo, per riusarla e infondervi nuova creatività.
Nessun premio in denaro è stato messo in palio nell'ambito del Romaeuropa Fake Factory, nessun contendente vincerà più degli altri: le opere dei concorrenti guadagneranno in visibilità, pubblicate sul sito, i concorrenti parteciperanno alla riappropriazione di un diritto che esiste, è tutelato, ma è spesso difficile da esercitare.
Romaeuropa Fake Factory ospita inoltre una categoria che non figura fra le pagine di Romaeuropa Web Factory: il contest LawArt stimola i concorrenti a infondere la creatività nelle stratificazioni della legge. Gli ordinari quadri normativi si compongono di riusi e integrazioni, i rimandi che si intessono nei testi giuridici testimoniano come la legge non sorga da zero ma sia un mosaico di contributi. Romaeuropa Fake Factory chiede ai partecipanti di impugnare leggi e regolamenti, decreti e contratti che abbiano come sfondo la tutela della proprietà intellettuale e della creatività e propone loro di remixarle e riscriverle per alimentare il dibattito, non solo attraverso la comunicazione metatestuale. Nella mente di Scialdone fermenta già un'idea: "Prenderò le parti interessanti delle leggi italiane, partendo da quelle della Repubblica Cisalpina fino a quelle di oggi - illustra a Punto Informatico - mostrerò che in ognuna di esse è presente una disposizione che è migliore di quelle attuali". Lo scopo del gioco? "Dimostrare che è possibile ricavare il meglio anche dal passato".
Solmi: “Sono sereno e continuo a lottare”
di Filippo Brunamonti
Parla l’artista bolognese autore del crocefisso blasfemo che ha creato scandalo ad “Artefiera” ed è stato posto sotto sequestro dai magistrati
Le agenzie di stampa non dormono, proprio come Federico Solmi. Mentre l'artista bolognese, residente a New York, è al telefono con gli avvocati per difendersi dallo scandalo di "Artefiera", il gip di Bologna, Bruno Giangiacomo, convalida il sequestro preventivo del famigerato "crocefisso" che doveva rimanere esposto presso lo stand della "Not gallery" dal 23 al 26 gennaio scorso.
A sequestrare l'opera di Solmi sono stati i carabinieri del reparto operativo, in seguito alla violazione dell'art. 404 del Codice penale, il vilipendio di cose destinate al culto, a cui i Pm della Procura felsinea Luigi Persico e Silverio Piro hanno aggiunto il numero 528, che punisce l'esibizione di oggetti osceni. Il giudice ha infine accolto la richiesta della Procura in base all'art. 528, e non al reato di vilipendio (404). Secondo il giudice, infatti, "il crocefisso di Solmi non è un oggetto consacrato e non è destinato al culto. Semmai si tratta di un'imitazione denigratoria".
"Non dormo per due motivi - spiega l'artista, 35 anni - ho del lavoro da compiere nel mio studio di Brooklyn e il sequestro di una parte dell'opera, The Evil Empire, mi ha costretto a contattare professionisti in grado di difendere la mia libertà. Per il resto, sono molto sereno e continuo a lottare. Mi dispiace abbia fatto il giro del mondo solo il crocefisso, quando L'Impero del Male è un'istallazione davvero più ampia e con un messaggio lontano dalla critica alla religione, in particolare quella cattolica".
Con queste parole, Federico Solmi fa riferimento al manufatto, parte integrante della video animazione, marchiato come "blasfemo" perché rappresenterebbe lo stesso artista nudo, in croce, con un cappello tra San Nicola e Cardinale del Vaticano, e soprattutto con l'organo sessuale in bella mostra. "The Evil Empire" è un video di 4 minuti realizzato con tavole di disegno infine montate con l'apporto del 3D e tecnologie in voga tra i videogiochi. I suoi contenuti (un papa immaginario in preda ai vizi della pornografia e delle barbarie) avevano suscitato polemiche già due anni fa, durante la rassegna "Poetic Terrorism" di Madrid curata da Elga Wimmer. Il crocefisso e l'animazione sono passati inosservati, forse per ragioni legate alla cultura, in luoghi strategici come New York, Parigi, Bruxelles, Barcellona e Norvegia.
