IL 64% DEGLI ITALIANI LO RITIENE IL VINCITORE DELLO SCONTRO IN TV… “VOLETE VIETARE AI MIEI DI PARTECIPARE ALLE TRASMISSIONI? ALLORA IN TV ORA CI VADO IO”… IERI OSPITE DI LUCIA ANNUNZIATA, MARTEDI A BALLARO’…”CON NOI DOVRANNO FARE I CONTI, SENZA DI NOI NULLA POTRA’ ESSERE PIU’ DECISO”… LA LEGA ORA HA PAURA
L’analisi del politologo Carlo Galli è impietosa: “Bossi ha capito subito chi è uscito vincitore dallo scontro fatale tra Berlusconi e Fini: lo sfregio al corpo mistico del Capo lo ha indebolito sul decisivo piano simbolico. Fini avrà un prestigio, una capacità di iniziativa politica che lo renderanno pericoloso punto di riferimento e di coagulo di ogni malumore e di ogni scontento all’interno del Pdl. Quel dito puntato e quel dare sulla voce in diretta tv hanno sconsacrato Berlusconi e renderanno più difficile il cammino parlamentare delle leggi sul processo breve, sulle intercettazioni, sui decreti attuativi del federalismo fiscale, ovvero delle materie che interessano solo Berlusconi e Bossi”.
Se qualcuno avesse dei dubbi su chi è uscito meglio dal duro confronto in direzione nazionale, un sondaggio Sky lo indica chiaramente: il 64% degli italiani ha detto Fini, solo il 36% Berlusconi.
Piccola osservazione: dato che l’elettorato di sinistra non arriva attualmente neanche al 45%, se anche tutti costoro avessero indicato vincitore Fini, vorrebbe dire che il restante 20% va ricercato nell’ambito degli elettori di centrodestra.
Vorrebbe cioè dire che il 40% dell’elettorato del Pdl ha dato ragione a Fini.
Qualcuno si stupisce?
Andiamo in loro soccorso con altri tre sondaggi: tutti danno Fini tra il 6 e il 9% subito, anche se già domani fondasse un nuovo partito, solo sulla fiducia e sulle tesi che porta avanti, dato che fa già tremare i berlusconiani.
Ma la cosa ancora più significativa è che un altro 38% di italiani (sondaggio Demos) dichiara “potrei votarlo”: se solo 2 su 10 di costoro decidessero in tal senso, Fini volerebbe al 15%.
L’analisi Demos, molto dettagliata, rivela che Fini pescherebbe il 26% degli elettori “certi” e anche di quelli “possibili” nel Pdl e il 20% dei “certi” nella Lega.
Quest’ultimo dato sembra strano, ma non lo è: vi sono elettori di centrodestra che attualmente votano Lega per non votare Berlusconi o il governo, un sistema per evitare di votare la sinistra. Se esistesse l’alternativa Fini, dicono, voterebbero certamente per lui.
Altro dato: il 33% di chi voterebbe certamente Fini sono gli elettori indecisi, mentre alta è la provenienza di sinistra e di centro di chi potrebbe votarlo.
In base a questi elementi si delinea la strategia di Fini che guarda a un partito “diverso”, capace di restituire un’immagine seria a una destra moderna, aperta al confronto e al dialogo, fondata sulla legalità, la giustizia e la socialità.
E un equilibrio tra Nord e Sud.
Tutti i sondaggisti concordano comunque che Fini è in crescita costante, quel dito puntato ha fatto capire che non sta scherzando e che si sta giocando il suo futuro da leader.
Fanno il suo gioco le isteriche reazioni dei falchi berlusconiani: “non manderemo mai più in Tv i finiani” e le minacce di epurazione.
Fini ha semplicemente risposto: “Non volete i miei in tv? Benissimo ci vado io al loro posto”. Ha iniziato il tour tv ieri , ospite di Lucia Annunziata, prosegue domani su Ballarò.
Intanto oggi convoca i suoi e incontra l’associazione magistrati.
E comincerà a girare l’Italia per esporre le sue tesi.
E più si crea spazi, più crescono i consensi e più aggrega forze locali.
Sono già 300 i sindaci, gli assessori e i consiglieri che hanno firmato il suo documento.
Fini rivendica il diritto a che possa esistere un dibattito interno nel Pdl e una minoranza, chiede un congresso a breve.
Berlusconi risponde epurando Bocchino, la Bongiorno e Co. dagli incarichi, dimostrandosi un piccolo dittatore?
Ne risponderà agli elettori e alla Camera.
