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Quali che siano le culture varie dei vari popoli, tutti questi popoli sono formati da quella specie, che oramai, in termini biolgici, si chiama "homo sapiens, sapiens", cioè sono formati da uomini, da individui umani, quali che siano il colore della pelle, le tradizioni culturali, c'è una unificazione di questo tipo di essere animale che è l'uomo, nel fatto che è sì un animale come tutti gli altri, che ha una vicenda, che deve adattarsi all'ambiente, deve lottare con l'ambiente per poter sopravvivere nei confronti di questo ambiente, ma è un animale culturale, cioè è un animale che parla. E' significativo, ad esempio, che intutte le favole in cui ci sono degli animali che hanno dei caratteri antropomorfi son sempre degli animali parlanti, cioè noi siamo degli animali, e non dobbiamo mai dimenticarlo, con dei bisogni del tutto simili a quelli degli altri animali. Abbiamo la necessità, per sopravvivere, di adattarsi all'ambiente, ma oltre a tutto questo siamo degli animali parlanti, cioè che esprimono le proprie concezioni con un linguaggio verbale, si fanno un'immagine del mondo e se la descrivono. Noi abbiamo, cioè, in qualsiasi momento originario della nostra attività per poter vivere quello che i tedeschi chiamano un "Weltbild" cioè un' "immagine del mondo". Come tutti gli altri animali, oltre che, per poterci adeguare all'ambiente, avere un'immagine di questo ambiente, noi abbiamo anche un vissuto emotivo dell'ambiente, lo viviamo emotivamente. Molti animali superiori come cani, gatti e via di seguito si comportano anche in questa maniera, cercano cioè di sopravvivere adattandosi all'ambiente ma non parlano. Noi invece parliamo, ci descriviamo le immagini. Ma anche gli animali reagiscono emotivamente all'ambiente e cioè hanno dei sentimenti nei confronti di questo ambiente, o di piacere o di dolore. Anche gli uomini hanno queste reazioni emotive ma, siccome l'uomo è un animale parlante, anche queste espressioni emotive vengono oggettivate, quasi messe di fronte a noi. Andiamo alla ricerca di un senso di quel mondo, di cui ci forniamo un'immagine e del senso della nostra vita in questo mondo. Cioè al momento originario l'uomo ha bisogno di farsi un'immagine del mondo perchè altrimenti non potrebbe sopravvivere ma nello stesso tempo prende posizione rispetto a questo mondo e, proprio perchè è un animale parlante, quella reazione emotiva che l'uomo ha di fronte al mondo si puntualizza in quello che è il senso della morte. Noi abbiamo il senso della finitudine, il senso della precarietà, sappiamo di nascere e vediamo che gli altri muoiono e poi ad un certo punto realizziamo che anche noi moriremo. Che senso ha tutto questo, questo mondo è in continuo divenire? In tutte le culture, allora, noi abbiamo questo momento originario, che è un momento, se vogliamo, un precorrimento di quella che sarà la scienza, perchè dobbiamo pur farci un'immagine del mondo. Ma la cosa importante non è tanto farci un'immagine del mondo, ma è di dare un senso a questo mondo di cui formiamo un'immagine e qui c'è il momento originario, aurorale di quello che poi diventerà la filosofia. Nella vita di ogni uomo è fondamentale cioè l'immagine del mondo e la presa di posizione (rispetto ad esso). I Tedeschi hanno un termine per indicare questo momento originario del guardare il mondo e chiedersi che senso ha, la parola è "Weltanschauung" che potremmo tradurre con "intuizione del mondo", "visione del mondo", ma, "visione del mondo", è una traduzione che accentua il momento della formazione dell'immagine, mentre "intuizione del mondo"indica quella che è la presa di posizione, la donazione di senso a quel mondo.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)