"Credo che il sentimento religioso vada preservato a prescindere che si riferisca a una corrente maggioritaria o minoritaria", insiste il procuratore Silverio Piro, lo stesso che come Pm a Roma ha portato avanti il processo per offese alla religione dello stato mediante vilipendio di cose e tentata truffa che vedeva imputati i registi di "Cinico Tv", Daniele Ciprì e Franco Maresco per il film "Totò che visse due volte". Pieno sostegno a Solmi, invece, da parte di accademici autorevoli, tra cui Russel Lowe, professore della Faculty of the Built Environment di New South Wales, Australia, e Lee Gibson, Programme Director alla Victoria University of Wellington. I due hanno anche collaborato con Solmi.
(04 febbraio 2009)
Qui Il video della Mostra e l'artista con le sue dichiarazioni.
Sculture di Ramous perse
35 anni fa
Il nipote dell'artista: "Ora le rivoglio"
Grazie all'articolo e al video pubblicato su Repubblica Parma il
nipote dello scultore Carlo Ramous, che si occupa dell'opera dello
zio, ha ritrovato le sculture perse a Parma 35 anni fa: "Avevo ormai
rinunciato a cercarle, ore le rivorrei perché abbiano giusta
collocazione". Sono sempre rimaste abbandonate nei magazzini
comunali Le foto | Il video | La storia
di Maria Chiara Perri
Antonio Ramous sta facendo una ricerca in Internet per trovare
libri sull'opera di suo zio. E' il nipote di Carlo Ramous, uno
dei protagonisti dell'avanguardia artistica italiana del Novecento.
Così, per caso, incappa in un articolo appena pubblicato su Repubblica
Parma. E non crede ai propri occhi: le sculture di suo zio perdute da
più di trent'anni, che aveva ormai rinunciato a cercare, sono state
ritrovate. C'è un video che le mostra: abbandonate alle intemperie
in un'area dei magazzini comunali di Parma dietro al cimitero
cittadino, arrugginite in mezzo alle erbacce, ammassate come
ferrivecchi. Un tempo, nel lontano 1974, erano opere d'arte
contemporanea esposte nella piazza principale della città.
"Non potevo crederci, quando l'ho visto mi è andato il sangue
il cervello. Ma non sto incolpando nessuno – dice Antonio Ramous,
violoncellista che vive a Roma e si occupa della tutela dell'arte
dello zio - E' solo che sono anni che le cerco e ho sempre sbattuto
contro un muro di gomma. Nessuno aveva idea di dove fossero, ho
contattato davvero un sacco di persone. Tutti gli assessori, in
completa buona fede, mi dicevano che se ne erano occupate le
giunte precedenti. La battuta che ho scritto a commento del
vostro articolo, in realtà la pensavo davvero: ci avranno
fatto panchine e lampioni! Alla fine, ci avevo davvero rinunciato".
Ma come è possibile che gigantesche strutture in metallo siano
cadute nell'oblio? Tutto ha inizio ben 35 anni fa, nel 1974.
Il Comune di Parma organizza un'esposizione di Carlo Ramous
in piazza Duomo, dove vengono esposte grandi sculture di
metallo poste su pesanti piedistalli di cemento. Poi,
qualcosa va storto e nasce un contenzioso tra l'artista e
l'amministrazione comunale. Le versioni sulle cause sono
discordanti: c'è chi ricorda che le sculture avessero subito
danneggiamenti durante il trasporto e per questo Ramous avesse
chiesto il risarcimento dei danni. Il nipote invece dice che
forse tutto è nato perché non si fece una replica della mostra,
che era stata prevista ed era in fase di organizzazione.
L'autore avrebbe chiesto allora che il Comune rifondasse
le spese di trasporto delle opere. Che hanno aspettato i
tempi della giustizia italiana all'aperto, lontano dagli
occhi, in un'area comunale in cui vengono conservati
monumenti prima dell'esposizione.