Come ricorda Della Vedova: “con noi dovranno fare i conti, senza di noi nulla potrà essere più deciso”.
Non è Fini che vuole logorare il premier, come sostiene qualche berlusconiano, è il premier che si è logorato da solo, perdendo il 10% di voti in due anni.
In un normale partito democratico di destra europeo lo avrebbero già fatto dimettere per manifesta incapacità.
Da noi invece ha il coraggio di negare il dibattito interno, attraverso la sua classe dirigente di miracolati e servi sciocchi.
I quali sanno solo dare del “pidocchio” a Fini e dire che non conta nulla.
Ma se non contasse nulla, di che si staranno mai a preoccupare cosi tanto?
Se qualcuno avesse dei dubbi su chi è uscito meglio dal duro confronto in direzione nazionale, un sondaggio Sky lo indica chiaramente: il 64% degli italiani ha detto Fini, solo il 36% Berlusconi.
Piccola osservazione: dato che l’elettorato di sinistra non arriva attualmente neanche al 45%, se anche tutti costoro avessero indicato vincitore Fini, vorrebbe dire che il restante 20% va ricercato nell’ambito degli elettori di centrodestra.
Vorrebbe cioè dire che il 40% dell’elettorato del Pdl ha dato ragione a Fini.
Qualcuno si stupisce?
Andiamo in loro soccorso con altri tre sondaggi: tutti danno Fini tra il 6 e il 9% subito, anche se già domani fondasse un nuovo partito, solo sulla fiducia e sulle tesi che porta avanti, dato che fa già tremare i berlusconiani.
Ma la cosa ancora più significativa è che un altro 38% di italiani (sondaggio Demos) dichiara “potrei votarlo”: se solo 2 su 10 di costoro decidessero in tal senso, Fini volerebbe al 15%.
L’analisi Demos, molto dettagliata, rivela che Fini pescherebbe il 26% degli elettori “certi” e anche di quelli “possibili” nel Pdl e il 20% dei “certi” nella Lega.
Quest’ultimo dato sembra strano, ma non lo è: vi sono elettori di centrodestra che attualmente votano Lega per non votare Berlusconi o il governo, un sistema per evitare di votare la sinistra. Se esistesse l’alternativa Fini, dicono, voterebbero certamente per lui.
Altro dato: il 33% di chi voterebbe certamente Fini sono gli elettori indecisi, mentre alta è la provenienza di sinistra e di centro di chi potrebbe votarlo.
In base a questi elementi si delinea la strategia di Fini che guarda a un partito “diverso”, capace di restituire un’immagine seria a una destra moderna, aperta al confronto e al dialogo, fondata sulla legalità, la giustizia e la socialità.
E un equilibrio tra Nord e Sud.
Tutti i sondaggisti concordano comunque che Fini è in crescita costante, quel dito puntato ha fatto capire che non sta scherzando e che si sta giocando il suo futuro da leader.
Fanno il suo gioco le isteriche reazioni dei falchi berlusconiani: “non manderemo mai più in Tv i finiani” e le minacce di epurazione.
Fini ha semplicemente risposto: “Non volete i miei in tv? Benissimo ci vado io al loro posto”. Ha iniziato il tour tv ieri , ospite di Lucia Annunziata, prosegue domani su Ballarò.
Intanto oggi convoca i suoi e incontra l’associazione magistrati.
E comincerà a girare l’Italia per esporre le sue tesi.
E più si crea spazi, più crescono i consensi e più aggrega forze locali.
Sono già 300 i sindaci, gli assessori e i consiglieri che hanno firmato il suo documento.
Fini rivendica il diritto a che possa esistere un dibattito interno nel Pdl e una minoranza, chiede un congresso a breve.
Berlusconi risponde epurando Bocchino, la Bongiorno e Co. dagli incarichi, dimostrandosi un piccolo dittatore?
Ne risponderà agli elettori e alla Camera.
Come ricorda Della Vedova: “con noi dovranno fare i conti, senza di noi nulla potrà essere più deciso”.
Non è Fini che vuole logorare il premier, come sostiene qualche berlusconiano, è il premier che si è logorato da solo, perdendo il 10% di voti in due anni.
In un normale partito democratico di destra europeo lo avrebbero già fatto dimettere per manifesta incapacità.
Da noi invece ha il coraggio di negare il dibattito interno, attraverso la sua classe dirigente di miracolati e servi sciocchi.
I quali sanno solo dare del “pidocchio” a Fini e dire che non conta nulla.
Ma se non contasse nulla, di che si staranno mai a preoccupare cosi tanto?
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)