Siamo proprio sicuri che questa tecnica propagandistica sia caduta in disuso ?
Io non ne sarei tanto sicuro giacche l'insistenza (lui ci mette volentieri del suo) gli articoli,la frequenza,la satira,le immagini diffuse (peraltro autentiche) i video,le regitrazioni,le intercettazioni telefoniche,le testimonianze tutto o quasi cio che è attinente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i suoi sollazzi ora torridi ora senili puo ricondurci a questa speciale strategia,guerra in cui ....ogni colpo è permesso rigirando il coltello nella piaga del risentimento sessuale canalizato verso le aristocrazie "libertine".
La campagna pornografica nella Seconda Guerra Mondiale
ROMA
– La Seconda Guerra Mondiale non si combatté solo sul campo e nelle
stanze della diplomazia. Ma anche nelle tipografie. Quali? Quelle dei
giornali pornografici.
La campagna di propaganda dei Paesi
dell’Asse rimase di stucco quando scopri che Giappone e Germania avevano
iniziato a distribuire pamphlet pornografici tra le truppe alleate. La
tesi di fondo era che era molto meglio stare a casa a riposare che
rischiare le vita per combattere il fascismo.
La rivista Psy
Warrior aveva un’ampia collezione di immagini hard, ed era stato creato
dai giapponesi per diffonderlo tra gli australiani. Nelle immagine il
tema era quello degli americani depravati che si trastullavano con le
loro donne mentre gli australiani erano in guerra.
Nonostante
l’esercito americano abbia sempre negato di aver fatto uso della
propaganda sessuale durante il secondo conflitto mondiale, esisterebbero
alcuni “pamphlet sessuali” usati in quel periodo.
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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)