Da allora sono passati 35 anni. Giunte di diverso colore
si sono succedute, un vago ricordo di una mostra scultorea
finita in grana rimane solo tra i veterani della politica e
qualche anziano addetto ai lavori. Carlo Ramous è morto nel
2003. Negli ultimi cinque anni il nipote Antonio e la curatrice
dell'opera dell'artista hanno cercato in ogni modo quelle sculture
che sapevano disperse a Parma. "Tutto inutile, non c'è stato verso –
dice Antonio – adesso che le avete trovate vorrei riaverle. Sia chiaro,
dopo tanto tempo non voglio mettermi in urto con nessuno. Voglio solo
che quelle sculture abbiano la giusta collocazione, che sia
riconosciuto il loro valore, che non rimangano lì abbandonate.
Mi piacerebbe che venissero restaurate e magari esposte
proprio a Parma". Magari. Dopo 35 anni di abbandono,
quelle opere che sembravano destinate alla discarica
forse rivedranno un nuovo splendore. Gli strani percorsi della vita. E dell'arte.
(04 febbraio 2009)
POSTER BOY da Flickr.com Photos Il sospetto "Poster Boy" è finito in carcere, ma è nato un nuovo movimento A New York un artista con la lametta ridisegna la pubblicità per protesta
«Non premete sulla porta» cambia in «Non premete sul povero». E i manifesti iventano quadri d'autore WASHINGTON – “Poster boy” è il nuovo eroe di New York, supposto che sia uno solo, e non siano invece molti come sostengono i suoi o i loro ammiratori. Nell’età del dopo graffiti, e della crisi finanziaria ed economica più grave da quasi un secolo a questa parte, “Poster boy” è l’alfiere della protesta sociale. E la manifesta da artista, tramite tagli e collage di poster, manifesti, cartelli pubblicitari soprattutto nelle metropolitana. Non deturpa muri e pareti con lo spray, usa una lametta, della colla e il pennarello. I suoi messaggi incantano il pubblico.
La scritta “Do not lean on the door” (Non premete sulla porta) è diventata
“do not lean on the poor” (Non premete sul povero). Un boccale di birra si
è trasformato in una pozza in cui annegano due uomini d’affari. In un monito
dell’antidroga, “Eroina: ogni affare può essere mortale”, a “eroina” è stato
sostituito “Iran” o “Iraq” o “Afganistan”. E via di seguito. Come Robin Hood,
la Primula rossa e Zorro – a cui viene paragonato – “Poster boy” è stato a
lungo inafferrabile. Tutta l’America lo ha visto all’opera su Youtube:
d’accordo con lui qualcuno lo filmava alle spalle o di traverso o col
volto oscurato, e ne distribuiva poi le immagini all’internet.
L'ARRESTO - Ma domenica, la polizia newyorchese ha annunciato di averlo scoperto e arrestato. “Poster boy”, ha asserito il portavoce della polizia Paul Browne, è Henry Matyjewicz, di 27 anni, residente a Brooklyn. «Siamo stati avvertiti che avrebbe partecipato a un cocktail a una Galleria d’arte di Broadway» ha riferito il portavoce. «La galleria l’aveva scritto su un volantino di reclame e un nostro informatore lo ha letto». “Poster boy” è rimasto in
carcere una sola notte, la Galleria ha pagato la cauzione per il rilascio,
ma rischia il processo e il carcere per vandalismo. C’è però chi dubita che
Henry Matyjewicz sia il vero “Poster boy”. Secondo il New York Times, è un
giallo. TELEFONATA AL NEW YORK TIMES - Il quotidiano ha ricevuto una telefonata e una e mail da un Henry non meglio identificato. E questi ha affermato che “Poster boy” è un movimento, non una persona, e Matyjewicz vi appartiene «come tanti che fanno legalmente arte per propagare le nostre idee». Gli amici della galleria, Moni Pineta e Mike Vargas, produttori del
documentario sui giovani artisti di New York “Gli amici che amiamo”, hanno
avallato la sua precisazione: «Poster boy potrebbe essere chiunque, e in
ogni caso Matyjewicz non ha commesso alcun reato. C’è o no libertà di
parola e di pensiero?». Chiunque sia, “Poster boy” ha certamente lanciato
una “nouvelle vague” nella contestazione del potere e avrà imitatori in
tutte le metropoli. In uno video di qualche giorno fa su Youtube,
"Poster Boy" ha chiesto agli americani «di sapere distinguere tra
il giusto e l’ingiusto, e se una legge è superata o immorale di farla
revocare, come accadde per la legge che sanciva la schiavitù».
