Partiamo dal presupposto importante che il gallerista sia un gallerista vero, con i suoi contatti ed i suoi collezionisti, ossia non uno di quei furbi che chiedono denaro per affittarti i locali. Questi ultimi, infatti, da evitare come la peste, non possono
esserti utili in nessun modo, non hanno nessun interesse a vendere le opere che espongono perché il loro guadagno lo hanno già ottenuto.(trattero piu avanti di alcuni trucchi in uso presso le Gallerie d'Arte)
Ciò premesso, in un mercato serio il prezzo non lo decide l'artista, che può comunque esporre una propria intenzione di quotazione, ma viene determinato dalla formula "richiesta/offerta". E' già difficile, per chi inizia, essere preso in considerazione; se poi ci si impunta con un "io voglio tot soldi" si può tranquillamente girare a vuoto per un tempo infinito. Ti dicevo della formula "richiesta/offerta". Un bravo gallerista, un professionista che sa come muoversi e vendere, e che ovviamente conosce il mercato, avrà un'idea molto precisa circa la cifra da chiedere, e giustamente te la imporrà lui. La percentuale parte da un minimo del 40% per arrivare (con alcune gallerie di alto rango) al 75%. Questo potrebbe sembrare eccessivo; in realtà è un qualcosa che gioca a favore delle tue quotazioni, che un bravo gallerista sarà benissimo in grado di gonfiare come ritiene più opportuno. Inoltre la richiesta di una percentuale alta sul totale della vendita è garanzia che il gallerista si impegnerà il più possibile per piazzare le tue opere. Conseguentemente le tue quotazioni si alzeranno (grazie soprattutto al suo lavoro). Le gallerie che operano in questo modo sono parecchie, e similmente fanno anche molti mercanti (compreso il mio, che prende il 60%-70% sulle vendite). E' assolutamente normale, in un contesto del genere, che ti venga imposto un contratto di esclusiva (di solito 5 anni, rinnovabile, che sei libero di non accettare, ovviamente con la diretta conseguenza di essere mandato a spigolare). Tale contratto garantisce il gallerista - o il procuratore artistico - sul fatto che non dovrai vendere nulla della tua produzione (o di parte della tua produzione precedentemente convenuta, ad esempio i soli dipinti ad olio). Infatti, se tu vendessi direttamente, si avrebbero due problemi:
- il gallerista, dopo aver lavorato per alzare le tue quotazioni, non ottiene il suo giusto guadagno;
- il gallerista rischia di essere sbugiardato se tu, per un qualche motivo, vendi a prezzi inferiori a quelli della galleria. Questo chiaramente danneggia anche te.
Altri galleristi fissano un prezzo da pagare a te e vendono per conto proprio: in questo caso, a differenza di quello precedente, non si tratta più di un conto vendita ma di vendere direttamente alla galleria. Questa tipologia di vendita è poco diffusa, anche perché poco conveniente per l'artista, che magari dopo qualche anno, quando le quotazioni iniziano ad alzarsi, continua a vendere al gallerista per quattro soldi.
Infine: nei giri che farai dovrai portare con te:
- vari cd da lasciare ai galleristi, con le foto delle tue opere in alta risoluzione (mi raccomando la qualità, le foto di scarsa qualità vengono automaticamente cestinate);
- stampe cartacee delle foto relative alle tue opere in formato A4 circa, quindi una misura né troppo grande né troppo piccola (alcuni galleristi odiano i supporti digitali e preferiscono le tradizionali stampe su carta);
- biglietti da visita decenti con tutti i contatti web che ritieni opportuno segnalare;
- se porti anche delle brochure non sarebbe male...
sabato 2 febbraio 2008
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)