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mercoledì 10 agosto 2011

Picchiato perchè somiglia a Renzo Bossi.

Sostengono di essere stati aggrediti perché uno di essi ha una forte somiglianza col figlio di Umberto Bossi, Renzo. E' questo quanto raccontano i tre collaboratori del Carroccio toscano che ieri, all'uscita dalla sede del Consiglio regionale a Firenze, sono stati colpiti da alcuni giovani che avevano preso parte a un presidio di solidarietà per i giovani arrestati dalla digos nell'ambito un'inchiesta sugli appartenenti all'area anarchica.

Andrea Barabotti
LA RICOSTRUZIONE Era il tardo pomeriggio di ieri quando il presidio si stava svolgendo in via Cavour, davanti alla prefettura e dirimpetto alla sede del Consiglio regionale, da dove i tre collaboratori del gruppo del Carroccio erano appena usciti. «Hanno scambiato uno di noi per Renzo Bossi» spiegano i tre, rimarcando che effettivamente uno di loro «assomiglia realmente al figlio di Bossi tanto da essere soprannominato 'ìtriglià». Il collaboratore è stato «infamato e colpito con un casco da moto, poi preso a calci, a pugni e a sputi. Per fortuna che nessuno è caduto in terra, altrimenti lo massacravano». Anche gli altri due a loro volta, si spiega ancora, hanno ricevuto pugni e calci: tutti sono dovuti ricorrere alle cure mediche. «Non contenti - hanno aggiunto - ci hanno minacciato di morte dicendoci di averci 'schedatò come succedeva negli anni di Piombo».

I COMMENTI «L'aggressione ai tre ragazzi del gruppo della Lega Nord - ha commentato poi il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale della Toscana Antonio Gambetta Vianna - è una cosa gravissima ed è frutto anche delle parole avventate espresse in più occasioni dal presidente della Toscana Rossi, che non perde occasione per attaccare la Lega Nord e alzare la tensione nei nostri confronti». Gambetta Vianna ha anche annunciato l'intenzione di presentare un atto consiliare per «far chiudere tutti i centri sociali» e una mozione per chiedere la ferma condanna di «ogni forma di intolleranza politica». Sull'aggressione il segretario regionale del Carroccio Claudio Morganti ha invece annunciato di voler sollecitare «il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, affinchè possa fare una norma che estenda il Daspo anche per le manifestazioni politiche autorizzate e non». Ancora, per il consigliere leghista Gian Luca Lazzeri «il Consiglio regionale è una sede sensibile ma nonostante questo la Regione vuole togliere le guardie giurate dal palazzo, dicendo che basta il presidio di polizia della vicina Prefettura». Solidarietà alla Lega è stata espressa oggi dal presidente del Consiglio toscano Alberto Monaci e da vari gruppi consiliari. In una nota Monaci ha condannato ogni forma di violenza e sottolineato «con forza il diritto di ogni cittadino ad esprimere democraticamente le proprie idee, così come stabilito dalla nostra Costituzione». Per il vicepresidente del Consiglio toscano Roberto Benedetti (Pdl) «guai a chi ha fornito e fornisce coperture politiche, ideologiche e persino istituzionali a gruppi di violenti scalmanati come quelli che ieri hanno aggredito con modalità squadriste alcuni dipendenti del gruppo della Lega Nord». Solidarietà anche dal capogruppo Idv Marta Gazzarri che esprime «la più ferma condanna per la vile aggressione». Secondo il capogruppo Pd Vittorio Bugli è «un fatto allarmante e di gravità assoluta, che può solo trovare la nostra più ferma e decisa indignazione. La lotta politica, anche quella più aspra, non deve mai sfociare in violenza».

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1 commento:

  1. per far fuori una razza indegna come quella del politico si dovra pur iniziare da qualche parte... perche non iniziare da quelli piu bastardi??

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"Rifiutare di avere opinioni è un modo per non averle. Non è vero?" Luigi Pirandello (1867-1936)