E ha aggiunto: «Io considero l’attuale modus operandi dello stato
una forma moderna di schiavitù, e intendo sfidarla». In una
recente intervista al sito Gothamist.com ha anche annunciato
che farà tagli e collage su cartelloni pubblicitari giganti e
perseguirà obbiettivi ancora più ambiziosi, come la loro messa al
bando «perché deturpano il paesaggio». E martedì ha concluso che
l’arresto di Matyjewicz «è stato un bene per il movimento, gli
porterà più sostegno, renderà il pubblico più consapevole».
Ennio Caretto
04 febbraio 2009
"CONTRORDINE" IL PAPA E STATO MALE INFORMATO
"...e forse è ora che vada in pensione ...."
Nessuno è cosi bravo a sabotare" l'infallibilità " papale...Da domani il vescovo negazionista che non rionosce l'Olocausto non sarà accetto nello chiesa se non ritratta le sue dichiarazion i!!! E già ci era sembrato che l'Olocausto per la chiesa non fosse un problema religioso (...) meritorio d'esser preso in considerazione,almeno non quanto il CONCILIO VATICANO II !!! Visto che mezzo mondo e persino la piu alta autorità politica tedesca hanno fatto notare l'ambiguità e l'assenza di etica e l'immoralità nel sollevare i negazionisti dalla scomunica .
COINCIDENZE....in salsa NAZISTA
Nel giorno in cui muore un noto criminale di guerra Nazista,un dottore(uso alle pratiche alla Mengele) che si è nascosto a lungo in Egitto ecco che il governo italiano promuove per decreto che un clandestino,un immigrato che si rivolge alla pubblica sanità possa e debba essere denunciato alle forze dell'ordine (polizia e carabinieri) ottemperando pienamente la peggior forma di delazione,se non è nazifascismo questo che cosa è?! Ve lo dico io cosa è,una vergogna per un paese civile obbligare i medici alla violazione cosi palese del loro giuramento sia verso la professione che verso l'umanità.Non da meno sarebbe curioso vedere qualche rara malattia d'importazione imperversare per il paese ferocemente e vedere gli stessi dare la caccia al classico paziente n°1 per stroncarne la diffusione....(...) Roba da sceneggiatura Holliwoodiana!L'ordine dei Medici stà giustamente protestando,quanto meno ci si attende anche "l'opinione" delle forze "dell'ordine" e quella dei...carabinieri.Rammento che l'arresto di un anziano cinese venuto a prendere un piccolo, all'uscita della scuola, davanti ai bambini ha scatenato un putiferio in Francia e oggi non poche le associazioni e le famiglie che nascondono sia immigrati senza documenti,sia i loro figli che finite le scuole debbono essere espulsi (...alla maggior età)),in ogni caso il decreto di espulsione non puo essere applicato ai minori in assenza della loro famiglia.La scuola francese è aperta a tutti con o senza documenti "papiér",lo stesso per la sanità.Vedremo cosa dice il pachiderma U.E della faccenda.
Un grande artigiano
Giordano Stefano stà lavorando con Nicolas in Belgio,sembra che il suo talento nelle vetrate sia ammiratissimo e Nicolas collaborando con lui ne approfitta per acquisire nuove tecniche al suo Savoir faire artigianale già eccellente,onore ai maestri del Silicio.
Nel 1988 qualche mese prima di mettermi in viaggio per l'Africa e con qualche timore di troppo (...)chiesi per lettera all'Onorevole Senatore Andreotti per sette volte Presidente del Consiglio (...) una lettera che mi raccomandasse presso le Ambasciate Italiane e Consolati d'Africa,l'ottenni e a stretto giro di posta,cortese e con gli auguri del caso relativamente agli scopi che mi portavano lontano dal suolo patrio;l'intento era esibirla in caso di problemi etc,Non ce n'è stato bisogno e comunque ne parlo perchè ho visto il film recente che parla di lui:"Il Divo"...al che mi sono ricordato della lettera,di lui a quel tempo si sapeva quanto si sà oggi,forse non del famoso bacio al capo della mafia Toto Riina etc,ma qualcosa si sapeva o perlomeno lo si intuiva.Comunque oggi non avrei mosso quel passo anche se Giulio Andreotti è stato assolto in vari processi da tutte le accuse.Per ringraziarlo della sollecitudine gli spedii uno dei miei quadri e alcuni dei racconti che allora scrivevo a tempo perso,il quadro,credo un bel paesaggio di Varigotti,ma non ne sono sicuro,in ogni caso lunga vita al Senatore poiche berlusconi ci stà facendo rimpiangere quei tempi.
Dai ritratti di Mao Tze Tung all'Eros languido infantile e malinconico un po puritano,l'oggetto del desiderio in ottica un po senile poiche si tratta di nudi impuberi,"innocenti",un talentuoso illustratore che non fà onore alla professione,non tanto per il tratto incestuoso (...Picasso lo diceva che tra modella e pittore ci sono trame invisibili ma straordinariamente carnali) quanto piuttosto per la banalità con cui è svolto il tema predominando il tratto tecnico e iperrealista sul genere fantasy da rivista patinata,la Cina di oggi insomma.Una idea della donna remissiva e animale,felina,docile orizontale ma in definitiva assolutamente oggetto e non personalità ad uso e consumo delle fantasie di dominazione delle nuove classi medie..
Shepard Fairey
E' accusato di danneggiamenti per aver realizzato graffiti in
diversi punti della città Boston, arrestato il ritrattista di Obama
Shepard Fairey era diventato famoso per l'immagine tricolore
del presidente. Ora rischia tre anni
Il suo manifesto dedicato a Obama è diventato ormai un'icona,
con il ritratto del neo presidente ombreggiato con i colori della
bandiera americana, il rosso, il bianco e il blu. Grazie alla sua opera Shepard Fairey era diventato famoso in tutto il mondo. Ora lo sarà probabilmente ancora di più, ma il motivo per cui ha conquistato nuovi spazi nei media statunitensi (e non solo) è che questa volta è protagonista di un fatto di cronaca. E' stato infatti arrestato per aver realizzato alcuni graffiti sui muri di Boston.
PRIMA DELLA «PRIMA» - L'arresto di Fairey è stato comunicato direttamente dai portavoce della polizia della capitale del
Massachussets. Il fermo è avvenuto venerdì notte, mentre
l'artist si stava recando all'Institute of Contemporary Art
per inaugurare la sua prima personale. Il ritratto di Obama
gli ha infatti spalancato le porte nel campo dell'arte
contemporanea e la tavola originale dell'immagine del presidente con
la scritta «Hope», ovvero «speranza», è appesa ora alla National
Portrait Gallery di Washington. Quella stessa immagine è stata poi
clonata e utilizzata per l'ampio merchandising che ha accompagnato
Obama sia in campagna elettorale, sia nei giorni della transizione
e dell'insediamento alla Casa Bianca.
Qui il video pubblicato dal Corriere della sera It
Bocca di Rosa non la vogliamo!
Certo loro non hanno conosciuto Toto e la sua poesia piu famosa "la livella" !
Feroce Polemica in Svizzera contro la sepoltura di una prostituta scrittrice accanto alla tomba di Calvino,Borges etc,francamente sono sorpreso,mi sembra il caso stavolta che dovrebbe essere la tomba di Calvino ad essere spostata,un personaggio con le mani sporche di sangue e di cui si puo dire" che non ha certo elargito molto piacere ! Era solita accompagnarsi ai soldati della Seconda Guerra Mondiale con una certa predilezione per gli inglesi "dei veri gentlemens" Evidentemente era piu "giusto" che perissero in battaglia pii e casti !.Per lei bianchi o neri tutti erano buoni e sopratutto gentili.E dire che in tutti i musei del mondo,al Louvre sono piu le prostitute o le cortigiane quelle ritratte dai grandi maestri (basti pensare a caravaggio,Raffaello Sanzio sino a Tolouse Lautrec per non parlare di Pcasso!) che le virtuose,non capisco le moraliste vetero-femministe che tanta indignazione manifestano contro una musa cosi profondamente radicata nella tradizione d'arte di tutte le culture.
Qui alcune foto e un sito con un video che ne parla.
SPORT
Da qualche tempo in Italia è d'uso gettare benzina sulle persone e accenderle come torce,ora per fini xenofobi,razzisti,ora per regolamento di conti nella malavita piu barbara.Tutto questo mi rammenta il carnevale di Rio de Janeiro a cui assistevo da lontano quando abitavo a Buenos aires,anche li ad ogni carnevale era la conta delle torce umane accese a Rio e a Buenos Aires,i racconti segnarono la mia infanzia con un che di racapricciante. Non c'è da stupirsi se a trarre vantaggio da questo orrore sono sopratutto certe razze di cani che accompagnano e vegliano il sonno del barbone,del "sans papiér",e comunque è un segno dei tempi quello che vede degli sfigati abbruttiti prendersela sempre con il piu disgraziato.Ricordo che il primo barbone che ho incontrato nella mia vita lo vidi nel 1968,poi piano piano inavvertitamente si sono moltiplicati come cavallette di pari passo con la messa in crisi dei diritti civili del paese,sopratutto con la perdita della protezione sociale e della garanzia del posto di lavoro.Sopratutto lo sviluppo delle società liberiste e ipercompetitive.Indubbiamente il fenomeno è fortemente stimolato (con un che di clandestino,non se ne deve parlare...) dalle politice governative sensibili al terrorismo psicologico che produce l'immagine del disperato o (...) e va da se che chi percepisce il messaggio,l'immagine,cioè il paese per una sorta di rimozione inconscia (comprensibile quanto sia sgradevole un certo destino) fà finta di non vedere,non vuole vedere cosi il fenomeno è destinato ad ampliarsi con sommo gaudio per i praticanti della pia carità cattolica (...)che mettono una pezza piu buona a salvare le loro anime sterili che il poveraccio,invece loro necessitano d'esser aiutati a rivendicare i propri diritti di esseri umani,cure e occupazione e istruzione.Non si puo come fà la domestica nasconderli sotto il tappeto con un colpo di scopa! Inoltre mi sono sempre chiesto perchè accettare l'Eremita con la sua scelta consapevole e non chi la scelta non la puo operare o se la fa non la manifesta con certi condimenti misticheggianti.
"Non aprite quella mostra"
animalisti contestano l'artista
Sospesa dopo le minacce la mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. di Torino. L'artista algerino Adel Abdessemed presentava filmati molto crudi in cui si vedevano le brutali pratiche in uso nelle campagne messicane. Patrizia Sandretto, presidente della Fondazione, dice: "Non vogliamo andare allo scontro aperto, apriamo un dibattito"
di Marina Paglieri
Adel Abdessemed alla Fondazione Sandretto SALTA l´inaugurazione della mostra Le ali di Dio di Adel Abdessemed alla Fondazione Sandretto. Una telefonata giunta nella sede di via Modane da parte di animalisti che minacciavano la loro presenza alla vernice, ha fatto ritenere prudente sospenderla. Oggetto della polemica, gli scioccanti video dell'algerino, e in particolare i sei intitolati Don´t trust me, che riprendono animali colpiti a morte con una martellata sulla testa, pratica brutale ancora diffusa nelle campagne messicane.
Si preannunciava come una delle mostre della stagione della Fondazione torinese, e probabilmente lo sarà, questa prima personale italiana di un artista che è solito presentare video, fotografie e installazioni dai contenuti di potente carica eversiva. Patrizia Sandretto, presidente della Fondazione, dice: "Non vogliamo andare allo scontro aperto e apriamo un dibattito". Nelle prossime ore è atteso un incontro con diverse associazioni animaliste di Torino nella sede della stessa fondazione. Uno dei video della mostra è stato recapitato all'assessore all'Ambiente con responsabilità sull'Ufficio tutela animali Domenico Mangone.
Non è la prima volta che alla Fondazione Sandretto si verificano episodi del genere, lo scorso settembre, proprio nella notte dell´11, era comparsa sulle pareti esterne la scritta spruzzata con spray rosso «Vergogna, avvoltoi! Al fuoco tutte le galere», in occasione allora della mostra You Prison, anche allora curata da Bonami. Già lo scorso anno i video sugli animali avevano suscitato l´ira degli animalisti all´Art Institut di San Francisco, d´altronde l´artista vuole colpire chi guarda, realizza opere di forte impatto, che riproducono scene di ferocia, rimandando a una cultura del terrore e della paura.
Nato a Costantina nel 1971, Abdessemed lascia il suo paese dopo il colpo di stato militare del ‘92 e si trasferisce a Lione, quindi a New York, dove oggi vive e lavora. Tra le altre opere presenti a Torino, il video del 2007 Trust me, in cui il cantante David Moss impersona un vampiro mentre intona differenti inni nazionali, o ancora Real time, in cui mette al centro razzismo e sessualità. Ma si sofferma in particolare sulla ferocia dell´uomo sugli animali, Abdessemed porta infatti e fotografa nelle strade di Parigi i animali selvaggi provenienti dal nord Africa, talvolta pericolosi, come il cinghiale (Sept frères, 2006, un serpente (Zéro tolerance, 2006) o un leone (Séparation, 2006).
In Practice zero tolerance (renversée), l´artista - che deve la notorietà mondiale alla sua presenza alla Biennale di Venezia del 2007 - crea una forte tensione tra l´estetica delle immagini mostrate (il calco in terracotta della carcassa di un´auto carbonizzata) e la violenza delle idee che queste sottendono, le opere che danno il titolo alla mostra, Les ailes de Dieu I e II, propongono infine le immagini di un uomo senza braccia che dipinge con i piedi su una grande tela per terra, sospeso a un elicottero.
Lapidario il commento di Abdessemed: "L'artista è un individuo maturo e responsabile e non si diverte a giocare. Vedrete lavori che trattano l'animalità e il potere è bestiale e io non conosco un'opera d'arte che non possa anche essere violenta".
(11 febbraio 2009)
ivan, il poeta che scrive i versi sui muri di Milano
Non chiamatelo graffittaro. Nato a Milano 27 anni fan nel quartiere Barona, Ivan Tresoldi (in arte ivan, scritto tutto in minuscolo), è il fondatore del movimento Poesia di strada ed il fautore dell’"assalto poetico". Perché, dice lui "la poesia non è più gentile. Deve trovare con determinazione nuove forme e spazi". Così dalla carta stampata si trasferisce su muri e saracinesche per tornare fra la gente e diventare poesia viva. Spazio Oberdan (a Milano in viale Vittorio Veneto 2) ospita fino al 15 marzo la mostra-evento "Poesia viva" a lui dedicata, a cura di Jacopo Perfetti, prodotta da Art Kitchen e in collaborazione con la Provincia di MilanoSi spacca la fontana di Toyo Ito
La struttura, costata oltre un milione di euro, è simile ad un grande bicchiere di vino
tratto da la Repubblica it
PESCARA - La fontana realizzata dall'architetto giapponese Toyo Ito, inaugurata il 14 dicembre dello scorso anno, in Piazza della Rinascita, a Pescara, ha ceduto. La fontana, battezzata Huge Wine Glass, per la sua somiglianza ad un bicchiere contenente vino, 20 metri cubi di materiale acrilico trasparente di 5 metri per 2, è come se avesse subito un cedimento strutturale. Le persone che, oggi pomeriggio, si trovavano in piazza hanno cominciato ad avvertire scricchiolii e poi hanno visto l'acqua, all'interno dell'enorme calice, come se fosse ghiacciata. La struttura, costata oltre un milione di euro, è stata transennata dai vigili urbani. La fontana di Pescara (dal sito architecturephoto.net)
«LA SISTEMEREMO» - La Clax Italia , la società che ha realizzato il progetto dell'architetto giapponese Toyo Ito, è pronta a ripristinare l'opera che ha subito un cedimento strutturale. «Abbiamo ricevuto assicurazioni da parte della Clax Italia - assicura il vicesindaco di Pescara, Camillo D'Angelo - circa un impegno della ditta a ripristinare lo Huge Wineglass perché la città non perda un'opera così importante. Una volta accertato cosa ha provocato il cedimento - conclude D'Angelo - si procederà a sistemare il danno e, ove ciò non sia possibile a realizzare nuovamente l'opera».
Commento:
C'è spazio per tutti nell'Arte,anche per gli architetti dediti agli effetti speciali,anche per quelli i cui materiali d'uso eterni hanno la sorpresa di scoprirsi usurati anzi tempo! Ad ogni modo dopo il successo millenario delle fontane (italiane rinascimentali e non) questa come novità dice pochino. Dopo il disastro da loro compiuto nell'urbanistica contemporanea oggi li vediamo in preda al precariato,alla disoccupazione riciclarsi nella scultura tecno-trasparente.
spesso,spessissimo che un personaggio noto,un grande artista non capisce un cazzo d'arte in questo caso di pittura,predilige tutti i miei stili che precedono la MetafisicaEtica,i miei paesaggi di Venezia,certe mie versioni orribili sulla Commedia dell'Arte e insomma come si dice in Francia "on vas faire avec"!
XL e MondoPOP vi invitano a personalizzare un disco in vinile e far parte della mostra collettiva più “suonata” dell’Urban Art: Vinyl Factory, un bando internazionale che la MondoPOP International Gallery di Roma ha lanciato sul web, aperto a tutti gli urban artist e aspiranti tali. Per farvi un'idea su come è possibile trasformare un vecchio disco in vinile in un'opera d'arte, date un'occhiata alla gallery accanto.
Partecipare è semplice:
1) Procuratevi da 1 a 3 dischi in vinile a 33 giri
2) Dipingeteli o decorateli come fossero delle tele
3) Inviate le foto delle vostre creazioni al sito di XL, attraverso il link che trovate in fondo a questa pagina
4) Collegatevi a www.mondopop.it per partecipare alla mostra.
Avete capito bene, tutti possono partecipare alla grande mostra collettiva che aprirà i battenti il prossimo 21 marzo alla MondoPOP International Gallery di Roma, nel centro della Capitale. Raddoppiano le sedi espositive. Il Lato A della mostra sarà in galleria e si inaugurerà sabato 21 marzo alle ore 19. Il Lato B al Rising Love, nuova sede della club culture della capitale, dove sarà inaugurato domenica 22 marzo alle 23. E poi c’è la sede espositiva virtuale, il sito di XL, dove voi stessi potete pubblicare le foto dei vostri vinili dipinti.
Tutti i vinili pubblicati sul sito di XL e pervenuti alla MondoPOP Gallery entro il 28 febbraio 2009 saranno esposti nel lato A o B della collettiva, a fianco alle opere di artisti come Jeremyville, Tokidoki, Gary Baseman, Gary Taxali, Jim Avignon, Christian Lindermann, Diavù, AlePOP, Sten & Lex, Massimo Giacon, Malleus, Cesko, Licia Viero, Zelda Bomba e tantissimi altri. Proprio per dimostrare che maestri e allievi possono dividersi spazi espositivi dichiarando di condividere una simile passione.
Trovate tutte le informazioni su Vinyl Factory nel sito www.mondopop.it
Per adesso è tutto.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)